Margherita Bellecca – 83 presenze e 34 gol, questo è stato il ruolino di Momo Salah alla Roma e sono questi i numeri che Monchi si è trovato a sostituire durante il mercato estivo. L’egiziano ha lasciato la Capitale a metà giugno direzione Liverpool per 42 milioni di euro più 8 di bonus. Quasi un mese dopo è arrivato un ragazzo, dalle statistiche interessanti che ha portato la sua squadra, l’Istanbul Basaksheir, in Champions League. Il suo nome è Cengiz Under ed è stato pagato 15 milioni di euro più uno e mezzo di bonus e una percentuale sulla futura rivendita che andrà al club turco.
Forse troppo per una piazza esigente come Roma che non aveva mai sentito nominare quel cognome che ricorda più una scommessa, nel vero senso della parola, che un giocatore che ti fa fare il salto di qualità. Negli occhi c’erano ancora le magie di Salah, le volte, che con i suoi scatti, riusciva a spaccare le difese avversarie. 20-30 ripetute a partita e sempre con la stessa consistenza, creando pericoli su pericoli. Ne sa qualcosa Dzeko che aveva creato una certa affinità con l’esterno egiziano. Una coppia che ha consentito alla Roma di sognare in grande.
Salah e Under. Entrambi mancini, entrambi con una velocità supersonica ma con un diverso avvio. Momo aveva messo a segno 5 gol nelle sue prime 9 partite di campionato mentre il turco ha racimolato tanta panchina e qualche apparizione sporadica. Tanto impegno ma zero reti. Se Salah ha continuato a segnare e a servire assist, Under ad un certo punto era scomparso dai radar giallorossi. Si scaldava per entrare giusto nei minuti finali, alcune volte, invece, rimaneva a vedere la partita dalla panchina fino al match del Bentegodi contro il Verona. Titolare, pronti via e gol con una botta secca di sinistro a fil di palo dai 25 metri. L’esultanza di chi sa di essersi liberato di un peso enorme, di un’eredità pesante. Lui e i tifosi possono gioire, Under è finalmente decisivo.
Lo sarà anche nelle successive partite perché da quella trasferta il turco è diventato un bomber implacabile e affamato, quello che magari non era Salah. Gol tutti diversi e di una bellezza assoluta, da tiri a giro piazzati a staffilate dalla lunga distanza. A tutto questo si aggiungono cross deliziosi col piede debole, eccola la grande differenza l’ala in forza al Liverpool che raramente usava il suo piede destro. A coronare un periodo magico la rete all’esordio in Champions League contro lo Shakhtar, che consente alla Roma di essere ancora in corsa per i quarti di finale, e il lob, grazie alla deviazione di Mario Rui, con cui ha ammutolito il San Paolo sabato sera. Under è diventato un punto di riferimento per i compagni e un giocatore intoccabile per Di Francesco così come lo era Salah per Spalletti. Mancino che usa bene anche il piede destro, veloce come un treno, affamato come un leone. Momo ormai fa parte del passato, Cengiz è il presente e il futuro della Ro
Margherita Bellecca