Roma-Fiorentina 0-2: le pagelle. L’Olimpico continua ad essere l’acerrimo nemico stagionale. Defrel e Gonalons, occasioni finite

Simone Indovino – E quando c’è da stringere i denti, la Roma muore. La sconfitta di Barcellona, a posteriori, ha pesato sia dal punto di vista fisico sia mentale. Gli undici (quattordici con le sostituzioni nella ripresa) che scendono in campo quest’oggi all‘Olimpico sono distratti e poco grintosi. La Fiorentina decide la partita nel primo tempo, con le marcature di Benassi e Simeone. Con il poco orgoglio rimasto, i ragazzi di Di Francesco provano ad accorciare subito le distanze a inizio ripresa ma, tra interventi di Sportiello e mancanza di cinismo, la rete non si gonfia. Brutto stop in ottica terzo posto, considerato anche l’imminente derby che attende la Roma.

ROMA

Alisson 5.5 – Anche oggi, poco preciso. Sin dalle prime battute appare più distratto rispetto al normale, sbagliando il tempo su un’uscita e qualche rinvio. Non troppo reattivo neanche nei due gol subiti.

Bruno Peres 6 – Quelle poche azioni pericolose che la Roma crea nel primo tempo passano tutte dai suoi piedi. Vivace, replica la discreta prestazione di Barcellona arrivando spesso sul fondo e puntando gli avversari con determinatezza. Saremmo stati contenti di vederlo così anche nei quasi due anni antecedenti a questa settimana.

Manolas 5 – Uno dei difensori migliori del campionato quando è concentrato, uno dei peggiori quando la tensione nervosa non è al massimo. Peccato che oggi sia in questa seconda versione. Un colosso come lui non può farsi superare in maniera così agevole in velocità da Simeone.

Fazio 5 – Molto nervoso a partire dai primi minuti di match, questo fattore lo condiziona per tutti i 90 minuti. Spesso si mostra testardo avanzato palla al piede contro tutta la difesa viola, che inevitabilmente gli scippa la sfera con facilità scatenando le ire di Di Francesco.

Juan Jesus 5.5 – La mancata profondità di rosa costringe l’allenatore a schierare il brasiliano fuori ruolo per far rifiatare Kolarov. Chiaramente non può garantire la stessa spinta offensiva del serbo e la manovra in avanti della Roma ne risente inevitabilmente. Si dirotta in posizione centrale dopo l’uscita dal campo di Manolas.

Gonalons 5 – Altra gara non positiva per il francese, che forse è il primo a non vedere l’ora che termini la stagione. Ottura la manovra capitolina a causa della sua lentezza nel manovrare il pallone; si perde Benassi in occasione del primo gol subito. Sarebbe dovuto uscire in marcatura dopo la battuta dell’angolo per oscurare il tiro all’avversario.

Strootman 5.5 – Sopratutto nel primo tempo, è uno dei più propositivi della Roma. Le gambe dell’olandese girano inizialmente per bene conferendo agonismo e quantità al giro palla e al pressing. La sua intensità scende nella ripresa fino a quando il tecnico non lo sostituisce.

Nainggolan 5.5 – Gioca ancora acciaccato e si vede. Il piede ne risente, poiché sono un’enormità i tentativi di cross sbagliati. Si mangia una clamorosa palla gol a due passi da Sportiello sparandogli addosso. Una marcatura a metà secondo tempo avrebbe potuto dare linfa vitale ai compagni di squadra.

El Shaarawy 5 – Molto coinvolto in manovra, non riesce mai ad essere incisivo. Ancora una volta, la parola “cattiveria sotto porta” è da ricercare nel vocabolario. Ha almeno due occasioni che si potrebbero sfruttare al meglio se fosse stata messa in atto la corretta voglia di far gol. Attualmente, non si vede neppure da lontano.

Defrel 4.5 – Niente, non ci siamo proprio. Tanta abnegazione ma altrettanta confusione per il francese che prova a svariare su tutto il fronte d’attacco senza produrre i risultati sperati. Lento e macchinoso in determinati movimenti, non piace neanche a Di Francesco che lo manda in panchina dopo appena 45 minuti.

Dzeko 5.5 – In fin dei conti è l’unico a provarci veramente, ma è molto disordinato. Il bosniaco sbatte su Sportiello un paio di volte ma anche sulle proprie imprecisioni, come nell’occasione in cui è solo in area e colpisce di testa indisturbato spedendo a lato.

Schick 5.5 – Dopo lo spauracchio iniziale in cui si muove bene dopo l’ingresso in campo, entra in letargo per circa 20 minuti. Poi è la traversa a negargli la rete, ma non c’è nient’altro.

Kolarov 5 – Calca il terreno di gioco quando il risultato è ampiamente compromesso: difficile che lui da solo possa rigirare le sorti della partita.

Florenzi 5.5 – Entra per dare spinta offensiva, del suo minutaggio si ricorda solo il bel cross tagliato su cui Schick impatta e prende la traversa.

Di Francesco 5 – Aveva il compito di tenere alta la guardia della sua squadra dopo la Champions: obiettivo fallito. La sua Roma si scioglie sotto i colpi di una modestissima Fiorentina, che sfrutta tutte le imprecisioni della squadra. Non esiste cattiveria sotto porta, e questo non fa altro che penalizzare la squadra, che fa un’enorme fatica in zona gol. Nel momento della stagione in cui si decide tutto queste prestazioni non possono essere assolutamente tollerate.

Simone Indovino

Perotti, guai al polpaccio: out contro Fiorentina e Barcellona

Simone Burioni – Brutte notizie per la Roma. L’infermeria di Trigoria continua a riempirsi: questa volta il nuovo entrato è Diego Perotti. L’esterno d’attacco, alle prese con una contrattura al polpaccio, come annunciato da Di Francesco in conferenza stampa, salterà la gara interna contro la Fiorentina. Il problema muscolare però è piuttosto serio: l’argentino resterà ai box anche nella gara contro il Barcellona, valida per il ritorno dei quarti di finale di Champions League. La speranza per i giallorossi è quella di vederlo nuovamente in campo nel Derby, in programma domenica 15 aprile. Ad oggi però, resta solamente una speranza.

In vista di Barcellona, Under, reduce da un infortunio rimediato qualche settimana fa, dovrebbe comunque accomodarsi in panchina: complice il mancato recupero di Perotti, il tridente sarà con ogni probabilità composto da Schick (provato nella formazione dei titolari), Dzeko ed El Shaarawy. Florenzi e Kolarov sulle fasce, a centrocampo il trio NainggolanDe RossiPellegrini, con Strootman che insidia quest’ultimo. Possibile variante: Florenzi nel tridente al posto di Schick e Bruno Peres terzino. Sul fronte blaugrana, Valverde confermerà il 4-4-2. L’unica differenza rispetto all’andata potrebbe essere Paulinho al posto di un Busquets non ancora al top della condizione. Le probabili formazioni:

Roma (4-3-3): Alisson; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Nainggolan, De Rossi, Pellegrini; Schick, Dzeko, El Shaaarawy. Allenatore: Di Francesco.

Barcellona (4-4-2): Ter Stegen; Semedo, Pique, Umtiti, Alba; Sergi Roberto, Paulinho, Rakitic, Iniesta; Messi, Suarez. Allenatore: Valverde.

Simone Burioni

La Roma riparte dalla Fiorentina

Margherita Bellecca – Dimenticare il Barcellona ma ripartire dalla prestazione offerta al Camp Nou. Questo è l’obiettivo della Roma che, sabato pomeriggio alle 18, ospiterà la Fiorentina allo Stadio Olimpico. Viola lanciatissimi ed in lotta per un posto in Europa League, 5 vittorie consecutive per la squadra di Pioli. I giallorossi, invece, dovranno ingranare un’altra marcia per conquistare la vittoria dopo il pareggio contro il Bologna.

Il dubbio per Di Francesco è il solito, quanti e quali uomini cambiare? Si parte dalla difesa con la conferma di Alisson in porta. Davanti al numero uno l’abruzzese dovrà fare i conti con le fatiche di Champions e allora via ai ballottaggi tra Florenzi e Peres per un posto sulla destra e tra Manolas-Fazio-Jesus, in lizza per giocare al centro del reparto. Kolarov come sempre blinda la fascia sinistra. Stesso discorso a centrocampo. Ancora in dubbio Nainggolan che potrebbe stringere i denti, i tre spazi, però, sono prenotati da Gonalons, pessima prova contro il Barcellona, Strootman e Pellegrini. Turno di riposo per De Rossi. L’attacco vive sulle prestazioni di Dzeko, quindi il bosniaco partirà di nuovo dal primo minuto. Con Under verso il forfait, sulle fasce potrebbero giocare El Shaarawy, in panchina per gran parte della partita in Champions, ed uno tra Schick e Gerson che ha bei ricordi della squadra Viola. Spera di entrare a match in corso Defrel che non ha ancora i 90 minuti sulle gambe.

Assenza pesantissima per la Fiorentina perché Pioli è costretto a rinunciare a Chiesa per squalifica dopo il giallo rimediato contro l’Udinese. Allora il giocatore da cui partire è il Cholito Simeone, andato in gol durante la partita d’andata con un grandissimo colpo di testa. In dubbio Thereau per un affaticamento muscolare, alle spalle dell’argentino giocheranno Gil Dias e Saponara con Cristoforo, Benassi e Veretout a proteggere la difesa composta da Milenkovic, Pezzella, Vitor Hugo e Biraghi. In porta Sportiello.

179 incontri disputati tra Roma e Fiorentina, una delle squadre di Serie A più sfidate dai giallorossi. Il bilancio è leggermente a favore dei capitolini, avanti per 61 a 54 con 64 pareggi. All’Olimpico, invece, la forbice si allarga e diventa imbarazzante, 44 vittorie a 18 per la Roma che ha vinto anche l’ultima partita al Franchi per 4-2. Il faccia a faccia tra Di Francesco e Pioli vede l’abruzzese avanti per 4-3. Non positivo, inoltre, il passato del tecnico Viola contro i giallorossi. In 17 match soltanto una volta sono arrivati i tre punti. A poco più di un mese dalla morte di Davide Astori all’Olimpico si giocherà una partita particolare che la Roma dovrà assolutamente portare a casa. Davanti agli occhi del Presidente Pallotta, nella Capitale per seguire anche il ritorno col Barcellona, i giallorossi saranno chiamati a confermare qual terzo posto che gli consentirà di partecipare alla prossima Champions e di poter vivere serate come quella di martedì prossimo.

 

Margherita Bellecca

L’agente di Johansson: “Roma? Saremmo felici di venirci. Monchi è davvero interessato”

Simone Burioni – Nelle ultime settimane è circolato il nome di Marko Johansson in orbita Roma. L’entourage del portiere, di proprietà del Malmoe, attualmente in prestito al Trelleborg, è stato contattato dal direttore sportivo Monchi, che ha mostrato interesse per il loro assistito. Intercettato dalla nostra Redazione, Milan Simeunovic, ha parlato della proposta della Roma e delle volontà del giovane portiere classe ’98. Queste le sue parole:

C’è stato un contatto tra voi e la Roma per il giocatore?
Ora non posso dire molto su questo. E’ presto per parlarne, lo sai come funziona. Il mio partner ha parlato con Monchi ed anche un altro ds. La Roma è interessata perché Marko è un bravo portiere ed è molto giovane. Credo che diventerà uno dei migliori, ha grandi prospettive: sarà uno dei primi cinque al mondo. Anche Monchi la pensa così, visto che anche lui è stato un portiere. Rispetto molto Monchi ed il club, ma non mi far parlare troppo.

Qual è il prezzo di Marko?
Non voglio parlare di prezzi, ma sarebbe il portiere giusto per la Roma (ride, ndr). E’ difficile dirlo ora, dipende da quanti club vorranno il giocatore quest’estate, davvero non lo so.

C’è anche il Lipsia sul calciatore? 
Ci sono tanti club, perché lui è molto forte. Dall’Italia ci sono due club: Roma ed un altro. Non posso dire qual è l’altro però.

Marko verrebbe a Roma per fare il secondo alle spalle di Alisson?
E’ molto giovane, ma non voglio che venga messo in panchina. I giocatori giovani devono giocare, per questo è importante che giochi.

Sarebbe felice di venire a Roma?
Tutti i giocatori sarebbero felici di venire a Roma, è un grande club, perché no? Vedremo. E’ molto giovane, voglio che vada in un club dove possa giocare e non stare in panchina. La Roma è un grande club, ma ora ha iniziato questa stagione in Svezia, vedremo.

Simone Burioni

La Roma non si ferma, quarta vittoria di fila in campionato

Lavinia Colasanto – La Roma difranceschiana è diventata inarrestabile. Battendo il Milan per 2-0 è arrivato il quarto successo consecutivo in campionato, il quinto di fila contando la Champions League e addirittura il decimo in trasferta, striscia cominciata con Spalletti.

I giallorossi non perdono a San Siro, contro i rossoneri, da due anni e mezzo e nell’arco dei 90 minuti si sono dimostrati furbi e spregiudicati. Nel primo tempo è il Milan a comandare la partita sfruttando il folto centrocampo e le fasce gestite perfettamente da Rodriguez e Borini. Arrivano da lì, e dal centro, i maggiori pericoli per la retroguardia della Roma ma Alisson, dal canto suo, non si sporca nemmeno i guanti.

Sporadici gli attacchi dei capitolini che salgono di tono nella seconda frazione di gioco. Di Francesco sposta Nainggolan su Biglia e la mossa si rivela vincente. Il centrocampo di Montella viene imbrigliato e i giallorossi cominciano a macinare gioco creando occasioni su occasioni. La Roma è bella e romana con Pellegrini e Florenzi, spine nel fianco della difesa del Milan. I due sono imprendibili col centrocampista che confeziona prima l’assist per l’esterno, grande respinta di Donnarumma, e poi la palla vincente per il grande destro di Dzeko, leggermente deviato, che rompe gli equilibri. Il bosniaco è implacabile e segna il suo settimo gol in campionato in sei partite, ma soprattutto si dimostra ancora decisivo.

Nella vittoria della Roma c’è anche la firma di Alisson che, con un piazzamento super, ed una respinta perfetta, strozza l’urlo del gol nella gola di Bonucci. I giallorossi prendono sempre più campo fino a chiudere la partita con Florenzi, che torna al gol dopo 546 giorni. L’ultima rete del numero 24 era datata 3 aprile 2016 quando, durante il derby, trafisse Marchetti dalla distanza. Per l’azzurro è una vera e propria liberazione, quasi ai limiti del pianto dopo un calvario durato 11 mesi.

Il Milan scompare dal campo e Di Francesco può godersi la vittoria sul fratello Montella. Ora arriva la sosta per le Nazionali, anche se sono da monitorare le condizioni di Strootman, mentre De Rossi e Pellegrini rimarranno a Roma. L’olandese ha riportato una forte contusione all’adduttore della gamba sinistra,  il capitano un’infiammazione al ginocchio destro, il giovane numero 7 un edema al soleo destro.

Di Francesco è il capotreno di un gruppo che viaggia forte. Il vagone dei desideri chiamato Roma è partito e non vuole fermarsi adesso, prossima tappa il Napoli alla ripresa del campionato.

Lavinia Colasanto

Barcellona-Roma 4-1: le pagelle. Gli errori individuali puniscono i capitolini, troppo sottotono il centrocampo

Simone Indovino – Risultato molto pesante in terra catalana, che inevitabilmente indirizza la qualificazione. Un cinico 4-1 in favore del Barcellona che soffre tuttavia l’atletismo della Roma nella prima mezz’ora, brava a chiudere gli spazi e tentare le ripartenze. È il clamoroso autogol di De Rossi a spianare la strada ai blaugrana, che da quel momento sfruttano il calo di intensità giallorosso per macinare gioco. Il raddoppio dei padroni di casa nasce da una disattenzione difensiva a cui se ne replica un’altra pochi minuti dopo per la terza rete di PiqueDzeko riaccende la speranza, ma il goffissimo errore di Gonalons spiana la strada a Suarez che non perdona. La Roma recrimina, giustamente, due rigori: almeno quello su Dzeko è apparso piuttosto evidente.

ROMA

Alisson 5.5 – Stranamente non perfetto, anche nelle piccole cose. Presente quando gli avversari mirano verso la porta, ma alcune sue respinte non sono precise come nel terzo gol di Pique.

Bruno Peres 6.5 – Sembra quasi strano dirlo, ma è lui a sfoderare difensivamente la miglior gara della retroguardia. Mantiene alta la concentrazione per tutto il match, tenendo piuttosto a bada le scorribande di Jordi Alba. Con un po’ di fiducia in più avrebbe potuto tentare qualche sortita offensiva.

Manolas 5 – Alterna momenti di grinta assoluta ad altri in cui la concentrazione sembra svanire nel nulla. Spesso troppo fievole nei contrasti; si perde Umtiti in occasione dell’autogol da lui realizzato e non aggredisce con la giusta cattiveria Suarez che calcia in porta troppo indisturbato.

Fazio 5.5 – Pur conoscendolo bene, nulla può sui repentini cambi di direzione di Messi che lo manda spesso al bar. Fa quel che può, non sfigurando.

Kolarov 5.5 – Tanti, troppi gli errori col suo piede sinistro. I cross che mette al centro non favoriscono mai i compagni sopratutto nei calci piazzati. Sul piano dell’attenzione, non si può criticare la prestazione del serbo.

De Rossi 5 – Sfortunato, molto sfortunato. Il suo autogol, causato da un intervento voluto a salvare la patria, conferisce fiducia al Barcellona e sconforto alla Roma. DDR accusa il colpo dal punto di vista psicologico e a poco a poco si allontana dal terreno di gioco.

Strootman 5 – Chiama a gran voce ai compagni di salire, segno che la voglia di fare è alle stelle. Peccato che lo stesso sentimento non sia trasmutato in campo e gli errori nel palleggio siano davvero troppi.

Pellegrini 4.5 – Sarà l’atmosfera, sarà il Camp Nou che rende piccoli piccoli, ma la partita è da horror. Pochissimo il contributo conferito in mezzo al campo alla squadra e un’enormità di palloni persi. Ha grosse colpe sulla prima rete, in cui tenta un dribbling folle al limite della propria area. Non esente da responsabilità anche nelle marcature sul secondo gol subito.

Florenzi 5.5 – Schierato alto per consentire un’adeguata copertura a Bruno Peres, adempie al suo compito in maniera un po’ disordinata. Di Francesco contava anche sulla sua cavalcata per tessere delle ripartenze ma il romano non riesce ad accontentare il tecnico.

Perotti 5.5 – Partita molto complicata per l’argentino, che se la deve vedere con Semedo in versione robot. Le avanzate dell’avversario lo mettono in apprensione non permettendogli di esprimersi al meglio. Si divora un gol di testa a inizio ripresa, si riscatta parzialmente fornendo l’assist a Dzeko. Ma quell’errore pesa, e tanto.

Dzeko 6 – Recrimina, in maniera più che motivata, un rigore a inizio gara. Per oscuri motivi che probabilmente non conosceremo mai l’arbitro non lo concede. Si batte con orgoglio durante i primi 60 minuti per far salire la squadra, poi cala col passare dei minuti ma rimette la testa fuori dal guscio per segnare l’unica rete della Roma.

Gonalons 4.5 – L’errore commesso allo scadere che ha regalato un cioccolatino a Suarez non si può proprio perdonare. Insensata la sua voglia di stoppare il pallone nella propria area di rigore in mezzo a tanta confusione.

El Shaarawy 5.5 – Non entra in campo con la cattiveria giusta, facendosi sempre sovrastare da Jordi Alba.

Defrel 5.5 – Dà una buona spinta offensiva alla squadra, andando immediatamente vicino alla rete personale. Peccato che un intervento felino di Ter Stegen gli neghi la gioia del gol al Camp Nou.

Di Francesco 5.5 – Non è che si possa imputare più di tanto all’allenatore. La gara è stata preparata nella maniera corretta e i primi 35 minuti lo dimostrano. Una squadra corta, attenta e pronta a ripartire. Il primo svantaggio fa inevitabilmente sfumare la fiducia della Roma, che in pochi minuti compromette gara e qualificazione. Troppi gli errori individuali dei suoi centrocampisti, che sembra abbiano smarrito la tecnica di base.

Simone Indovino

2002, Barcellona-Roma 1-1. Ogni maledetto mercoledì

Luca Fantoni – 1-1 al Camp Nou, dov’è che si firma? Di sicuro non se lo chiedeva chi quel giorno era lì. Nel 2002 sia chiaro, perchè raccontare l’altro precedente sarebbe stato un suicidio sportivo, letterale e morale. Quella volta però, i tifosi giallorossi arrivarono a Barcellona forti di essere i campioni d’Italia in carica e consapevoli di potersela giocare. Gli oltre 6000 che giunsero in Catalogna, tra una paella a Barceloneta, un giro sulla Rambla e un confronto poco amichevole con la Guardia Civil, poterono assistere ad un’impresa sfiorata. Si, sfiorata, perché altrimenti non sarebbero tifosi giallorossi. All’epoca, nonostante il Barça fosse comunque una corazzata, non era sicuramente quello dei tempi di Guardiola, ma sopratutto la Romapoteva vantarsi di qualche trofeo recente in bacheca. In porta, nella squadra di Capello, giocava Antonioli. Zebina, Samuel e Panucci facevano i tre centrali con Cafù e Candelasulle fasce. In mezzo al campo c’erano Tommasi, Emerson e Lima, con Totti e Batistutadavanti. I blaugrana di Rexach, che nella storia del Club conterà poi qualcosa, avendo scoperto uno come Lionel Messi, possono annoverare tra le proprie fila giocatori come Puyol, Luis Enrique e Kluivert.

SBAGLIA CANDELA – Vuoi per l’entusiasmo, vuoi perché quell’anno la Spagna sembrava terra di conquiste, l’inizio di partita è a tinte giallorosse. Ci provano prima Batistutapoi Totti, che quella stagione aveva già colpito al Bernabeu, ma entrambe le conclusioni sono poco precise. Il Barcellona reagisce con Saviola e Rivaldo ma il primo tempo scivola via sullo 0-0. Nella ripresa passano 12 minuti e la Roma trova il vantaggio. Tottibatte una punizione da posizione laterale, Panucci stoppa il pallone in area e di sinistro batte Reina. Apoteosi nel settore ospiti. I catalani provano subito a reagire ma la difesa dei capitolini sembra poter reggere, almeno fino a quando non arriva l’errore di Candela. Il francese prova il dribbling nella sua area ma si fa rubare palla da Puyol che la mette a rimorchio per Kluivert. Il tiro dell’olandese si infila sotto la traversa, trafiggendo Antonioli. Pareggio che i ragazzi di Capello si presero e si portarono a casa ma, a conti fatti, forse rimase un po’ stretto.

ANY GIVEN WEDNESDAY – Ce ne fossero di mercoledì come questo, o come quello che la Roma si appresta a vivere di nuovo al Camp Nou. Ce ne fossero più spesso, perché si può anche perdere ma la soddisfazione di andartele a giocare queste partite e di poter dire di essere tra le migliori otto d’Europa, è impagabile. Chi è realista sa che la missione è praticamente impossibile. Eppure, chiunque sia un tifoso romanista, o comunque un appassionato di calcio, non può non sperare. Sperare che per una volta le cose vadano diversamente, che un pallone si sposti di mezzo centimetro dentro o fuori, che per una volta non debba valere la legge del più forte, che l’ideale prevalga sul razionale. Il Camp Nou sembrerà un inferno e starà a De Rossi e compagni aprirsi la strada, lottando, verso la luce, come è già successo a Stamford Bridge quest’anno o al Bernabeu una decade fa. Magari alla fine servirà a poco, ma la Roma deve crederci e deve lottare, come ha sempre fatto, ogni maledetto mercoledì.

Luca Fantoni

Aprile dolce dormire, ma non per la Roma. All’orizzonte 7 gare in 24 giorni

Simone Indovino – La primavera, l’aria fresca, le belle giornate, i prati in fiore, le uova di cioccolato da finire perché avanzate da Pasqua. Tutti fattori facilmente connessi all’idea generale e quasi mitica di relax. Accanto a chi avrà la fortuna di poter sfruttare queste cose, c’è una squadra che sta per immergersi nel momento più importante della stagione, quello in cui ci si gioca un’intera annata. La Roma, di rilassarsi, non ne può proprio parlare. Sono sette i match che attendono i capitolini in questo mese, a partire dalla sfida del Camp Nou contro il Barcellona di mercoledì per concludere all’Olimpico contro il Chievo il 28 aprile.

CAMBIARE ROTTA – La parola d’ordine è una: controvertere. È accaduto troppo spesso negli ultimi anni che la Roma vanificasse quanto di buono fatto nel corso di una stagione sbagliando poche, ma decisive, partite. Il caso più recente è quello dell’anno scorso sotto la guida di Spalletti, in cui i giallorossi, a cavallo proprio tra marzo e aprile, “buttarono” via il lavoro accumulato nei precedenti mesi uscendo sconfitti nei derby contro la Lazio (sia in campionato, sia nella semifinale di Coppa Italia) e nel doppio match di Europa League contro il LioneDi Francesco dovrà inevitabilmente evitare di replicare quanto fatto dal proprio predecessore e per questo servirà una forza mentale non indifferente. Il mister è chiamato a impegnarsi più di quanto già non faccia perimprimere ai suoi calciatori quella psicologia vincente troppo spesso desaparecidanella testa di De Rossi e compagni.

AI NASTRI DI PARTENZA – Si comincia da Barcellona. Quella che attende la Romaappare davvero una missione impossibile, ma possiamo alimentare un po’ la speranza affermando che il pallone rimane comunque rotondo anche in terra spagnola. Chiaro, tuttavia, che i giallorossi andranno ad affrontare una delle possibili vincitrici della Champions League. Uscirne con le ossa sane sarebbe già un grande traguardo per il club che in ogni caso, come dichiarato dagli stessi protagonisti, deve godersi il bel traguardo raggiunto. Dire che Leo Messi accusi ancora i problemi fisici che l’hanno tormentato ultimamente sarebbe un pesce d’aprile (per rimanere in tema) bello e buono, la Pulce ha dimostrato di aver scaldato i motori nei minuti finali della gara col Siviglia ed è pronto per la Roma.

IMPEGNI – Dopo la trasferta spagnola sarà la Fiorentina a far visita alla Roma allo Stadio Olimpico sabato 7 aprile alle 18.00. Superato un periodo di flessione, i viola si sono rialzati rientrando di prepotenza nella corsa per una qualificazione in Europa League, spinti anche dalla voglia di giocare per il loro capitano scomparso, ragion per cui lo scalpo della squadra di Pioli non sarà semplice. Prima del derby del 15 aprile su cui torneremo tra poco, è programmato il ritorno con il Barcellona. Fare calcoli adesso su quella partita appare impossibile, poiché si dovrà prima conoscere l’esito della gara d’andata. L’unica cosa certa è che la casa capitolina sarà totalmente colorata di giallorosso. E allora rieccoci, il derby. Quella gara che inizia a sentirsi nell’aria settimane e settimane prima e che stavolta assume anche connotati decisivi per l’esito della stagione. Sarà uno spareggio per il terzo posto in piena regola, dato che Roma e Laziosono in bagarre tra loro (l’Inter guarda più che interessata) per la corsa Champions. Superata la stracittadina, spazio al turno infrasettimanale contro il Genoa il 18 aprile all’Olimpico. Sulla carta è questo il match più abbordabile per i ragazzi di Di Francesco, col Grifone che gravita in acque più o meno tranquille per quanto riguarda la salvezza. Certamente più ostica la gara contro la Spal in programma tre giorni dopo. I ferraresi lotteranno per la permanenza nel massimo campionato fino all’ultima giornata, e di conseguenza non ci sarà vita facile per la Roma. La partita col Chievo di sabato 28 alle 18.00 concluderà il ciclo da brividi di questo aprile. Anche i veronesi stanno ancora lottando per mantenere la Serie A, e quindi servirà ancora una volta una squadra concentrata al massimo.

In definitiva, si prospetta un tour de force che deciderà il destino della Roma sia di questa, sia della prossima stagione. Servirà un gruppo tenace, concentrato e con tanta voglia di fare. Per continuare quel processo di crescita auspicato da tutti, a livello nazionale e internazionale. Di Fra, adesso tocca a voi.

Simone Indovino

L’ultimo posto per la Champions League

Margherita Bellecca – 56 giorni, tanti ne sono passati dal rientro dalla sosta invernale, al 18 marzo, momento dell’ultima pausa del campionato per le nazionali. Dalla partita contro l’Inter a quella di Crotone, molte cose sono cambiate. La Roma provava l’inseguimento a Napoli e Juventus per lottare ancora per lo scudetto, ora quel sogno è svanito. Rimane la battaglia per conquistare un posto, dei due rimanenti, per la prossima Champions League contro nerazzurri, Lazio e Milan.

I giallorossi hanno vissuto il periodo di maggior crisi proprio durante il trittico di fine gennaio. Il doppio match contro la Sampdoria e quello contro l’Inter hanno segnato in modo indelebile la stagione romanista. Due miseri punti conquistati con una piazza, già calda di suo, diventata bollente. Di Francesco non ha mollato e ci ha messo sempre la faccia con una parola d’ordine “lavorare”. Solo con il duro lavoro quotidiano si poteva superare il momento difficile e così è stato.

L’abruzzese ha sfoderato l’asso nella manica che porta il nome di Cengiz Under. Il turco nei piedi ha qualcosa di speciale, ogni pallone che tocca diventa oro. Il Re Mida della fascia destra è risultato decisivo in tutte le partite successive alla sconfitta casalinga contro i blucerchiati. A Verona ci ha messo 1 minuto per depositare la palla in fondo alla rete. All’Olimpico il battesimo di fuoco è stato compiuto contro il Benevento, doppietta ed assist fondamentale per Dzeko. Una giocata che ha dimostrato anche la sua abilità col piede destro. Ad Udine, poi, ha sbloccato il risultato con un bolide di sinistro dai 25 metri mentre al San Paolo ha ammutolito lo stadio con un pallonetto che ha beffato Reina con la complicità di Mario Rui. Un mese da sogno in cui è comparsa la parola Pallone d’oro, ma rimaniamo con i piedi per terra. Gengo, come lo chiamano a Trigoria, deve crescere e dimostrare ancora tanto.

Nel risorgimento romanista l’unica battuta d’arresto in campionato è arrivata in casa contro il Milan. Una prova scialba e senza mordente poi cancellata dal trionfo a Napoli e dal passaggio ai quarti di finale di Champions League, dove la Roma ora affronterà il Barcellona.  In netta ripresa Dzeko che a gennaio poteva lasciare la capitale per dirigersi al Chelsea. Il bosniaco ha vissuto un inverno di crisi, le voci di mercato e le brutte prove in campo hanno fatto scricchiolare la fiducia dei tifosi ma non quella di mister Di Francesco che è stato sempre dalla sua parte schierandolo titolare. Le risposte sono arrivate sul campo, il bomber ha ricominciato a segnare.

Chi trova meno la via della rete ma fa più assist è Nainggolan, punto cardine del gioco della Roma. Il belga è diventato un fine rifinitore oltre che ad essere pericoloso in zona gol. Un giocatore fondamentale da cui passa molto del destino della squadra. Due mesi in crescendo per i giallorossi che hanno conquistato 20 punti in 10 partite, addirittura 18 nelle ultime 7. I capitolini hanno avuto la forza di tornare in pista dopo essere finiti nella ghiaia nella curva più importante del campionato. Ora il pit stop per recuperare energie preziose per non sbagliare gli ultimi giri di una Serie A che ha ancora una storia da raccontare.

 

Margherita Bellecca

Bologna-Roma 1-1: le pagelle. Dzeko il salvatore, Schick non sa ancora brillare. Strootman e De Rossi da dimenticare

Simone Indovino – Non è di certo questo il modo migliore per prepararsi alla mission impossible del Camp Nou. Per tutti i giorni precedenti alla partita col Bologna i calciatori della Roma hanno predicato concentrazione, ma le loro parole non sono state trasmutate nel campo. Dopo l’uscita dal campo di Nainggolan per infortunio (ancora da valutare) i giallorossi calano drasticamente la loro intensità consentendo al Bologna di andare in vantaggio con Pulgar. Schick da prima punta non rende al meglio, e così Di Francesco è costretto ad affidarsi ancora su Dzeko. Il bosniaco risponde immediatamente presente siglando il pareggio. A nulla vale l’assedio finale dei capitolini che sono costretti ad accontentarsi di un solo punto.

ROMA

Alisson 6 – Incolpevole sul gol in cui il tiro di Pulgar, seppur rasoterra, è oscurato dalle tante maglie posizionate davanti l’area di rigore. Nessun’altra parata nel corso del match se non qualche sicura uscita.

Florenzi 5.5 – Di Francesco junior è la sua ombra per praticamente tutta la partita, oscurando le sue più classiche sgaloppate. Sono infatti pochissimi i cross che il terzino riesce a mettere in mezzo. Buono il lavoro di copertura.

Manolas 5.5 – Tappa i buchi fin dove può, mostrandosi attento quando serve. Mostra altrettanta confusione quando la concentrazione scende di intensità.

Fazio 5.5 – Potrebbe certamente imprimere più convinzione sia ai suoi interventi sia sui palloni giocati. Palacio è in giornata positiva e spesso lo mette in difficoltà sul piano della velocità.

Kolarov 6.5 – Insieme a Dzeko è il più (pro)positivo del pomeriggio. I compagni si affidano sempre sul suo piede sinistro, rimasto caldo nonostante i viaggi con la propria Nazionale. Sono pericolisissimi e costanti i cross messi da lui al centro, su cui purtroppo i colleghi non riescono a essere altrattanto incisivi.

De Rossi 4.5 – Brutto passo indietro per il capitano della Roma che fatica tantissimo in mediana. Molti gli appoggi, anche basilari, sbagliati, che spesso consentono agli avversari di ripartire. L’ammonizione rimediata nel primo tempo condiziona la sua partita dal punto di vista dell’agonismo.

Strootman 4.5 – Non ce ne voglia l’olandese, ma è probabilmente la peggior partita da lui disputata in stagione. L’avvio non è malvagio e riesce a mostrare una buona condinzione, ma il gol sbagliato a porta spalancata e da pochi centimetri cambia totalmente la sua gara. Da quel momento si trasforma in negativo, apparendo scarico mentalmente e fisicamente commettendo un’enorme quantità di errori in manovra.

Nainggolan s.v. – Il belga è costretto ad abbandonare il campo dopo appena 15 minuti per un problema alla coscia destra. Nelle prossime ore si potrà capire se sarà disponibile per la trasferta di Barcellona. Dita incrociate.

El Shaarawy 5 – Dove sei stato oggi, Stephan? Il Faraone in versione mummia, poiché non mette mai in atto la convinzione e la grinta che servirebbe alla fase offensiva della Roma non arrivando mai a calciare verso la porta.

Perotti 6 – In una giornata in cui la fase offensiva è più che carente, l’argentino prova a caricarsi sulle spalle tutte le responsabilità. Prende palla all’altezza di centrocampo e prova a infilarsi tra le maglie rossoblù, uscendo tuttavia spesso sconfitto. Ha però il merito di servire a Dzeko l’assist per la rete del pari dopo una bella incursione.

Schick 5 – Continuiamo a dirlo, un gol probabilmente sbloccherebbe la situazione mentale del ceco che in questo momento sembra totalmente compromessa. Specie nel primo tempo arriva anche a concludere verso la porta, ma non con la giusta cattiveria. In certi momenti del match si mostra svogliato penalizzando i propri compagni.

Gerson 5.5 – Buttato nella mischia per sostituire Nainggolan, il brasiliano non riesce ad accendere la luce. Così come a Crotone, appare spesso compassato e lento nelle scelte. Troppi i tocchi col piede sinistro prima di scaricare la sfera di gioco.

Dzeko 6.5 – Il santo Edin toglie ancora una volta le castagne dal fuoco, anticipando tutta la difesa del Bologna col capoccione per insaccare. Col suo ingresso la manovra offensiva assume decisamente altri connotati, rendendosi più scorrevole e insidiosa.

Defrel 5.5 – Entra in campo col giusto piglio e con tantissima voglia di spaccare il mondo. Spesso confusionario, ha l’occasione per svoltare la gara verso lo scadere ma il suo tiro a botta sicura è respinto dai difensori avversari.

Di Francesco 5.5 – La sosta non ha agevolato i suoi calciatori, che al ritorno in campo sono apparsi scarichi più psicologicamente che fisicamente. Per sua fortuna Dzeko risponde sempre presente, evitando una sconfitta che sarebbe pesata moltissimo nella corsa al terzo posto. Servirà decisamente un’altra mentalità se non si vuole venir fuori dal Camp Nou con le ossa rotte.

Simone Indovino