Simone Indovino – Assodato che si giocava con la squadra più forte forse della storia del calcio, ci si sarebbe potuti aspettare una Roma comunque diversa al Bernabeu. Una differenza: la voglia di mangiare la palla. Perché Isco, a risultato acquisito, fa il terzino entrando in scivolata o perché Mariano entra con il sangue agli occhi al contrario di Schick? Il 3-0 maturato è solo la diretta conseguenza di un enorme divario tecnico, sì, ma anche caratteriale. La Roma avrebbe anche la possibilità di accorciare le distanze sul doppio svantaggio, ma la mancava convinzione dei capitolini fa morire tutto sul più bello. Sprecati almeno due contropiedi ghiottissimi con delle scelte a dir poco sciagurate. Positiva la gara di Olsen, che para il parabile e risponde presente.
ROMA
Olsen 7 – Sui tre gol, in maniera obiettiva, non può fare assolutamente nulla. Para tutto il resto, e non è poco, considerato il continuo assedio dei padroni di casa. Una piccolissima nota positiva in una serata sconfortante.
Florenzi 5.5 – Dalle sue parti agisce gente niente male e per ovvi motivi il romano non può scorazzare come è solito fare. Impreciso anche in quelle poche licenze che il Real gli concede.
Manolas 5.5 – Fa quel che può, anche se in occasione del taglio di Bale avrebbe potuto coprire leggermente meglio. Spesso sovrastato dalla tecnica dei diretti avversari in avanti.
Fazio 5 – Sarà la fresca paternità, forse le notti insonni a causa del piccolo, ma da inizio stagione a questa parte è continuamente poco concentrato e spesso con lo sguardo perso nel vuoto. Lontano parente dell’ineccepibile centrale ammirato per tre annate.
Kolarov 5 – Ma il terzino ammirato da tutti è forse rimasto in Russia subito dopo i mondiali mandando una controfigura? Un’inversione di rendimento che fa molta, molta paura. Sempre distratto, mal posizionato e, come se non bastasse, non azzecca un cross calciando sempre basso. Dov’è finito Aleksandar?
Zaniolo 6 – Giusto dargli una sufficienza, poiché chiamato in causa per la primissima volta in circostanze più che difficili. Niente di regalato, poiché ha sprazzi in cui mostre le qualità di cui tanto si è parlato e riesce a coprire con attenzione la sua porzione di campo. Qualche errore a intermittenza, ma li definiamo fisiologici.
De Rossi 6 – Primo tempo in cui è senz’altro il migliore, macchiato dall’ingenuità allo scadere quando trattiene Isco che poi, ovviamente, punisce la Roma con un gioiello su punizione. Legge benissismo molte situazioni tattiche, ma cala alla lunga.
Nzonzi 5.5 – Prova a tarantolarsi su molti palloni in mezzo al campo, ma la cosa non sempre gli riesce e non è troppo incisivo col pressing. Anche in impostazione, oggi, non fa bene non riuscendo a dare respiro ai suoi compagni sempre schiacciati indietro.
El Shaarawy 5 – Ci piacerebbe vedere, ogni tanto, uno spalla contro spalla con gli avversari o uno stacco di testa. Invece questa cose all’interno delle sue prestazioni non si vedono mai, ed è un peccato. Spreca malamente un contropiede 5 contro 3 nel primo tempo in cui avrebbe potuto fare decisamente di più.
Under 5.5 – C’è da riconoscere almeno una cosa, che il turco ci prova sempre. Magari ogni tanto in maniera confusa, ma è uno dei pochi che mostra sempre personalità. Oggi, forse, l’altruismo di troppo l’ha penalizzato.
Dzeko 5 – Considerata la squadra totalmente schiacciata all’indietro, non riceve mai palloni praticabili, almeno nei primi 60 minuti. Poi si fa vedere un po’ di più, ma senza incidere. Non bravo a far salire la squadra per guadagnare i metri.
Pellegrini 6.5 – Un po’ sul filone dello scorso anno, fa molto meglio da subentrato che da titolare. Il centrocampo guadagna metri e giocate con il suo ingresso in campo; abile a lanciare i compagni in profondità.
Perotti 5 – Si sperava potesse dare un po’ di brio alla fase offensiva, ma si è semplicemente amalgamato alla mediocrità.
Schick 4 – Difficile commentarlo. Fare di peggio era obiettivamente molto difficile. Al primo pallone tira indietro la gamba su un contrasto, poi gli tremano le gambe stesse quando ha l’opportunità di segnare. Non ci siamo.
Di Francesco 5 – C’è da insegnare ai suoi giocatori di mettere la gamba. Spesso, prendere un cartellino giallo, non è un male ma segno di voglia. Invece i suoi non vincono nessun contrasto, saltano poco di testa, e vengono surclassati. Che poi ci sono anche lacune tecniche e fisiche, quello è scontato. Come rialzarsi?
Simone Indovino