(Keivan Karimi) – Non ne va bene una alla Nazionale italiana, che dopo il brutto pareggio con la Polonia di venerdì, cade in Portogallo contro i campioni d’Europa in carica, superiori nel gioco e nella qualità tecnica nonostante l’assenza di Cristiano Ronaldo.
Una sconfitta per 1-0 che ha mostrato i limiti tecnici e caratteriali di un’Italia ancora sepolta dalle delusioni dello scorso anno, dal flop Ventura e la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia. Un anno decisamente sventurato per la squadra azzurra, che in quasi 12 mesi ha vinto solo una partita, l’amichevole con l’Arabia Saudita di maggio scorso.
Ieri ci ha messo del suo anche Roberto Mancini, il nuovo commissario tecnico che ha preferito sperimentare una nuova soluzione tattica (il 4-4-2) e inserire giocatori tutt’altro che titolari, da Lazzari a Caldara, passando per Cristante, Zaza o Emerson. Ne è scaturita una prova confusa, senza idee e alla mercè degli attacchi portoghesi.
A questa Italia serve ben altro: il talento non manca, pecca invece di personalità e soprattutto di una struttura tecnico-tattica adeguata. Il ‘Mancio’ fa bene a testare giovani talenti e volti nuovi, ma per risollevare una Nazionale in crisi serve stabilità: si punti sul 4-3-3 e su almeno cinque o sei punti fermi intoccabili. Chi sarebbero? Donnarumma tra i pali, la coppia difensiva Bonucci-Chiellini, la regia di Jorginho, il dinamismo di Bonaventura e i guizzi di Insigne. Sugli altri titolari si può discutere, ma intanto è necessario sviluppare un progetto di calcio vero e organizzato su determinate basi concrete.