Roma, il pagellone di fine anno. Alisson domina su tutti, Dzeko si conferma. Under e Kolarov, gli unici promossi tra i nuovi acquisti

Simone Indovino – Un’altra stagione è stata archiviata e, come alla fine di ogni annata, è tempo di bilanci. Terzo posto in campionato, semifinale in Champions League. Quest’ultimo traguardo davvero impronosticabile anche dal più ottimista dei tifosi e frutto di successi straordinari come in casa con Chelsea, Shakhtar e Barcellona, ma anche prove di forza e carattere. Un percorso arrestato solamente dal Liverpool, appoggiato dalla fortuna ma anche da qualche disattenzione di troppo. Marcia diversa in Serie A, con un avvio positivo e al pari di Juventus e Napoli, rallentata dal periodo buio tra dicembre e febbraio. È stato tuttavia raggiunto l’obiettivo minimo, ovvero il terzo posto. Stona la brutta Coppa Italia, da cui la Roma è stata estromessa a dicembre nel primo match disputato contro il Torino. Servirà maggiore attenzione in futuro per una competizione che potrebbe regalare una stella d’argento. Menzione speciale per Alisson, in assoluto il migliore della rosa. Stagione positiva anche per Dzeko e Kolarov; Under la piacevole sorpresa. Rimandato Schick, deludono Defrel e Gonalons su tutti.

ROMA

PORTIERI

Alisson 8.5 – Partiamo da una cosa. Il brasiliano era alla sua prima stagione da titolare con la maglia della Roma e affermarsi in questo modo non era assolutamente semplice e prevedibile. Un rendimento incredibile, soprattutto costante per tutti i 9 mesi di match, tra campionato e Champions League. Riflessi felini, doti atletiche straordinarie, piedi da vero brasiliano, nessun gol subito a causa sua. Altro?

Skorupski 6 – Il valore del polacco era già noto al pubblico capitolino, peccato per lui che di fronte abbia avuto un mostro sacro. Il debutto ha data recentissima e, anche in quell’occasione, ha sfoggiato le sue qualità. Ma con Alisson davanti era davvero impossibile fare qualcosa in più.

Lobont s.v. – Da ormai anni il rumeno è semplicemente una figura di spicco per lo spogliatoio.

DIFENSORI

Karsdorp s.v. – L’olandese si aggiudica, a malincuore di tutti, la palma di giocatore più sfortunato dell’anno. Un intervento di routine in estate che ha portato via più tempo del previsto, poi il rientro a ottobre. 80 buoni minuti col Crotone e rottura del crociato: stagione finita e giudizio rimandato al prossimo campionato.

Bruno Peres 6 – Era chiaro che dopo la scorsa stagione non all’altezza il titolare per quest’anno non fosse lui. Di Francesco, considerate le numerose partite disputate dalla Roma, l’ha comunque schierato spesso facendo rifiatare Florenzi. Constatabile una sua crescita soprattutto difensiva, ma non sono mancati neanche i black out.

Florenzi 6.5 – C’è sempre da fare una premessa: una volta lo scarso rendimento di Peres, una volta l’infortunio di Karsdorp, e il romano si trova anno dopo anno in una posizione che, inevitabilmente, non può consentirgli di esprimersi al meglio. Annata certamente meno positiva della scorsa, condita da molte imprecisioni difensive e una minor spinta offensiva. Ma il cuore che regala alla Roma è sempre immenso. Da non sottovalutare, inoltre, che il calciatore ha fatto il suo rientro in rosa a inizio settembre dopo aver subito due interventi al crociato dello stesso ginocchio.

Manolas 7.5 – Gran parte del suo voto potrebbe riferirsi, ovviamente, alla gara col Barcellona condita dal gol decisivo. Serata memorabile a parte, il colosso di Rodi ha espresso tutte le sue qualità come forse non aveva ancora fatto a Roma. Quando è concentrato è senz’altro uno dei difensori più forti d’Europa, peccato che ogni tanto scenda l’attenzione. Ma per fortuna di Di Francesco questi momenti sono stati rari.

Fazio 7.5 – Un Comandante, di (sopra)nome e di fatto. Con o senza Manolas ha sempre dimostrato tutto il suo inestimabile valore, diventando decisivo nei momenti clou dell’anno. Di importanza vitale la sua rete di dicembre allo scadere contro il Cagliari, utile a regalare 3 punti che si riveleranno decisivi per la corsa alla terza piazza in graduatoria.

Juan Jesus 6.5 – Non è di certo il giocatore più quotato tecnicamente, innegabile, ma Di Francesco gli ha regalato una fiducia non indifferente. Nelle occasioni in cui il mister ha deciso di schierare la difesa a 3 è sempre stato presente, dimostrando di prediligere questo sistema di gioco. Peccato soltanto per quei 60 minuti da incubo ad Anfield.

Capradossi 6 – Richiamato alla base a gennaio per fare il quarto centrale, ha osservato i compagni dalla panchina fino alla terzultima partita, in cui con autorevolezza ha sostituito tra i titolari Manolas a Cagliari. Verosimilmente sarà mandato in prestito per fare esperienza, con la speranza che si possa poi accogliere nuovamente a maturità compiuta.

Kolarov 7 – Sul rapporto qualità-prezzo è senz’altro il miglior acquisto di Monchi. Un rendimento difficilmente prevedibile per l’ex City, giunto in estate non senza polemiche a causa del suo passato alla Lazio. Due punizioni da 6 punti, con Atalanta e Torino, una rete preziosissima allo Stamford Bridge e innumerevoli assist, soprattutto per Dzeko. Il tutto condito da una grande costanza, non da sottovalutare con carta d’identità alla mano.

Jonathan Silva 6 – Un match da titolare a Ferrara con la Spal e qualche minuto sparso qua e là. È il bottino accumulato dall’argentino, giunto per rimpiazzare Emerson. Difficile giudicarlo, anche a causa della non buona condizione fisica con cui si è presentato nella Capitale.

CENTROCAMPISTI

Gonalons 5 – Un finale di stagione in crescendo, è vero, ma troppo buio nei circa 6-7 mesi precedenti. Preso per fare la riserva di lusso di De Rossi, si è ritrovato catapultato in una realtà a cui ha fatto fatica ad abituarsi, e le sue prestazioni ne hanno risentito in maniera decisiva.

De Rossi 7 – La prima stagione da capitano “vero” non si scorda mai. DDR non ha solo ereditato la fascia da Totti, ma anche una pesante responsabilità all’interno della squadra. L’età ormai avanza, e spesso la condizione fisica lo testimonia, ma quando sta bene è ancora l’uomo in più per i suoi. Vedere Roma-Barcellona per esempi pratici. Non mancano, purtroppo, le amnesie come nel caso dello schiaffo a Lapadula che compromise una vittoria già praticamente in cassaforte.

Strootman 6.5 – Annata fatta di alti e bassi, quella dell’olandese. La qualità delle sue prestazioni passa dalla prestanza atletica e non sempre è stata al massimo in certi momenti. Quando è in forma continua a essere una macchina da guerra, e certamente Di Francesco e il suo staff lavoreranno al meglio per renderlo continuo.

Pellegrini 6 – Su di lui è riposta la grande speranza di trovare un centrocampista di altissima qualità per lungo tempo. Nel primissimo periodo è quello che si trova più a proprio agio con Di Francesco, forte dell’esperienza a Sassuolo. Col passare dei mesi il suo rendimento scende leggermente. Da lui ci si poteva forse aspettare di più, ma è anche comprensibile lo scotto pagato a causa del cambiamento di realtà. L’anno prossimo dovrà definitivamente rendersi protagonista.

Nainggolan 6.5 – Il 2017/18 ha significato un forte cambiamento calcistico per Radja. In doppia cifra di gol con Spalletti l’anno prima, in doppia cifra in termini di assist con Di Francesco. Accusa all’inizio la nuova posizione cucitagli dall’allenatore, ma col passare delle giornate carbura rendendosi la solita pedina fondamentale per la Roma, garantendo quella carica agonistica che l’ha sempre contraddistinto.

Gerson 6 – Certamente più in luce rispetto il campionato scorso, è impiegato con discreta regolarità dal tecnico abruzzese. Assoluto protagonista a Firenze con una pregevolissima doppietta, è schierato in campo in momenti piuttosto delicati delle partite. Il brasiliano adempie sempre ai suoi compiti, non deludendo, e viaggiando con ordine nella corsia di destra nell’inedito ruolo in cui Di Francesco l’ha posizionato.

ATTACCANTI

El Shaarawy 6.5 – Che la continuità non fosse di certo il suo forte non si scopre in questa stagione. Prestazioni alternanti quelle del Faraone, che spesso si rivela decisivo come nel match di Halloween contro il Chelsea, ma in altri momenti esce per qualche tempo dai radar. Si è comunque dimostrato pronto ogni qualvolta che Di Francesco l’ha coinvolto.

Perotti 6.5 – Vale un po’ il discorso fatto in precedenza col compagno di reparto. Meno decisivo certamente rispetto l’anno scorso, complici anche dei problemi fisici di troppo che l’hanno condizionato anche nel finale. Quando è in forma può impensierire qualsiasi terzino nel pianeta, ma quando non sta bene le sue prestazioni ne risentono. Da rimarcare, in ogni caso, il gol al Qarabag che ha regalato il primo posto nel girone in Champions League.

Dzeko 7.5 – Trentanove gol erano difficili da eguagliare, ma il bosniaco non c’è di certo andato troppo lontano. 24 le marcature annuali, di cui 16 in campionato e, soprattutto, 8 in Champions League. Impossibile dimenticare la doppietta al Chelsea o il sigillo in apertura nella magica notte di aprile col Barcellona. Non sono mancate le difficoltà: nel periodo di calciomercato in cui era chiacchierato il suo rendimento ne ha risentito, salvo poi tornare alla solita costanza di prestazioni dopo il 31 gennaio. Parlandoci chiaro, Dzeko è un giocatore fondamentale per la Roma.

Under 7 – Il salto dal campionato turco a quello italiano, per ovvi motivi, non può essere semplice. Cengiz ha avuto giustamente il bisogno di adattarsi nei primi mesi, calcisticamente e culturalmente. Il mister ha perseverato su di lui, raccogliendone i frutti da febbraio in poi. Dall’inverno il giovane si è infatti rivelato indispensabile per la squadra capitolina, ed è a conti fatti uno dei maggiori artefici della conquista del terzo posto. Fondamentale, in ottica qualificazione finale, il suo gol contro lo Shakhtar.

Schick 5.5 – Sospensione del giudizio, un po’ come a scuola quando si ha un debito. Il discorso su di lui potrebbe essere enorme. Arrivato in condizioni fisiche più che precarie, un modulo non inizialmente adatto, tanti problemi fisici, e la clamorosa occasione gol fallita contro la Juve a dicembre. Segnali positivi sono arrivati negli ultimi mesi, ragion per cui la prossima stagione dovrà dimostrare tutto il suo valore.

Defrel 5 – Purtroppo, una grossa delusione. Nessuno pretendeva, al suo arrivo, che cambiasse le sorti dell’attacco, ma le sue prestazioni col Sassuolo gli avevano almeno regalato l’etichetta di riserva di lusso. A causa della mancanza di alternative, era anche la prima scelta in avvio stagione sulla corsia di destra, non incidendo mai. Poi il declino, con una serie di infortuni che l’hanno pesantemente condizionato.

Antonucci 6 – Pilastro della Primavera di De Rossi, ormai inserito in pianta stabile con la prima squadra. Difficilmente dimenticherà quest’annata, che gli ha regalato il debutto in campionato e in Champions League.

ALLENATORE

Eusebio Di Francesco 7.5 – Terzo posto in campionato, semifinale di Champions League. Difficilmente si sarebbe potuta pronosticare una stagione di questo tipo al primo anno della sua guida. Ha convinto sotto tutti i punti di vista, tecno-tattico, caratteriale, dialettico. C’è l’intenzione di costruire qualcosa di grande attorno a lui e i presupposti di certo non mancano. Adesso c’è la volontà, da parte di tutti, di alzare l’asticella e insidiare il monopolio della Juventus.

Simone Indovino

Roma, ecco Marcano. Chi è il comprimario di lusso portato da Monchi nella Capitale

Simone Indovino – Coric, e uno. Marcano, e due. In pochi giorni la Roma ha ufficializzato nuove pedine per lo scacchiere di Di Francesco, che ha così a disposizione già un nuovo centrocampista e un nuovo difensore. A fronte del croato che era già nelle grazie di Monchi dallo scorso gennaio, la trattativa per lo spagnolo è stata imbastita nelle ultime settimane, a ridosso della sua scadenza di contratto col Porto. Corteggiato anche dal Valencia, che gli avrebbe garantito un ritorno in patria, ci ha pensato su, ma negli scorsi giorni è arrivato il fatidico sì.

CHI È – Prossimo ai 31 anni, che compirà il 23 giugno, Marcano è un difensore che ha girato tanto per l’Europa prima di trovare la sua dimensione ideale in Portogallo. Villarreal, Getafe, Rubin Kazan e Olympiakos tra i club che l’hanno ospitato antecedentemente al suo approdo con i Dragoes. Non sono mancati i trofei: due campionati greci, una Supercoppa ellenica, una Supercoppa russa e, soprattutto, il successo in Primeira Liga nella stagione appena conclusa. Riguardo le caratteristiche tecniche, sembra rispecchiare al meglio l’idea di difensore di Di Francesco: forte fisicamente, di piede mancino, e abile nell’impostazione dell’azione sin dalla retroguardia. Non a caso è stato accostato a colui che adesso sarà uno dei suoi compagni di reparto, ovvero Federico Fazio. Grazie ai suoi 1.89 metri di altezza, è in grado di rendersi costantemente pericoloso in zona gol. Il bottino personale dal 2014 a oggi recita 14 reti personali e 4 assist, considerando tutte le competizioni. Non manca l’esperienza internazionale: 78 le presenze complessive tra Champions League ed Europa League. Piccola curiosità: Marcano ritroverà in squadra Manolas, già suo compagno ai tempi dell’esperienza in Grecia nel 2011/12.

ADESSO IL RESTO – Con lo spagnolo, a meno di clamorose sorprese o esorbitanti offerte, il pacchetto dei centrali dovrebbe essere completo. A lui si uniscono i già collaudati Manolas, Fazio e Juan Jesus. Grazie alle loro caratteristiche, che si sommano a quelle del neo arrivato, il mister potrà tranquillamente decidere come schierare la difesa, se a 3 o a 4. Marcano si adatta perfettamente a entrambe le soluzioni, e considerate le tante partite che attenderanno la Roma in stagione Di Francesco farà sicuramente le sue valutazioni. Ora la palla ritorna a Monchi, che dovrà lavorare per sistemare quei tasselli che mancano alla squadra. L’obiettivo è certamente quello di mettere su una rosa competitiva prima del ritiro d’inizio stagione, al fine di evitare che si ripetano spiacevoli ritardi di condizione come quelli che hanno caratterizzato l’annata di Schick. Per pensare a questo il tempo non manca, intanto c’è da godersi l’inizio dell’avventura romana di Marcano, con la sua esperienza al servizio della Roma.

Simone Indovino