Ünder e Kluivert all’unisono: “Roma è la nostra città, ora pronti a tutto”

(Keivan Karimi) – In molti criticano le scelte di mercato del d.s. romanista Monchi nelle ultime sessioni, ma il club giallorosso grazie alle intuizioni dello spagnolo si è assicurato le prestazioni future di due talenti assoluti in attacco: Cengiz Ünder e Justin Kluivert. Le due ali d’attacco formano una coppia tutta estro, rapidità e voglia di esplodere. 40 esatti in due, età verdissima ma già grande personalità.

Ünder, convocato dalla Nazionale turca, ha parlato oggi così della sua esperienza romana: “Ormai mi sto abituandoo all’Italia. Io amo i tifosi e la città. Mi auguro di poter disputare una buona stagione. Per ora devo dire che sto bene e tutto è a posto”.

Un augurio che si è fatto anche Kluivert, pure lui intervistato dal ritiro della sua selezione, l’Olanda: “Voglio diventare titolare, sono partito per quello. Sicuramente non è ancora arrivato il mio momento, ma ho giocato diversi minuti e sono felice. Tutti sapevano che l’inizio a Roma sarebbe stato difficile perché si aspettano tanto. All’Ajax ero più libero in campo, mentre qui devo giocare più verso l’interno. Mi sento sempre più a mio agio”.

Due ragazzi con le idee chiare che, se dovessero confermare le buone impressioni, sarebbero gli elementi giusti per il salto di qualità.

Roma, weekend da dimenticare: k.o. a Milano mentre gli ex brillano altrove

(Keivan Karimi) – Il weekend calcistico appena trascorso è forse stato uno dei peggiori in casa Roma negli ultimi anni. Non tanto per il risultato negativo contro il Milan, visto che una sconfitta bruciante ci può stare contro una rivale in campionato e per di più in trasferta, ma per tutto ciò che è accaduto anche attorno ai giallorossi e che ha gettato ancora più fango sull’attuale dirigenza.

La Roma ha ceduto al Milan venerdì sera perdendo per 2-1 in extremis. Un k.o. che fa male sia per il risultato, che ridimensiona le ambizioni romaniste, sia per la prova insufficiente della squadra ed in particolare dei nuovi arrivati: Javier Pastore ha brancolato nel buio, Steven Nzonzi è apparso lento e fuori forma così come il portiere Robin Olsen e il difensore Ivan Marcano, tutti apparsi piuttosto acerbi all’interno degli schemi di mister Di Francesco, lui stesso costretto dalle scelte di mercato a schierare una Roma inedita e tutt’altro che brillante a San Siro.

Non solo la sconfitta di Milano dicevamo; la Roma ed i propri tifosi hanno sofferto anche incollati al televisore nel vedere Radja Nainggolan aprire le marcature di Bologna-Inter, con un classico inserimento senza palla concluso con una botta di destro in rete. Gol e inchino per un ex idolo della tifoseria che difficilmente verrà dimenticato dalla Sud. Poche ore dopo Gervinho, altro ex ancora apprezzato a Trigoria, è tornato a far centro in Italia segnando in Parma-Juventus il momentaneo pareggio ducale. E c’è chi a Roma lo avrebbe ripreso al volo per dare più vivacità ad un attacco, quello giallorosso attuale, tutt’altro che scintillante.

Ieri invece è stata la giornata di Gregoire Defrel, attaccante che la Roma ha ‘sbolognato’ senza problemi alla Sampdoria: piccola rivincita personale quella del francese che ha azzittito tutti i suoi critici con una doppietta spettacolare segnata contro il Napoli. A chiudere il weekend traumatico dei giallorossi anche la super prestazione di Kevin Strootman in Monaco-Marsiglia, gara d’esordio dell’olandese ceduto lunedì scorso in Ligue 1. Tutto questo senza dimenticare la rete di Bruno Peres decisiva in San Paolo-Cearà e la prestazione ‘top’ di Gerson in Fiorentina-Chievo di una settimana fa.

L’unico mezzo sorriso lo regala Alisson, l’indimenticato numero 1 brasiliano che in Leicester-Liverpool ha commesso una papera totale con i piedi regalando il gol della bandiera ai padroni di casa, senza però subire mattanze mediatiche anglosassoni. Scelte sbagliate del club o solo cabala negativa? La Roma e il d.s. Monchi sperano solo che fine settimana così non si ripetano più.

Sampdoria e Sassuolo show, Fiorentina da urlo. Crolla il Napoli: i risultati della 3ª giornata

(Keivan Karimi) – Con le gare giocate ieri sera sui restanti campi di Serie A si è conclusa la terza giornata del campionato italiano, che vede la Juventus ancora una volta padrona assoluta ed unica squadra a punteggio pieno per il momento. Dopo le vittorie di Milan, Inter e Juve stessa ieri balzano all’occhio i successi roboanti della Sampdoria su un Napoli irriconoscibile, del Sassuolo in goleada sul Genoa e anche di una Fiorentina implacabile in casa contro l’Udinese. Primi successi anche per Lazio, Torino e Cagliari.

I risultati della 3ª giornata di Serie A:

ATALANTA-CAGLIARI 0-1 (Barella)

BOLOGNA-INTER 0-3 (Nainggolan, Candreva, Perisic)

CHIEVO-EMPOLI 0-0

FIORENTINA-UDINESE 1-0 (Benassi)

LAZIO-FROSINONE 1-0 (Luis Alberto)

MILAN-ROMA 2-1 (Kessié, Fazio, Cutrone)

PARMA-JUVENTUS 1-2 (Mandzukic, Gervinho, Matuidi)

SAMPDORIA-NAPOLI 3-0 (Defrel, Defrel, Quagliarella)

SASSUOLO-GENOA 5-3 (Piatek, Boateng, Lirola, Babacar, aut. Spolli, Ferrari, Pandev, Piatek)

TORINO-SPAL 1-0 (N’Kouolu)

SERIE A – Vittorie esterne per Inter e Juventus negli anticipi del sabato

(Keivan Karimi) – Dopo il successo del Milan venerdì sera nel big match contro la Roma, la 3.a giornata di Serie A prosegue sabato con due vittorie esterne delle cosiddette ‘grandi’. Nel pomeriggio l’Inter ha finalmente trovato la prima gioia stagionale liquidando il Bologna dopo un match comunque teso e difficile. E’ Radja Nainggolan ad aprire le marcature con un classico inserimento in area e a dare il via alla goleada proseguita con i sigilli di Antonio Candreva ed Ivan Perisic per il 3-0 finale.

La Juventus in serata ha invece battuto non senza difficoltà il Parma al ‘Tardini’: successo che porta le firme di Mario Mandzukic e Blaise Matuidi, con il momentaneo pareggio di Gervinho che però non basta all’ottima formazione emiliana per evitare il k.o. Niente da fare per Cristiano Ronaldo, ancora a quota zero nella classifica dei gol segnati. Juve a punteggio pieno in classifica a quota 9 mentre l’Inter sale a 4 punti.

 

Lo stile Monchi ha portato via i due soldati della Roma

Simone Indovino – E’ lo stile Monchi. Che ci piaccia o no, bisogna accettarlo e andare avanti. Un mercato lunatico, se così può essere definito, quello condotto in questi mesi estivi dal direttore sportivo. Una cessione quasi obbligatoria a determinate condizioni, quella di Alisson, e altre due che hanno lasciato ai tifosi un dispiacere piuttosto alto. Nainggolan e Strootman, fino a pochi mesi fa, sarebbero stata la risposta unanime al quesito “Con quali giocatori della Roma andresti in guerra?”.

Se la partenza del Ninja è già stata ampiamente analizzata, e in parte metabolizzata, quella dell’olandese sarà difficile da accettare nel breve tempo. Le valutazioni e la considerazioni sono innumerevoli: vero che dopo le tre operazioni ha sempre faticato un po’ più degli altri, vero che ci sono tanti centrocampisti (più giovani, fattore che per Monchi non guasta) in rosa come Cristante e Pellegrini, vero che forse era questa l’ultima occasione disponibile per tirare su una cifra importante, vero che lui va a guadagnare di più, ma tra il popolo romanista e Strootman c’è qualcosa di speciale. Il centrocampista e i sostenitori giallorossi si sono incontrati la prima volta il 2 settembre 2013. Era un Roma-Verona, la seconda di Garcia sulla panchina capitolina, e Strootman propiziò il primo gol di quel pomeriggio con uno scippo di palla ai danni di un avversario. Era il preludio a quello che sarebbe stato un anno pazzesco sotto l’aspetto del rendimento, arrestato solo da quella maledetta sera di Napoli che, si voglia o meno, ha condizionato la carriera della “Lavatrice”. Tre operazioni, due anni di agonia, e un rientro a giri bassi. “Sembra il cugino dello Strootman del primo anno”, si diceva in giro. In effetti sì, la sua condizione fisica lasciava spesso a desiderare, ma la sua voglia di lottare, quella no, non è mai andata via. Nel dicembre del 2016, la marcatura che spianò la strada nel derby contro la Lazio, sembrava avesse chiuso un cerchio. E lo si capiva dai suoi occhi infuocati, spettatori privilegiati di una corsa sfrenata sotto la Curva Sud. È stato quello l’apice dell’amore tra Strootman e la Roma. Da lì, altre due stagioni di alti e bassi con un’altra notte impossibile da dimenticare, quella di aprile col Barcellona. Se non l’avessero fermato, probabilmente sarebbe entrato in tackle anche sulla compagna che da pochi giorni gli ha regalato la paternità.

Adesso, come le migliori storie che si rispettino, è arrivata una fine. Convinto dall’allenatore che lo fece diventare grande in Italia, Strootman saluta. E bisogna accettarlo, perché la Roma si è comunque mossa in maniera intelligente e la rosa appare adatta per competere su ogni fronte. Anche se, da oggi, per andare in guerra su quel fronte serviranno nuovi adepti, perché i soldati Strootman e Nainggolan non ci sono più.

Simone Indovino