(Keivan Karimi) – Le dichiarazioni di Eusebio Di Francesco prima della gara di domani sera Milan-Roma durante la conferenza stampa di Trigoria:
Come ha trovato la squadra dopo l’Atalanta?
Un po’ rammaricata per come è andata la partita, ma sollevati per aver rimediato. Alla fine abbiamo anche rischiato di vincere, è un punto guadagnato. Da questa partita dobbiamo assolutamente imparare e cercare di migliorare i tanti errori che ci sono stati nel primo tempo.
Come mai questa Roma dai due volti?
E’ un insieme di cose, davanti avevamo una squadra con una brillantezza nettamente sopra alla nostra, sia di testa che di gambe. Non ho visto i miei giocatori brillantissimi. Paradossalmente abbiamo corso quanto loro, ma abbiamo corso peggio, male e con poca qualità di corsa.
Che titolo le piacerebbe ascoltare subito dopo Milan-Roma?
Una grande prestazione e una grande risposta della Roma. Il titolo più bello sarebbe “Grande risposta”.
Ha già deciso il sistema di gioco? Ci sarà la difesa a quattro?
Voglio fare una premessa generale, sennò parliamo sempre di numeri. Io intendo dire che il sistema di gioco va a farsi friggere quando all’interno di questo i calciatori non mettono le caratteristiche più importanti che un calciatore deve avere per giocare ad alti livelli. Non è avvenuto nel primo tempo col nostro 433. Ogni numero diventa relativo. Non sto qui a svelare come giocheremo domani. E’ fondamentale perdere meno duelli possibile, al di là dei sistemi di gioco.
Nzonzi e Karsdorp hanno i 90 minuti nelle gambe?
Con molte probabilità saranno titolari, non so se li hanno. Loro due potrebbero essere della partita dall’inizio.
E’ possibile vedere Schick accanto a Dzeko?
Non ce l’hai mai visto l’anno scorso? Però se ognuno di voi si lega ad un calciatore… Schick è un calciatore forte, con determinate caratteristiche. Può giocare dall’inizio o subentrare. Ha avuto due-tre palle gol importanti l’altro giorno, può determinare anche a partita in corso. Posso cambiare sistema di gioco sì.
I giocatori che hanno fatto il Mondiale hanno un problema di fatica?
Obiettivamente l’Atalanta ha evidenziato quanto dici. Non solo Fazio e Kolarov sono stati poco brillanti, anche Manolas nel primo tempo non sembrava il giocatore che conosciamo. Un po’ di ritardo c’è stato, sono giocatori per noi importanti. Mi preoccuperei se fossero già al massimo, non mi aspettavo una prestazione del genere da parte dell’Atalanta.
Può aver influito la partenza di Strootman sulla testa dei giocatori?
Io dentro al gruppo non ne ho sentito nemmeno parlare, lui aveva il desiderio di cambiare e di fare una nuova esperienza. Io quando dico che viene prima la Roma intendo che voglio giocatori che hanno il desiderio di indossare la maglia. Quando hai giocatori di grande professionalità li prende con grande considerazione. Se uno ha il desiderio di cambiare io non trattengo nessuno.
Come mai c’è questa grande delusione nell’approccio della prima gara all’Olimpico?
Ma c’erano motivazioni, non sono tutti robot. Se noi andiamo a guardare la partita ho sostituito due ragazzi che sono un patrimonio della Roma e della Nazionale. Avrei dovuto cambiare tutta la linea difensiva. Ho fatto delle scelte, togliendo qualcosa a due ragazzi che vanno tutelati. Siamo solo alla seconda giornata, stiamo facendo un processo all’annata. E’ prematuro. Io ho sbagliato a dare quel pugno, non lo dovevo fare e non riaccadrà più. Ero nervoso e arrabbiato perché non siamo riusciti ad esprimere le nostre potenzialità. Io devo trovare soluzioni, mi auguro di trovare quelle giuste.
La tournée ha influito sulla preparazione della Roma?
Ti può togliere qualcosa, ma noi siamo stati fortunati potendo lavorare anche bene. Forse ci è mancata qualche partita in più. Non è da poco il fatto che loro avevano fatto tante partite, Gasperini ha ruotato tanti giocatori. Sapevo che sarebbe stata una partita dura dal punto di vista fisico, siamo rimasti tutti sorpresi, noi ed io. Pastore ha fatto un gol magnifico, ci doveva dare qualcosa in più, ma paradossalmente dal punto di vista della testa ce l’ha tolto.
Di che cosa sono figli secondo lei i cori contro la società che si sono sentiti sul 3-1?
Questa domanda la devi fare ai tifosi, non la devi fare a me. Non saranno contenti di alcune situazioni. L’anno scorso la situazione era un pochino peggio, oggi abbiamo 4 punti. E’ normale che questo ambiente è fatto di processi e situazioni. A volte bisogna parlare con concetto e con criterio, non bisogna essere faziosi, c’è bisogno di equilibrio. Devo tutelare la squadra e cercare di portare la Roma il più in alto possibile. Ci si scorda facilmente di quello che si fa. Dobbiamo dimostrare sempre qualcosina in più, il tempo dirà quello che sarà il nostro futuro. Karsdorp è pronto e può giocare dall’inizio.
C’è un ragionamento tattico in corso su possibili cambiamenti. E’ una rosa da 4-3-3 questa o ci sta ripensando?
Questa è una rosa che può giocare con tanti sistemi di gioco, avere giocatori che possono giocare in diversi ruoli è un vantaggio. Il fatto del cambiamento può passare per una forma di debolezza o di intelligenza? Io faccio questo lavoro e devo capire, trovando le soluzioni. Se qualcosa non va cerco di modificarla, per me è un segnale di intelligenza e non di debolezza. Quando hai lavorato in un modo e non raccogli o cambi qualcosa nella testa degli altri o cambi qualcosa tu. Dipende sempre dal risultato il cambiamento. Cosa mi avreste detto prima della partita col Barcellona? Passavo per pazzo, poi mi avete dato del fenomeno. Chi non osa non sbaglia mai. Io mi prendo le mie responsabilità.
Ha pensato di giocare con Nzonzi e De Rossi contro il Milan?
I due possono coesistere, l’hanno fatto e anche bene. Il fatto delle pressioni e del pressing: riguardatevi il gol che abbiamo preso quando Zapata ha rubato palla a Manolas. E’ stata fatta una pressione ottima in quella situazione, il difensore loro l’ha buttata in fallo laterale e Kostas era messo benissimo, invece ci abbiamo preso gol. Non tutte le aggressioni sono state fatte male, è la veemenza dell’aggressione. E’ mancata cattiveria agonistica, un’anima vera quando devi andare a fare la guerra.