Simone Burioni- Questa mattina Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma, ha partecipato all’evento Champions Impact presso la sede dell’Università LUISS Guido Carli di Roma. Insieme al dirigente giallorosso presente anche Francesco Calvo, Chief Revenue Officer del Barcellona. L’incontro, organizzato in collaborazione con Italia Camp, doveva avere come moderatore il COO della Roma Guido Fienga che non è potuto essere presente all’evento per un contrattempo. Il direttore generale ha parlato in conferenza stampa. Queste le sue parole:
“La Roma è un patrimonio quotidiano della città. I numeri del bilancio servono a portare risultati tangibili, cioè trofei. La ragione principale dell’investimento americano è l’identificazione con la città. Lo studio partiva da una considerazione: Roma era una delle cinque città più conosciute del mondo. La Roma fin dalla sua nascita si è identificata con la città. In tutti i documenti che abbiamo dalla fondazione in poi, tutti parlano dei colori della Roma e dicono che abbia “i colori di Roma”. È per vocazione, sin dalla nascita, una società rappresentante della città. Noi ragioniamo sempre in termini di Partnership, parliamo di condivisione. Abbiamo creato una struttura produttiva di spessore, che fa prodotti live, che vincoliamo attraverso i vari social. Siamo in dirittura di arrivo con alcune collaborazioni. Quanto impatta la tecnologia sull’andamento dei giocatori e della squadra? È un tema ricorrente. Il nostro proprietario è un attivo investitore sullo sviluppo di intelligenza artificiale. È una materia condivisa dalla società. Abbiamo amplificato la raccolta dati, creato software chiamati “AS Roma system”. È un tema su cui crediamo e investiamo concretamente.La corrente amministrazione ha deciso di accompagnarci nel progetto stadio perfettamente consapevole delle ricadute economiche e sociali di un progetto di questa portata. Ma sono tante le iniziative con risvolti sociali che svolgiamo assieme al Comune, ad esempio abbiamo fornito defibrillatori alle scuole calcio assieme all’Assessorato, oppure facciamo formazione nelle scuole con “A scuola di tifo” insegnando la lotta al bullismo e al razzismo. La Roma si pone nella prospettiva della responsabilità. Dal momento che si comprende di rappresentare qualcosa di importante, perché siamo una comunità, ogni scelta ha il senso della responsabilità. Una delle prime considerazione è stata: cosa fare con i ragazzi giovani che giocano per noi? Ad esempio, gli abbiamo affiancato uno psicologo, perché vengono da altre città e vivono senza le loro famiglie. Sentono tutte le tensioni e le incertezze, perciò vogliamo seguirli e aiutarli. Meno del 3% dei giocatori che frequentano le giovanili diventano professionisti: le squadre di calcio sono complici di questo sogno, ma poi devono compiere delle scelte. Perciò abbiamo ritenuto necessario proporre un percorso alternativo a chi non diventa professionista, facendolo partecipare alle attività didattiche di una scuola di Ostia, un liceo scientifico a indirizzo sportivo. Inoltre abbiamo deciso di insegnarli anche una seconda lingua, perché può aprire molte opportunità: ad esempio quando facciamo il camp in Florida molti ragazzi vengono presi dai College americani, perciò diamo loro la possibilità di frequentare delle università economicamente poco accessibili”.
A lui si è aggiunto Calvo che ha detto:
“Alla base del Barcellona ci sono cinque valori. Umiltà, fatica, ambizione, rispetto e lavoro di squadra. Cerchiamo di formare individui e non solamente atleti, che sono una conseguenza. Nel Barcelona sono più importante le emozioni che trasmettiamo che la vittoria, questa è una conseguenza del bel gioco e dello spettacolo. L’impatto dei campioni nel campo e fuori? Noi abbiamo una grande fortuna, sono cresciuti tutti nel Barcellona: Pique, Messi, Iniesta e così via. Loro sono un esempio per i giovani, conoscono il peso e la storia del Club. Ci aiutano tanto a dare un esempio. Come si misura l’impatto di un campione? Anche qui siamo viziati: Messi ha fatto il Barcellona o il Barcellona ha fatto Messi? Nessuno può rispondere, è troppo difficile. I biglietti così costosi? Il Barcellona ha uno stadio di 90mila persone, per essere abbonato devi essere socio. 600 euro è il prezzo medio per i biglietti per tutte le gare di tutte le competizioni. Il prezzo per l’abbonamento è molto basso, se li mettessimo seguendo la media europea guadagneremmo, almeno, 50 milioni in più all’anno. Il prezzo alto è per il settore ospiti e sui posti rimanenti perché ci sono pochi biglietti e favoriamo chi è abbonato.
Simone Burioni