Sentenze e ricorsi tra Roma e Kappa. Il 20 luglio un nuovo appuntamento in Tribunale

Simone Burioni – Non cessa lo scontro in Tribunale tra l’AS Roma e la BasicItalia, società che detiene il marchio Kappa, sponsor dei giallorossi fino al 23 novembre 2012, giorno in cui il club di Trigoria ha rescisso unilateralmente il contratto di sponsorizzazione tecnica. Gli appuntamenti di settembre e dicembre 2017 si sono conclusi, in pratica, con un nulla di fatto: all’udienza, BasicItalia, AS Roma e Soccer, hanno chiesto congiuntamente un rinvio al fine di verificare le possibilità transattive. Il Giudice ha quindi rimandato la causa all’udienza dell’11 aprile 2018.

Inoltre BasicItalia ha avviato un procedimento nei confronti di Soccer S.a.s., debitore, secondo BasicItalia S.p.A. per forniture di merce legata alla sponsorizzazione. A fronte dell’opposizione effettuata da Soccer S.a.s. è stato instaurato un giudizio ordinario attualmente in fase istruttoria, ovvero il momento centrale del procedimento, dove si debbono acquisire tutti quegli elementi di prova.; il CTU nominato dal giudice ha depositato la propria Consulenza Tecnica d’Ufficio e l’udienza per la relativa disamina, a seguito di istanza congiunta di BasicItalia e Soccer di rinvio per verificare possibilità transattive, è stata fissata al prossimo al prossimo 20 luglio 2018.

Simone Burioni

1962, Spal-Roma 1-2. Pestrin si fa male ma resta in campo, segna Jonsson

Luca Fantoni – Se il 1962 sarà ricordato per eventi tragici come la morte di una delle più iconiche attrici americane, Marylin Monroe, oppure per momenti che faranno poi la storia come la nascita dei Beatles, sicuramente non si può dire lo stesso per il calcio italiano. La Nazionale venne eliminata ai gironi dei Mondiali, per una sconfitta molto discussa contro i padroni di casa del Cile, i club nostrani in Europa ebbero solo grandi delusioni, con la Fiorentina che perse la finale di Coppa delle Coppe, e anche la Roma fece una stagione non esaltante, arrivando solamente al quinto posto in campionato. Quello Spal-Roma era una partita di fine stagione. I giallorossi stavano ancora cercando l’aggancio al quarto posto mentre gli emiliani erano già salvi. Al timone c’era Carniglia, unico allenatore, al momento, ad aver vinto un trofeo continentale con i capitoli, la Coppa delle Fiere del 1960. Lo scheletro della squadra era sorretto da Angelillo, “PicchioDe Sisti e il capitano, “Core de Roma”, Giacomo Losi.

IN 10 – Passano solo due minuti e la Roma è già in vantaggio. De Sisti trova con un cross Menichelli che di testa insacca. L’inizio è scoppiettante. Al 5’ Pestrin si fa male alla caviglia ma all’epoca non esistevano le sostituzioni. Il giocatore quindi, dopo essere stato fuori dal campo per cinque minuti, decide di rientrare in campo e si sposta sull’ala destra. In quei pochi momenti di inferiorità numerica, la squadra giallorossa subisce il pareggio con Micheli che risolve una mischia in area. Quasi allo scadere del primo tempo, a portare in vantaggio i capitolini ci pensa un ragazzo nato a Ljusne, sulle coste svedesi. Jonsson calcia al volo un bel pallone servitogli da Menichelli, il portiere ospite, Patregnani, se lo lascia sfuggire goffamente e lo fa finire in porta. Nella ripresa è sempre lo scandinavo a rendersi protagonista con due ottimi salvataggi difensivi. Finisce così,con una Roma che, a differenza della partita precedente contro il Bologna torna ad essere bella.

MANTRA – C’è il rischio di ripetersi ma bisogna farlo. La vittoria con il Genoa ha mostrato che in effetti una crescita mentale della Roma c’è stata. La partita, anche se apparentemente semplice, poteva rappresentare delle insidie con la testa dei giocatori che poteva essere già proiettata a Liverpool. Così non è stato ma ora i ragazzi di Di Francesco si devono ripetere. La Spal è forse, tra quelle lì in basso, la più difficile da affrontare. Per maggiori informazioni chiedere alla Juventus che a Ferrara ha pareggiato. Sarà quindi fondamentale scendere in campo con la concentrazione giusta ed evitare errori banali come quello di Gerson che è costato il gol contro il Grifone. Come si dice da giorni, la partita più importante della stagione non si gioca sulle rive del Mersey, ma in Emilia Romagna, precisamente contro la Spal, sabato pomeriggio.

Luca Fantoni

Le due in lotta, che vinca la migliore

Margherita Bellecca – Una in lotta per la salvezza, l’altra per un posto in Champions League. E’ Spal-Roma che si giocherà sabato pomeriggio alle 15 al Paolo Mazza di Ferrara. I padroni di casa vengono da otto risultati utili consecutivi, due vittorie e sei pareggi. I giallorossi, invece, si sono rimessi sulla strada giusta con la vittoria contro il Genoa.

A pochi giorni dalla sfida col Liverpool Di Francesco dovrà ragionare ancor di più sulla formazione da schierare. La Champions League è troppo importante, ma anche la conquista del terzo, o quarto posto, in campionato non scherza. La rotazione non riguarderà la porta, ci sarà sempre Alisson a difendere i pali della Roma. Davanti a lui Bruno Peres vuole continuare il suo periodo positivo. Al centro un turno di riposo dovrebbe toccare a Fazio mentre giocheranno Manolas e Jesus. A sinistra Kolarov anche se il mister potrebbe pensare alla difesa a tre. Sulla mediana De Rossi non è sicuro del posto, anzi, Di Francesco sta valutando di preservarlo per la Champions League e allora Strootman potrebbe tornare in cabina di regia con Nainggolan e Pellegrini ai suoi lati. In attacco Under ha dimostrato di essere in forma e partirà dall’inizio come El Shaarawy. Unico dubbio se far riposare Dzeko o meno. In caso di panchina del bosniaco ecco un’altra chance per Schick. Rientrato in gruppo Perotti che sarà convocato. L’argentino potrebbe fare qualche minuto per mettere benzina nelle gambe in vista della Champions.

La Spal di Semplici a Ferrara ha fermato Inter e Juventus ed ha messo in grossa difficoltà il Napoli. Per tenere testa anche alla Roma attacco pesante con Paloschi ed Antenucci con Floccari in rampa di lancio. Soltanto panchina per l’ex Viviani, in rete durante la partita d’andata, a favore di Schiattarella che comporrà il centrocampo a cinque con Lazzari, Kurtic, Grassi e Mattiello. A proteggere il promettente Meret ci saranno Cionek, Vicari e Felipe.

33 partite tra Roma e Spal nella storia col bilancio incredibilmente in bilico. Sono 10 le vittorie per i ferraresi contro le 13 dei capitolini, 10 i pareggi. 9 successi a 4 per i biancoazzurri nelle 17 partite giocate tra gli anni 50 e 60 in Emilia. La statistica si completa con 4 pareggi. Una sola sfida tra Di Francesco e Semplici, quella del primo dicembre 2017 nel 3-1 dell’Olimpico dove Pellegrini trovò la sua prima rete in giallorosso. Il centrocampista spera di ripetersi anche fuori casa ma l’unica cosa che conta è vincere, per mettere pressione ad Inter e Lazio che giocheranno dopo la Roma, e per arrivare alla sfida col Liverpool col morale a mille.

 

 

Margherita Bellecca

Roma-Genoa 2-1: le pagelle. Massimo risultato, ma senza brillare. Lapadula crea apprensione ma la squadra tiene fino all’ultimo

Simone Indovino – Non sono di certo mancati gli sforzi in questo turno infrasettimanale per la Roma ma, in fin dei conti, in un momento così psicologicamente delicato, l’importante è che siano arrivati i 3 punti. È Under a marchiare per primo la serata capitolina, con un gol importantissimo che sblocca il risultato su assist di Kolarov. Il raddoppio arriva a inizio ripresa grazie a un’autorete dell’ex Zukanovic, beffato dalla traiettoria tagliata ancora del serbo, che beffa il proprio portiere Perin. Siccome se non si soffrisse non si proverebbe gusto, ci pensa Gerson a regalare la sfera al Genoa che va in gol con Lapadula. Per fortuna dei giallorossi i minuti scorrono fino a quando l’arbitro non sancisce la fine della gara: terzo posto riconquistato, ma Lazio e Inter sono ancora lì. 

ROMA

Alisson 6 – Sul tiro di Lapadula si posiziona al limite dell’area di rigore ma la sua scelta non si rivela vincente. Nei restanti minuti toglie comunque molte castagne dal fuoco con le sue sempre provvidenziali uscite.

Florenzi 6 – Se fosse stato meno egoista nel finale e avesse appoggiato quel pallone comodo comodo per Dzeko staremmo parlando di una partita quasi eccezionale, perché sulla corsia di destra è un autentico metronomo.

Fazio 6.5 – Il suo capoccione che allontana la punizione finale del Genoa vale tutto il voto in pagella. Lotta con Lapadula tutta la gara avendo sempre la meglio; nulla può sul gol subito poiché spiazzato dall’errore di Gerson e quindi fuori posizione.

Juan Jesus 6 – Gara onesta quella messa in mostra dal brasiliano, che appare meno consapevole delle proprie capacità rispetto al solito compiendo qualche svarione in fase di rinvio. Niente di troppo preoccupante, tuttavia.

Kolarov 6 – Il serbo ci ha abituato a vederlo gestire le forze in alcuni match e questo è uno di quelli. Non manca, in ogni caso, il suo aiuto il fase di spinta sulla sinistra.

Gonalons 6 – Finalmente una partita positiva per l’ex Lione, che si prende la responsabilità della manovra in regia adempiendo in maniera piuttosto corretta ai suoi compiti.

Pellegrini 6 – Ha qualità, è giovane, e di conseguenza potrebbe fare molto di più. Non che pecchi particolarmente in qualche ambito, ma tutta la piazza e sicuramente anche l’allenatore si aspettano molto di più da lui.

Gerson 5.5 – Si distingue maggiormente per la fase di contenimento, in cui è bravo a contrastare con grinta gli avversari, che in quella offensiva, dove è protagonista di alcuni errori basilari in fase di impostazione. Macchia la sua gara con l’errore che porta al gol del Genoa.

El Shaarawy 5.5 – Un passo da invidiare quello di stasera del Faraone, peccato che poi si perda nel momento decisivo dell’azione. Quasi banali i suoi errori quando deve servire i compagni a ridosso dell’area di rigore.

Under 7 – Rispolverato da titolare dopo qualche peripezia dovuta ai problemi fisici e al recente cambio modulo, il turco non si fa attendere e marchia il tabellino alla prima occasione possibile con un’estirada su assist di Kolarov. Buoni spunti, fino a quando cala d’intensità e il mister lo richiama in panchina.

Dzeko 6 – Quando la sfera arriva tra i suoi piedi, i compagni sanno che può smistarla ovunque. Le azioni offensive gravitano intorno a lui ma il gol non arriva neanche oggi: avrebbe dovuto essere decisamente più cattivo e incisivo nel finale quando è anticipato di un soffio dal tentativo disperato del difensore del Genoa.

Manolas 6 – Entra per far legna e aiuta i compagni in retroguardia, rendendosi anche protagonista di un errore in disimpegno al limite dell’arresto.

Schick 5.5 – Potrebbe far di più nei minuti che l’allenatore gli concede, specialmente nelle ultime battute in cui non si capisce con Dzeko sprecando un ottimo contropiede.

Strootman s.v. – Contribuisce a mantenere il vantaggio nei minuti finali.

Di Francesco 6 – Per usare un eufemismo, non è che oggi la sua squadra abbia proprio brillato per concentrazione e tenuta. Vero, l’importante è che i tre punti siano arrivati ma certi cali d’intensità non sono tollerati. Inevitabile pensare al Liverpool, ma c’è un importantissimo terzo posto da difendere fino alla fine.

Simone Indovino

File nella Capitale per i biglietti Roma-Liverpool e quelli di Anfield. Primi tifosi arrivati domenica dopo il derby

Luca Fantoni – La voglia di Roma è tantissima. Se contro il Barcellona è bastato arrivare davanti ai Roma Store la mattina molto presto, questa volta contro il Liverpool, chi arriverà questa sera rischia di non prendere il biglietto. Le file sono già lunghe con i primi della lista che sono arrivati e dormono davanti al negozio addirittura da domenica, dopo il derby, con la speranza di poter acquistare un tagliando per la semifinale di Champions League.

LIVE

Ore 17:50 – Fuori dal Roma Store di Via del Corso si è creata una lunga coda di tifosi.

Ore 17:00 – Questo pomeriggio alle ore 16:00 è iniziata la prima fase di prelazione per i biglietti di Liverpool-Roma: al Roma Store di via del Corso si sono presentate poche persone. Da sottolineare però che per la seconda fase di prelazione, quindi per i soli possessori di almeno 3 biglietti su 4 per le gare Chelsea-Roma, Atletico-Roma, Shakhtar-Roma e Barcellona-Roma e di entrambi gli abbonamenti di campionato e 3 gare UCL 2017/18, alle ore 16:30 erano già 150 le persone in lista. Il Roma Store ha annunciato che quando si arriverà a quota 300 tifosi prenotati verranno bloccate le iscrizioni. Inoltre una singola persona può acquistare solamente 4 tagliandi.

Ore 16:00 – Per l’acquisto dei biglietti online la Roma si appoggia ad un provider che permette di gestire gli eventi ad alta affluenza. Sostanzialmente permette di ridirigere gli utenti, prima di entrare direttamente nel sito di vendita, quindi in questo caso asroma.com, su una propria pagina, una sorta di sala d’attesa. Ogni minuto vengono redirezionati gli utenti sul sito di vendite dei biglietti in base al carico dei posti disponibili. C’è monitoraggio costante con cui si alza o si abbassa il numero di utenti che ogni minuto si decide di far accedere all’acquisto. Concetto simile a quello della fila alle Poste: si prende il numeretto e si verrà chiamati quando sarà il proprio turno. Il vantaggio però è che, durante l’attesa, l’utente può svolgere qualsiasi attività: può anche chiudere il computer e aspettare che gli venga notificato per email quando è il proprio turno. Inoltre il programma calcola il tempo di attesa. Non si perdere il proprio posto in coda. Questo sistema è stato utilizzato anche per il concerto di Vasco Rossi e in generale è applicato a tutti gli eventi per i quali si prevede un grande volume di richiesta. La coda non esiste sempre, perché questo servizio è in grado di valutare, in base alla richiesta, se c’è necessità o meno di creare una coda. Durante l’attesa, si è inoltre avvisati sullo stato della vendita dei biglietti. Questa funzionalità al momento è sfruttata in Serie A solo dalla Roma e dall’Inter.

Ore 14:30 – Lunga fila anche alla Feltrinelli di via Ottaviano dove nella lista sono già arrivati al numero 26.

Luca Fantoni

2013, Roma-Genoa 3-1. Totti fa 225 gol in Serie A e raggiunge Nordahl

Luca Fantoni – Roma-Genoa è stata la partita d’addio di Totti, è vero. Ma sarebbe stato troppo facile, per la nostra rubrica, scegliere quella partita e troppo difficile poterla raccontare nel modo opportuno. Per metabolizzare emozioni del genere serve tempo. Questa volta torniamo indietro di cinque anni, ad un altro traguardo che l’ex capitano della Roma ha raggiunto contro il Grifone. 225 gol in Serie A, superato Nordahl, che era in seconda posizione da ben 55 anni, molti. Fu la serata che lo fece entrare definitivamente nell’olimpo dei marcatori del campionato italiano, battendo un altro record e dimostrando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il fuoriclasse che è. Quella stagione dei giallorossi fu forse il momento più basso di tutta l’era americana. In panchina sedeva Andreazzoli. In porta c’era Stekelenburg, la difesa a 3 era formata da Piris, Burdisso, Romagnoli con Torosidis e Balzaretti spostati come esterni a centrocampo. In mezzo c’erano Pjanic e De Rossi, con Totti e Lamela alle spalle di Osvaldo.

225 – E chi se non Daniele De Rossi poteva procurare il rigore per il 225° gol di Totti? Da romano a romano. Il numero sedici, al 7’, si incunea in area di rigore, salta due avversari ma viene steso dal terzo. Dal dischetto il capitano non sbaglia, esulta con il solito ciuccio in bocca e supera Nordahl. L’ennesimo muro abbattuto da Totti sembra stimolare tutti gli altri giocatori, tanto che anche Stekelenburg, non certo protagonista di una stagione esaltante fino a quel momento, si supera prima su un colpo di testa di Bertolacci e poi su una palla sbucata fuori da una mischia in area. Nulla può però il portiere olandese sul rigore guadagnato e calciato da Borriello, che manda le squadre al riposo sull’1-1. Nella ripresa a segnare il gol del vantaggio giallorosso è Alessio Romagnoli con un colpo di testa su calcio d’angolo, alla prima da titolare in Serie A. La squadra di Ballardini reagisce, ma continua a sbattere su uno strepitoso Stekelenburg. L’espulsione di Kucka nel finale fa ripendere l’ago della bilancia dalla parte dei capitolini che trovano il gol del 3-1 e della vittoria, con un tipico inserimento di Perrotta.

LIVERPOOL VIENE DOPO – Dal momento più basso, a quello più alto della gestione americana. Se fosse arrivata la vittoria nel derby, i tifosi della Roma avrebbero passato la settimana più bella della loro vita calcistica. Non è vero però il detto che bisogna sapersi accontentare. Non deve essere vero, specialmente in un momento come questo in cui il rischio di sentirsi già arrivati è troppo alto. Di Francesco parla spesso di mentalità e di come sia importante affrontare tutte le partite alla stessa maniera. Niente di più vero. La qualificazione in Champions League, la possibilità di fare una campagna acquisti estiva dispendiosa e il poter vivere le ultime partite in serenità, sono tutte cose che passano per i match contro Genoa e Spal che, fino a martedì prossimo, sono i più importanti della stagione.

Luca Fantoni

Roma mantieni la concentrazione

Margherita Bellecca – E’ tempo di accantonare una settimana pazzesca per la Roma e concentrarsi sul Genoa, prossimo avversario dei giallorossi mercoledì sera alle 20.45 allo Stadio Olimpico. Il pareggio ottenuto nel derby fa tornare i capitolini al terzo posto, grazie allo scontro diretto favorevole con la Lazio, mentre il Grifone è tranquillo a metà classifica con i suoi 38 punti ed è reduce dalla vittoria contro il Crotone.

Un finale di fuoco aspetta Di Francesco che è chiamato a ruotare i giocatori per tenerli freschi e sull’attenti. Previsti alcuni cambi rispetto alla stracittadina. Chi è ben saldo è Alisson, inoperoso contro Immobile e compagnia. In difesa si tornerà a 4 con un turno di riposo per Manolas, uscito anzitempo dal derby per dei crampi. Al centro ci saranno Fazio e Jesus, sulle fasce a destra tornerà Florenzi, che ha smaltito completamente la febbre, a sinistra impossibile rinunciare a Kolarov. Turnover anche a centrocampo perché nelle gambe dei calciatori si fanno sentire le fatiche di due partite toste come Barcellona e Lazio. In cabina di regia Gonalons è pronto a prendere le redini al posto di De Rossi. Il francese sarà accompagnato da Pellegrini e Nainggolan. In attacco Dzeko ha mostrato la voglia dei giorni migliori nel finale del derby, quindi Di Francesco punterà ancora sulla sua ariete. Un posto da titolare c’è anche per Under. Da decidere l’ultima freccia. El Shaarawy è in vantaggio su Schick mentre spera di recuperare, almeno per la panchina, Perotti.

Ragionamenti sulla formazione da schierare anche per Ballardini che punterà su Pandev per scardinare la difesa romanista. Da decidere il partner del macedone: Galabinov è favorito su Lapadula. A centrocampo attenzione al dinamismo di Laxalt con Bertolacci ed Hjilemark che proveranno ad accendere la squadra con la loro qualità. Davanti a Perin non mancherà la solita schiera di ex: Zukanovic, Spolli e Rosi partiranno dal primo minuto.

Sono 111 le volte in cui Roma e Genoa si sono incontrare. Avanti i giallorossi per 52 a 36, 23 i pareggi. All’Olimpico non c’è storia, 41 a 9 a favore dell’attuale squadra di Eusebio Di Francesco. Il Grifone non vince nella Capitale dalla stagione 89/90 mentre l’ultima partita disputata in casa è stata decisa da Perotti allo scadere, nel giorno dell’addio di Totti. L’andata, invece, è terminata per 1-1 con l’espulsione di De Rossi per schiaffo a Lapadula. Un episodio che potrebbe aver condizionato il difficoltoso inverno della Roma. Non sono concessi errori come quello perché alla fine del campionato mancano appena sei giornate. La volata per la Champions si fa calda con tre squadre in un punto. I giallorossi vorrebbero raffreddarla dando una scossa a partire da mercoledì dove i tre punti sono d’obbligo.

 

Margherita Bellecca

Champions League, è corsa a tre

Gianluca Notari – Serie A ancora apertissima per quanto riguarda il discorso Europa. Per la qualificazione alla Champions, però, alle spalle di Juventus e Napoli i posti rimasti sono due, con quattro squadre a contenderseli: il calendario e gli impegni europei, queste le due variabili che determineranno la corsa alla prossima Champions League per Roma, Lazio, Inter e Milan. Gare europee che riguarderanno solamente la Roma, unica italiana impegnata sul fronte internazionale, con le gare contro il Liverpool da giocare il 24 aprile ed il 2 maggio. Certamente, oltre che dal punto di vista fisico, queste due partite toglieranno tanto, tantissimo dal punto di vista mentale alla squadra di Eusebio Di Francesco, che dovrà esser brava a non perdere punti nel cammino in campionato.

Già, il campionato. Sarà probabilmente il calendario a fare la differenza nelle ultime 6 partite della Serie A. Il Milan, anche se sulla carta è la squadra con il calendario migliore, è piuttosto attardato rispetto alle altre tre compagini. Appaiate invece Roma e Lazio: i giallorossi hanno davanti a loro un percorso – sempre sulla carta – piuttosto semplice, intervallato dall’unico big match rimasto da giocare, quello dell’Olimpico contro la Juventus, mentre i biancoazzurri dovranno effettuare test certamente più impegnativi. Fiorentina, Sampdoria, Torino, Atalanta, Crotone ed infine, all’ultima giornata di campionato, l’Inter: sarà lì, probabilmente, che le due squadre si giocheranno l’accesso alla prossima Champions League se si dà per scontato, solamente per un attimo, che la Roma sia già dentro e che il Milan sia già fuori. Che poi, di scontato, non c’è davvero nulla: la Roma nelle ultime 3 gare di Serie A ha totalizzato solamente due punti, mentre l’Inter non vince da ormai diverse settimane. Anche la Lazio sta tenendo un cammino piuttosto balbettante, così come quello – manco a dirlo – del Milan di Gattuso, che ormai da inizio campionato procede a corrente alternata.
Insomma, l’impressione che rimane in queste ultime giornate possa succedere davvero di tutto, in campionato così come in Champions.

Gianluca Notari

Lazio-Roma 0-0: le pagelle. Poca precisione, ma anche tanta sfortuna. Le due squadre si dividono la posta

Simone Indovino – Meglio due feriti che un morto, si dice. Roma e Lazio si dividono la posta in palio in questo derby di primavera che rimane ancorato sullo 0-0. Gara molto bloccata sin dall’avvio, considerata la delicatezza del match in termini di classifica. A muovere le acque è Bruno Peres, che a tu per tu con Strakosha dopo un’imbucata di Nainggolan coglie un palo clamoroso. L’ingresso in campo di Under mette in apprensione la squadra di Inzaghi, che è costretta a rimanere in 10 a causa del doppio giallo rimediato da Radu. La Roma ci prova fino all’ultimo secondo di gioco con Dzeko: il bosniaco prima impegna il portiere avversario, pochi secondi dopo coglie un altro legno che nega la vittoria ai giallorossi.

ROMA

Alisson 6.5 – La prima parata del brasiliano, anche fin troppo semplice, avviene appena a metà secondo tempo. Nei restanti giri d’orologio, una buona guardia della propria area di rigore da libero aggiunto.

Fazio 7 – Insieme al compagno di reparto si innalza a migliore in campo. Prende di testa qualsiasi pallone che graviti nella sua zona, facendo una buonissima guardia su Immobile prima e su Milinkovic-Savic nel finale.

Manolas 7 – Fino a quando non è costretto ad alzare bandiera bianca per gli acciacchi fisici, il greco è il protagonista della difesa giallorossa, compiendo interventi sempre puntuali ed efficaci. Si fa anche sentire a gran voce per dirigere il resto della retroguardia.

Juan Jesus 6 – Gara ordinata e ampiamente sufficiente quella dell’ex Inter, schierato ancora una volta nella difesa a 3, segno della fiducia che il mister ripone in lui. Soffre inizialmente Felipe Anderson, ma col passare dei minuti prende le giuste misure.

Bruno Peres 6 – Inizia col freno a mano tirato, ma sale di rendimento col passare dei minuti. Buona la guardia difensiva fino all’ingresso in campo di Lukaku, che lo mette in difficoltà coi i suoi scatti. Sfortunato ma al contempo non troppo preciso nell’occasione del palo da lui colpito a tu per tu col portiere biancoceleste.

De Rossi 6.5 – Piede più arrugginito rispetto alla partita di martedì ma la sua presenza davanti alla retroguardia, con questo nuovo sistema di gioco, è fondamentale. Buona gestione del possesso eccezion fatta per un errore sul finale che spiana la strada a un contropiede avversario.

Strootman 6.5 – L’olandese corre tantissimo, muovendosi a tutto campo e facendo da raccordo tra la linea di difesa e quella d’attacco. Il giallo rimediato per un fallo obbligatorio lo condiziona un po’ sugli interventi finali.

Kolarov 6 – Quanta voglia avrebbe di purgare i suoi vecchi tifosi, peccato che la mira stasera non sia proprio ottimale. Qualche pasticcio difensivo di troppo evacuato dai suoi compagni di reparto.

Nainggolan 6 – Il motore diesel del Ninja gli consente di carburare col passare dei secondi rendendosi una spina nel fianco per la difesa laziale grazie alle sue incursioni. Accusa un calo fisico nel finale che lo porta a compiere alcune scelte di gestione poco sensate.

Schick 5.5 – Tantissima voglia agonistica ma altrettanta confusione che troppo spesso lo induce a perdere dei sanguonisi palloni a causa di controlli non proprio precisi. Purtroppo mai pericoloso in zona offensiva, considerata la prevalenza tattica all’interno del match fino al momento in cui rimane in campo.

Dzeko 6.5 – Senza di lui la manovra offensiva giallorossa sarebbe scarna. Si muove su tutto il fronte offensivo, smistando palloni a destra e a sinistra. Gli si riempiono gli occhi di sangue come un torero di fronte a un drappo rosso nel finale, dove impegna Strakosha e colpisce una clamorosa traversa. Avrebbe meritato almeno una marcatura.

Under 6.5 – I suoi scatti mettono subito in apprensione gli avversari, ancorandoli nelle posizioni di competenza. Ha il merito di far finire in maniera anticipata la partita di Radu.

Florenzi 6 – Messo in campo per contrastare le avanzate di Lukaku, adempie al suo compito non disdegnando le avanzate nella metà campo avversaria mettendo in area dei preziosi cross.

El Shaarawy 6.5 – Disputa appena 10 minuti ma a buon ritmo, impensierendo la difesa della Lazio. A dir poco provvidenziale il suo intervento in ripiegamento su Marusic che evita la sconfitta alla squadra.

Di Francesco 6 – Era necessario far dimenticare l’impresa di Champions League per giocare al meglio questo derby e i giocatori, nonostante la mancata vittoria, hanno rispettato le attese. Una partenza così così da parte dei suoi, che sono stati in grado di aumentare il proprio rendimento col passare del tempo. Troppi tuttavia gli errori in appoggio, forse influenzati anche da una comprensibile stanchezza fisica.

Simone Indovino

2015, Lazio-Roma 1-2. Da Manolas a Yanga-Mbiwa: due colpi di testa per la Champions

Luca Fantoni – È incredibile come, qualche volta, a compiere le grandi imprese siano gli antieroi per eccellenza, giocatori il cui compito è mandare la palla più lontana dalla porta e non dentro. Sarebbe facile far segnare Dzeko, tanto lui segna sempre. Quando a gonfiare la rete sono Yanga-Mbiwa o Manolas, l’atmosfera durante e dopo diventa surreale. “Ma veramente hanno segnato loro? Quelli che di testa ci rinviavano solo?”. Si, veramente. Se poi in mezzo ci buttiamo anche il destino che ha restituito al greco ciò che gli aveva tolto una settimana prima, ecco che i contorni storici e mistici dell’impresa sono delineati. Torniamo a quel giorno però. 25 maggio 2015. Roma e Lazio si stanno giocando l’accesso diretto alla Champions League, un derby di alta classifica. I biancocelesti sono dietro di un punto e devono vincere per forza. I giallorossi al contrario, possono anche accontentarsi del pareggio. Tipica situazione in cui Totti e compagni rovinerebbero tutto. E invece no, non questa volta. Perché essere romanista ti regala tanti dolori, è vero, ma certe volte ti regala gioie immense. In panchina c’era Garcia. In difesa la coppia centrale era formata dai due eroi, Yanga-Mbiwa e Manolas. Sulle fasce giocavano Torosidis e Holebas bassi, e Florenzi e Iturbe alti. A centrocampo c’erano De Rossi, Keita e Nainggolan con Totti unica punta.

SORPRESE – Nell’aria c’è già qualcosa di strano fin dall’inizio, vuoi perché Iturbe è titolare, vuoi perché la prima ad attaccare è la Lazio, ma già si preannuncia che sarà un pomeriggio pieno di sorprese. A rendersi pericolosi sono subito Felipe Anderson e Klose con il colpo di testa del tedesco che in altre nove occasioni su dieci sarebbe sicuramente entrato. Il primo tempo finisce così, con poche emozioni. Nella ripresa sono sempre i biancocelesti a partire forte con Basta che sfiora il gol. Al 61’ Ibarbo sostituisce Totti. Ibarbo per Totti? Siamo tornati indietro a Roma-Slovan Bratislava di Luis Enrique? I risultati dicono proprio di no, perchè dodici minuti più tardi il colombiano si defila sulla fascia e mette in mezzo un cross basso sul quale arriva Iturbe che deposita il pallone alle spalle di Marchetti. Questo è uno dei tre gol con la maglia giallorossa per l’argentino. Ha scelto l’occasione giusta. Poco dopo i laziali rialzano la testa con un gol di Djordjevic ma, a cinque minuti dalla fine, Pjanic batte una punizione in mezzo all’area, sulla quale spunta la testa di Yanga-Mbiwa che, come farà il suo compagno di reparto tre anni dopo, spizza la palla quel poco che basta per mandarla in porta. La Roma è in Champions League senza passare per i preliminari grazie all’uomo meno atteso, quello che i gol doveva evitarli.

CRESCITA – Non sempre andrà in questo modo. Per la legge dei grandi numeri arriveranno prima o poi altri dolori. Quello che la Roma può fare è cercare di ridurli, cominciando a costruire una mentalità che non ha mai avuto prima. Qual è il rischio del derby? Sicuramente il sentirsi appagati, pensare che una semifinale di Champions basti a rendere una stagione esaltante. No, non basta. Non basta perché se smetti di sognare potevi anche non cominciare a farlo, non basta perché se vuoi essere ricordato devi arrivare primo, non basta perché dopo anni di delusioni e di vittorie sfumate all’ultimo pallone è arrivato il momento che quel pallone rotoli nella porta avversaria. La Roma deve ricordarsi che non gioca più in 11, ma a questi ce ne deve aggiungere 55mila che martedì erano stanchi, tesi e felici come i giocatori. Nel derby non saranno così tanti ma saranno altrettanto affamati, desiderosi di trasmettere questa fame a De Rossi e compagni. Il Liverpool può aspettare, ora bisogna chiudere la settimana perfetta con una vittoria sulla Lazio.

Luca Fantoni