Crotone-Roma 0-2: le pagelle. Radja, la Calabria fa sorridere. El Sha al posto giusto al momento giusto, Alisson c’è sempre

Simone Indovino – Serviva rispondere immediatamente all’Inter e la Roma non si è fatta attendere. 0-2 in casa del Crotone e successo importantissimo per quanto riguarda la corsa Champions. Sono El Shaarawy e Nainggolan i mattatori della partita odierna, non semplice come può apparire. La grande ragnatela messa in atto da Zenga reca fastidio alla manovra capitolina che poi emerge grazie alle qualità dei suoi. Protagonista ancora Alisson, che tiene a galla la sua squadra compiendo un miracolo in uscita su Trotta, che aveva approfittato di un buco di Fazio.

ROMA

Alisson 7 – Vuoi o non vuoi entra sempre tra i migliori della giornata. Si immola in uscita su Trotta pronto a spedire il suo sinistro verso la porta, tenendo il vantaggio i suoi compagni. Bene, come sempre.

Bruno Peres 6 – La paternità non ha scalfito il brasiliano che si è reso protagonista di una gara positiva in cui, contrariamente alle sue solite prestazioni, è spesso arrivato sul fondo mettendo palloni interessanti al centro.

Juan Jesus 6 – Buon comportamento ordinario del centrale brasiliano, che fa a spallate e gestisce con intelligenze le avanzate degli avversari.

Fazio 6 – Sempre ben posizionato, rischia di macchiare la sua gara a causa di un controllo difettoso che permette a Trotta di scappare verso l’area di rigore. Per fortuna in porta ha un Alisson in stato di grazia.

Kolarov 6.5 – Gara sicuramente meno consistente rispetto quella di martedì. Il serbo, ancora orfano di un sostituto all’altezza, gestisce le energie fino a quando piazza il precisissimo cross vincente per El Shaarawy.

Gonalons 6 – Partenza in sordina, in cui sbaglia diverse aperture anche senza pressione. Migliora il suo rendimento col passare dei minuti, guadagnandosi un’onesta sufficienza.

Pellegrini 5.5 – Ci si aspetta sempre di più dal centrocampista romano che non sta riuscendo a compiere il passetto decisivo per risultare determinante. Quest’oggi tanta corsa ma altrettanti errori in manovra che non aiutano la già lenta trama di gioco della squadra.

Nainggolan 7 – L’aria calabrese fa bene al belga che si ripete allo Scida dopo lo scorso anno. Pregevolissimo il sinistro con cui mette in cassaforte il risultato; bravo a dare continuità e costanza all’interno di tutti i 90 minuti.

Gerson 5.5 – Il terreno di gioco che rallenta il pallone non aiuta il sinistro del brasiliano, che si è tuttavia dimostrato poco cattivo e cinico nei 70 minuti concessogli quest’oggi dall’allenatore. In determinate situazioni avrebbe potuto imprimere più cattiveria per impensierire i difensori avversari.

Dzeko 6 – Si mangia un gol con la porta spalancata, ma è buon protagonista delle manovre offensive giallorosse. Con gli spazi chiusi è lui a tornare in zona mediana a prendersi il pallone. Dopo una settimana caratterizzata dal gol qualificazione con lo Shakhtar e il compleanno, gli perdoniamo il fatto di non aver timbrato il cartellino oggi.

El Shaarawy 6.5 – Non qualitativamente la sua miglior prestazione stagionale, ma il gol che sblocca il risultato è di vitale importanza all’interno di una gara non semplice. Ha il merito di farsi trovare al posto giusto al momento giusto, sfruttando il perfetto cross di Kolarov.

Strootman 6.5 – Col suo ingresso in campo al posto di Pellegrini la manovra giallorossa acquista più brillantezza e velocità. Prezioso anche in fase di contenimento durante i minuti di assalto avversari.

Florenzi 6.5 – Ingresso in campo più che positivo per il classe ’91 che si dimostra una spina nel fianco per la difesa avversaria, servendo un perfetto pallone e Under e andando vicino al gol personale.

Under s.v. – Qualche minuto finale sulla corsia di sinistra, dove si mangia un gol praticamente fatto. Perdonato, Cencio.

Di Francesco 6.5 – Non era facile riprendere la concentrazione dopo la bellissima qualificazione europea. Ci è riuscito il mister, che ha dato una mentalità vincente ai suoi che sono apparsi concentrati per tutto l’arco della gara nonostante il grande lavoro fisico degli avversari. Bene così, serve non fermarsi.

Simone Indovino

Eusebio e la Roma che non vorrei

Lavinia Colasanto – La Roma non c’è più. I giallorossi cadono in casa contro la Sampdoria per 1-0 sprofondando in un abisso che sembra essere senza fine. Che sia una serata difficile lo dimostrano i cori contro la società poco prima della partita e un avversario che mette subito alle corde la squadra di Eusebio Di Francesco che, come Rocky Balboa contro Apollo Creed, incassa i colpi senza andare giù, grazie ad un Alisson che si conferma il petalo più prezioso della rosa.

La prima mezzora della Roma è da mani nei capelli. I capitolini fanno fatica a superare la metà campo, sbagliano appoggi facili e la Sampdoria non è lesta nello sfruttare le enormi occasioni che capitano a Zapata e Caprari.

La serata è fredda ma i giallorossi riescono a sciogliere il ghiaccio che avevano sulle gambe e prendono fiducia, fino al rigore guadagnato da Under per un fallo di mano di Berezinski. In campo ci sono Dzeko, Strootman, Kolarov, Pellegrini ed anche El Shaarawy, ma sul dischetto si presenta a sorpresa capitan Florenzi che, data la pesantezza del momento e per via della fascia, si prende la responsabilità. Il risultato non è eclatante, terzo rigore consecutivo sbagliato dalla Roma e pubblico che comincia a rumoreggiare.

Si va ai box con una Roma in difficoltà, ma il cambio gomme è perfetto e la grinta con cui la squadra aggredisce l’avversario lo dimostra. Comincia un tiro a bersaglio, ma anche qua si palesano i classici problemi sulla concretezza offensiva. Nelle ultime 5 partite i capitolini hanno segnato soltanto 4 gol, gli stessi di Benevento e Spal, addirittura meno del Verona. Viviano risponde sempre presente consentendo ai suoi di restare in partita.

Il finale è drammatico, un fulmine a ciel sereno colpisce l’Olimpico. Dormita della difesa della Roma, cross di Murru che trova perfettamente Zapata. Jesus non lo vede alle sue spalle, Kolarov non lo segue e il colombiano deposita in rete a porta vuota. Neanche un supereroe come Alisson poteva fare qualcosa.

Finisce la partita, la Roma perde ed arriva una bordata di fischi dai quasi 30 mila presenti. La Curva chiama la squadra sotto al settore ma tutti rientrano negli spogliatoi. Il momento è difficile e sembra essere davvero complicato uscire da una situazione del genere. Il treno per la Champions sta scappando ma ora i giallorossi dovranno guardarsi anche alle spalle.

Lavinia Colasanto

2017, Crotone-Roma 0-2. Nainggolan segna da capitano e Dzeko fa 25 in stagione

Luca Fantoni – Tre partite e tre vittorie. Sono solo questi i precedenti tra Roma e Crotone e l’unico allo Scida è quello vinto dai giallorossi per 2-0 nella stagione scorsa. Se nella partita d’andata di quel campionato i capitolini dilagarono facendo affidamento sulla loro bandiera, Francesco Totti, in quella di ritorno a trascinare la squadra furono altri due giocatori cardine, Dzeko e Nainggolan. Il Ninja, capitano per l’occasione, riuscì a raggiungere quota 9 gol stagionali, dimostrando ulteriormente quanto il gioco di Spalletti riuscisse a esaltare in maniera incredibile le sue doti offensive. Alisson ancora non era titolare e in porta giocava Szczesny. La difesa a 3 era formata da Manolas, Rudiger e Fazio. A centrocampo i due esterni erano Bruno Peres ed Emerson Palmieri con Paredes e Strootman al centro. Davanti Salah e Nainggolansostenevano Dzeko. Il Crotone di Nicola, che sembrava in una situazione di classifica disperata, rispondeva con Cordaz, tra i pali, Ceccherini, Dussenne, Ferrari e Rossi in difesa. Sulla linea mediana agivano Capezzi e Crisetig con Tonev e Mesbah sulle fasce. Davanti spazio a Falcinelli e Acosty.

SBAGLIARE E RIMEDIARE – Dopo quattro giorni la Roma avrebbe giocato con il Villarreal in Europa League e, almeno nei primi minuti, la testa è proiettata verso l’impegno europeo. A provarci subito infatti è Tonev ma Szczesny blocca. Al 17° Salah viene leggermente trattenuto in area da Ferrari e l’arbitro Russo concede un generoso rigore. Dzeko, per fugare ogni dubbio, lo calcia fuori dimostrando ancora una volta che i tiri dagli undici metri non sono proprio la sua specialità. I giallorossi iniziano a spingere e trovano il vantaggio nel finale del primo tempo con Nainggolan che controlla un pallone in area e trova la girata vincente. La ripresa si apre con una festa del palo tra Dzeko e Fazio. Il bosniaco prende una traversa con un tiro di sinistro mentre il colpo di testa del difensore si infrange sul montante. Dopo un tiro di Acosty ben disinnescato da Szczesny, Dzeko riesce a rifarsi degli errori commessi, depositando in rete un passaggio di Salah, firmando il definitivo 2-0.

ROSSOBLU – Saranno tre settimane in rossoblù per la Roma. Prima il Crotone, poi il Bologna per concludere con il Barcellona. Tre sfide tanto diverse per la difficoltà ma neanche troppo per l’importanza. Vincere le due partite di campionato comporterebbe la possibilità di guadagnare qualche punto in ottica terzo posto e porterebbe i giallorossi ad affrontare i blaugrana con un pizzico di serenità mentale in più. Il confronto con la squadra di Valverde sarà un’impresa titanica. I capitoli hanno forse il 5, massimo il 10% di possibilità di qualificarsi ma se si vuole cominciare a costruire una mentalità europea si deve partire da match come questi. Scendere in campo e giocarsela, perché le partite iniziano tutte da 0-0. Questo deve essere il mantra!

Luca Fantoni

Zenga e Di Francesco, che vinca il migliore!

Margherita Bellecca – Scalato il Mortirolo in Champions League la Roma si trova davanti ad un’altra sfida impegnativa, quella contro il Crotone, domenica alle 15 all’Ezio Scida. La vista dalla vetta è fantastica, ma la discesa è sempre ricca di insidie visto che i calabresi sono in piena lotta per rimanere in Serie A, e vengono da un roboante 4-1 rifilato alla Sampdoria. Ottimo momento anche per i giallorossi, reduci da 5 vittorie nelle ultime 6 partite di campionato.

Di Francesco, che ha il compito di far rimanere coi piedi per terra la squadra, tornerà ad affidarsi al turnover che però non riguarderà la porta. Sarà sempre Alisson, inoperoso contro lo Shakhtar, a difendere i pali della Roma. Cambiamenti in difesa dove sulla corsia di destra spera di giocare Bruno Peres, neo papà e quindi tanti auguri, con Florenzi pronto a rifiatare prima della sosta per le Nazionali. Sull’altra fascia scalpita Jonathan Silva anche se Kolarov rimane favorito. Al centro Manolas e Fazio, in grande forma, danno più garanzie di Jesus. In mezzo al campo, con la squalifica di De Rossi, c’è una maglia da titolare per Gonalons che non gioca dal primo minuto dalla partita contro l’Atalanta. Un fastidioso infortunio al polpaccio non gli ha consentito di essere presente nei precedenti incontri. Col francese Nainggolan e Pellegrini. Strootman, invece, riposerà dopo aver giocato tutti i match del 2018. In attacco l’unico sicuro del posto è Dzeko. Il Cigno di Sarajevo si caricherà la squadra sulle spalle come successo in Champions League. Da decidere i suoi compagni di avventura. Favoriti Schick ed El Shaarawy su Under e Perotti. Cercherà di recuperare, almeno per la panchina, Defrel.

Il Crotone di Zenga, che sta costruendo la sua salvezza in casa, 16 punti sui 24 in classifica, dovrà rinunciare al suo bomber principe, Budimir, fermo per una frattura al terzo metatarso del piede destro. Chi ne fa le veci è Trotta, autore di una doppietta contro la Sampdoria. Sarà lui a comandare l’attacco col supporto di Nalini e dell’ex romanista Federico Ricci. Tris di centrocampo con Benali, Mandragora ed uno tra Barberis e Stoian, altro ragazzo passato per Trigoria. La difesa a quattro davanti a Cordaz sarà composta da Faraoni, Ceccherini, Capuano e Martella.

Tre partite giocate tra Crotone e Roma e altrettante vittorie per i giallorossi che, inoltre, hanno rifilato 7 gol ai rossoblù senza subirne. L’unico precedente in Calabria è stato deciso dalle reti di Nainggolan e Dzeko. Inedito lo scontro tra Zenga e Di Francesco. Al traguardo finale, la qualificazione alla Champions League, mancano 10km e sarà importante centellinare le energie fino all’ultimo metro. Le volate non si vincono sprintando prima degli altri ma dando il colpo di reni ad un passo dalla linea di arrivo, anche se la Roma proverà un’azione da finisseur per bruciare la concorrenza.

Margherita Bellecca

Taffarel: “La Roma non deve vendere Alisson. E’ il mio erede ed è felice nella Capitale”

Simone Burioni – Claudio Taffarel non ha bisogno di presentazioni, perché il suo curriculum parla da sé. Portiere, con la maglia del Brasile si è laureato Campione del Mondo ad USA ’94, battendo in finale l’Italia di Baresi, e vice campione a Francia ’98. Ha vinto inoltre due volte la Copa America, nel 1989 e nel 1997. Con i club, Parma e Galatasaray in Europa, ha vinto due volte la Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Coppa Uefa, una Supercoppa, due volte la Süper Lig e due volte la Coppa di Turchia. Ora è il preparatore dei portieri della Seleçao e del club turco. Intercettato dalla nostra Redazione, Taffarel ha parlato del Brasile, della Roma e di Alisson Becker. Queste le sue parole:

Lei ha vinto molti trofei. Ce n’è uno che ricorda con particolare affetto?
Tra tutti quanti, credo il Mondiale in USA nel 1994. E’ la vittoria più significativa della mia carriera.

Anche quest’anno il Brasile può fare bene…
Si, pensiamo di poter fare bene. Stiamo lavorando bene: c’è un allenatore che ha dato un gioco e tutti i calciatori stanno giocando con continuità. La speranza è questa, ma sai che è importante stare in condizione durante il Mondiale, non solamente adesso.

Ci sono dei grandissimi portieri in Nazionale…
Sono portieri che sapevamo che potessero fare bene in Europa. In particolare mi riferisco ad Alisson, che giocava all’Internacional di Porto Alegre, dove ho iniziato anche io e dove abito. Sapevo che lui in Italia poteva fare molto bene, è un giocatore tecnico, intelligente. Sta giocando al suo livello di sempre.

Per Alisson sei un vero e proprio idolo…
Lui ha iniziato dove giocavo io, era un ragazzino. Ha avuto la sua occasione, faceva benissimo in Brasile. La Roma ha fatto veramente un grande affare: ha pagato poco un giocatore che adesso costa davvero tanto.

Alisson ti assomiglia nella concretezza e l’essenzialità nelle parate? Può essere il tuo erede per il Brasile?
E’ possibile davvero. Quando lo vedo giocare mi ricorda molto me. Lui però è meglio di me, ha già un fisico impostato, anche se al giorno d’oggi in molti hanno questo fisico, ed ha grande tecnica. Nella scuola brasiliana c’è una tecnica particolare, si cerca sempre di fare le cose semplici. Lui continua a fare lo stesso lavoro nella Roma, dove c’è un allenatore dei portieri davvero molto bravo.

Dove può migliorare ancora?
Lui non giocava bene con i piedi, sta migliorando passo dopo passo alla Roma. Questo già è un grande miglioramento. Secondo me deve avere un po’ più di pazienza nel calcolare le uscite basse. A volte lui si precipita subito, dovrebbe valutare un po’ di più, ma è una cosa che impari con le partite.

Il primo anno a Roma è stato difficile alle spalle di Szczesny. Era necessario per adattarsi alla città o avrebbe fatto comunque bene?
Ho sentito molto questo discorso. Se avesse giocato da titolare la scorsa stagione avrebbe fatto comunque le cose che sta facendo ora. E’ arrivato in un momento dove Szczesny stava facendo bene ed è stato bravo ad avere la pazienza di aspettare. Non è facile per un portiere della Nazionale andare in panchina. Questo fa parte del carattere, ha molto rispetto per i compagni. Ora è arrivato il suo momento e lo sta sfruttando, ma se avesse giocato con Spalletti avrebbe fatto comunque bene.

Secondo te la Roma è un punto d’arrivo o un trampolino per Alisson?
E’ una domanda molto particolare. Lui mi dice sempre che è molto felice a Roma, ha la sua famiglia. Chi non sarebbe felice di giocare alla Roma e di vivere nella Capitale? I giallorossi avrebbero dovuto fare un po’ meglio quest’anno, rispetto alle aspettative, ma lui può trascinare questa squadra ad alti livelli. Per farlo deve rimanere più tempo, ma è una scelta molto particolare.

Quanto può valere? 100 milioni?
Non conosco le cifre di mercato, ma ha sicuramente una valutazione in crescita. Lui però non guarda tanto questa cosa, lo sento molto con i piedi per terra. Lui vuole fare bene nella Roma, è la prima stagione in cui gioca veramente. Sa che c’è un Mondiale davanti e per arrivarci deve giocare bene nel suo Club. Alisson ha un contratto, non potrebbe comunque decidere da solo.

Come vedi la stagione della Roma?
La Roma non ti dà la certezze, l’ho detto anche ad Alisson una volta: “La Roma è fatta di alti e bassi”. Quando è alta può fare benissimo, come a Napoli, dove ha fatto una partita splendida fuori casa. La Roma è sempre la Roma, può fare un buon risultato tranquillamente.

Chi può essere l’erede di Alisson?
Secondo me ancora non potete pensare all’erede. Dovete tenere Alisson lì. C’è un giovane però, si chiama Jean, gioca al San Paolo, è un ragazzo che sta facendo bene. Però, ripeto, è ancora presto per sostituire Alisson.

Simone Burioni

Roma-Shakhtar Donetsk 1-0: le pagelle. Dzeko-gol, capitolini tra le migliori otto d’Europa. Kolarov, esperienza al servizio della squadra

Simone Indovino – Si vola ai quarti, 10 anni dopo. Sembra passata un’era geologica quando la Roma si giocò l’accesso alle semifinali per l’ultima volta nel lontano 2008, ma adesso i capitolini potranno riprovarci. L’Olimpico gremito prende per mano la squadra che, seppur timida e impaurita nei primi 50 minuti, riesce a timbrare con Dzeko a inizio ripresa per mettere la gara in discesa. Il raddoppio non arriva e i ragazzi di Di Francesco inevitabilmente continuano a soffrire le giocate in velocità dello Shakhtar, che tuttavia non riesce mai a tirare in porta. Ordets viene espulso per una trattenuta ancora su Dzeko involato a rete, e questo episodio segna un po’ l’episodio chiave per il definitivo successo e il conseguente passaggio del turno.

ROMA

Alisson 6.5 – A conti fatti non compie nessuna parata a causa della pochezza offensiva degli avversari, ma rimane uno dei protagonisti del match poiché è sempre attento sullo sviluppo dell’azione. Preziosissimo in alcune uscite sia alte sia coi piedi.

Florenzi 6.5 – Partenza in sordina, in cui soffre la velocità degli avversari e va spesso in difficoltà. Cresce col passare dei minuti mettendo tutta la grinta che lo contraddistingue coniugando attenzione difensiva e predisposizione offensiva.

Manolas 7 – Sorvoliamo sulle giocate coi piedi che sono davvero poco convincenti, ma difensivamente sfoggia una delle migliori prestazioni in tutti questi anni giallorossi. Mette diverse pezze su determinate situazioni degli avversari che provavano a impensierire la difesa capitolina.

Fazio 7 – Partita praticamente identica rispetto al compagno di reparto. Tantissimi palloni buttati, ma una concentrazione a dir poco spettacolare. Bravissimo anche a rimediare a un suo errore in un disimpegno durante il primo tempo; mette il gambone su una conclusione di Ferreyra probabilmente destinata verso lo specchio.

Kolarov 7.5 – Serviva tutta la sua esperienza internazionale nella gara di stasera e il serbo ha confermato le aspettative. Sempre attento in copertura, non disdegna le sgroppate sulla sinistra in cui spesso si beve diversi avversari prima di arrivare al cross.

De Rossi 6.5 – Una sufficienza strappata quella per il capitano che, posizionato come schermo davanti la difesa, soffre gli inserimenti tra le linee dei piccoletti brasiliani dello Shakhtar. Tuttavia si applica al massimo e regala il suo preziosissimo contributo.

Strootman 6.5 – Avvio col turbo acceso, in cui ha una visione periferica del campo eccellente e smista palloni sul palloni. Il possesso dello Shakhtar lo costringe in seguito a correre molto e la sua prestazione ne risente, calando col passare dei minuti. Si danna l’anima per aiutare i compagni a mantenere il minimo vantaggio. Diretto protagonista del gol di Dzeko: suo l’assist decisivo per il bosniaco.

Nainggolan 7.5 – Ma quanto hai corso stasera, Radja? Il primo gol in Champions non vuole ancora arrivare ma i chilometri che macina il belga sono indispensabili per la conquista di questa fantastica vittoria. Si è ritagliato questo nuovo ruolo e sembra che gli garbi molto.

Perotti 6.5 – Primo tempo davvero pessimo, in cui corre a vuoto e non riesce mai a saltare l’uomo. Ripresa in crescendo, dove le sue sgroppate aiutano a guadagnare campo e tempo. Dopo il vantaggio di Dzeko ha una ghiotta occasione per arrotondare il risultato ma la sua ormai nota cattiveria sottoporta non gli permette di timbrare.

Under 5.5 – Vuoi la pressione accusata, vuoi la paura di prendere qualche contropiede dal proprio lato, ma oggi la stella turca non brilla. Corre molto sulla corsia di destra ma la fase offensiva è praticamente nulla, a tal punto che Di Francesco lo rileva col più fresco Gerson.

Dzeko 8 – Grazie, Edin. L’Olimpico saluta la sostituzione del bosniaco con il giusto tributo che merita un grandissimo campione che ha sempre voluto il meglio per la Roma. Oggi, gol qualificazione ed espulsione provocata di Ordets. What Else?

Gerson 6.5 – Un altro grandissimo approccio del brasiliano che conferisce un grossissimo aiuto a Florenzi in ripiegatura. Si propone anche come anello di congiunzione per le ripartenze della Roma.

El Shaarawy s.v. – Contribuisce alla causa finale.

Di Francesco 7 – Missione compiuta. Forse, se gliel’avessero detto a inizio anno avrebbe firmato col sangue, e invece eccolo qua, ai quarti di finale di Champions al suo debutto nella competizione. Vero, la sua Roma potrebbe inizialmente far meglio, ma il gol di Dzeko garantisce una carica morale a pubblico e giocatori che insieme riescono a strappare una splendida qualificazione.

Simone Indovino

Dai Roma, prenditi questa qualificazione

Margherita Bellecca – “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”, disse Papa Giovanni Paolo II il 22 settembre del 1985. Stessa cosa cercherà di fare la Roma, questa sera allo Stadio Olimpico, alle 20.45, nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro lo Shakhtar. Si parte dal 2-1 per gli ucraini, risultato maturato dopo la rete di Under, per i giallorossi, e quelle di Facundo Ferreyra e Fred per la squadra di Fonseca. Ai padroni di casa basterà vincere per 1-0 o con due gol di scarto.

Pochi calcoli per Di Francesco che si affiderà ad una formazione esperta e di qualità, mettendo in campo i giocatori più in forma a partire dal portiere. Sarà Alisson a difendere la Roma dagli attacchi degli avversari, in uno Stadio che ricorda la prestazione da stropicciarsi gli occhi contro l’Atletico Madrid. Davanti al brasiliano la linea a quattro composta da Florenzi a destra, due assist nelle ultime due partite, Manolas e Fazio al centro, che dovranno prestare molta attenzione ai piccoletti dello Shakhtar, e Kolarov a sinistra, apparso in crescita nell’ultimo periodo. A centrocampo grinta e fisico con Capitan De Rossi, unico superstite del 4-0 rifilato agli ucraini nel 2006, Nainggolan, diventato più assistman che goleador, e Strootman. Per cercare di far male, tra i titolari ritorna Dzeko, dopo lo stop per squalifica in campionato. Il bomber bosniaco vuole riscattarsi dopo la scialba prestazione dell’andata ed è pronto a caricarsi la squadra sulle spalle. A supporto avrà Under e Perotti, l’uomo del destino, colui che ha portato la Roma in Champions e gli ha fatto vincere il girone col colpo di testa contro il Qarabag. Niente da fare per El Shaarawy, in ombra anche contro il Torino, ed anche per Schick che spera di esordire nella competizione a partita in corso. Ancora out Defrel.

Anche Paulo Fonseca dovrà fare i conti con un’assenza, quella del difensore Kryvtsov. Presenti, invece, i brasiliani, veri spauracchi per la difesa della Roma. Fred, Marlos, Bernard e Taison hanno dato un assaggio delle loro qualità durante il match d’andata. Da non sottovalutare, inoltre, l’apporto di Facundo Ferreyra, 27 gol in 33 apparizioni in questa stagione. In difesa classe ed esperienza con Rakitsky ed Ismaily. In porta Pyatov.

Una sola vittoria e quattro sconfitte contro lo Shakhtar, questo il bilancio che fa stare poco sereno Di Francesco. Inoltre, dopo che la Roma ha perso la partita d’andata in una competizione UEFA, 26 volte, ha saputo ribaltare il risultato soltanto in 7 occasioni. E allora che impresa sia. I 45mila spettatori presenti tenteranno di prendere per mano la squadra per dipingere insieme un nuovo capolavoro. Per un notte da lupi.

Margherita Bellecca

 

Juan: “Terzo posto e quarti di finale? Si può fare! Ho la Roma nel cuore”

Simone Burioni – Juan Silveira dos Santos, difensore centrale del Flamengo ed ex giocatore della Roma, ha parlato dei suoi anni in giallorosso. Il brasiliano, che nella Capitale ha conquistato una Coppa Italia ed una Supercoppa, crede nella rimonta della squadra di Di Francesco ed incorona Alisson, inserendolo tra i migliori portieri al mondo. Queste le sue parole:

Iniziamo con una parola su Davide Astori, il capitano della Fiorentina che è deceduto per un problema cardiaco la scorsa settimana…
Sono molto triste per quello che è successo. Io non lo conoscevo, ma leggendo e guardando le partite, ho capito che era un ragazzo bravissimo. Ai miei tempi giocava col Cagliari ed aveva molto potenziale. E’ stato davvero un momento molto duro per me.

Sei un pilastro della difesa del Flamengo. Sei felice?
Sono molto contento di stare qui, è la squadra del mio cuore dove sono cresciuto. Poter finire la mia carriera qui è una cosa davvero bella per me.

Segui ancora le partite dei giallorossi?
Ogni volta che ho la possibilità lo faccio. In Brasile fanno vedere molte partite della Serie A. Se gioca la Roma e sono a casa, mi troverete sempre davanti alla tv per fare il tifo.

Sei entrato nel cuore dei tifosi della Roma con la tua semplicità…
Mi piace tantissimo sapere che i tifosi della Roma mi vogliono bene. Lì ho provato a fare il mio meglio. La Roma è una squadra appassionante, è rimasta sempre nel mio cuore.

Hai vissuto il passaggio di proprietà tra la famiglia Sensi e la proprietà americana. Che pensi dell’attuale società?
Ho vissuto pochissimo la Roma americana, perché era il periodo di adattamento. Da lontano vedo che la società ha investito di più nella squadra rispetto a prima, c’è molto potenziale.

La Roma non era pronta per un allenatore come Luis Enrique? Perché non ha funzionato?
Se avesse continuato un altro anno poteva fare delle cose buone. Era il primo anno di lavoro in Italia, non conosceva il campionato e le dinamiche di Roma e dell’Italia. E’ un peccato che sia andato via dopo solamente un anno.

Questa sera ci sarà il ritorno degli ottavi di Champions League contro lo Shakhtar Donetsk. La Roma può passare il turno? 
Si può fare. Ho visto la partita d’andata e la Roma ha giocato bene. C’è stata un po’ di sfortuna, ma all’Olimpico, con i tifosi della Roma che la sostengono, è una rimonta che si può fare.

Che cosa manca alla Roma per vincere la Serie A?
La Roma è una squadra fortissima, ogni anno lotta per lo scudetto. Il problema è che c’è sempre una squadra molto forte: ai miei tempi c’era l’Inter ed ora la Juventus. I giallorossi vanno bene per 2/3 del campionato, poi però c’è quel momento dove si va in difficoltà, dove si perdono punti importanti per la lotta scudetto.

Che pensi del tuo connazionale Alisson? 
L’ho conosciuto all’Internacional, abbiamo giocato tre anni insieme. E’ sempre stato un portiere molto forte, è maturato molto alla Roma ed in Nazionale. Ad oggi è uno dei portieri più forti del mondo.

Nella corsa al terzo posto chi vedi favorita tra Roma, Inter e Lazio?
La Roma. I giallorossi possono arrivare il terzo posto, sono più forti di Inter e Lazio. Faccio il tifo per loro!

Simone Burioni

2006, Roma-Shakhtar 4-0. Prima partita ed unica vittoria contro gli ucraino-brasiliani

Luca Fantoni – Brasile ed Ucraina. Due posti talmente lontani geograficamente e differenti culturalmente che una contaminazione sembra impossibile. Eppure no. C’è un posto nel Donbass, localizzato nella parte orientale della nazione, precisamente a Donetsk, dove al freddo dell’inverno dell’est europeo si è mischiato un po’ di calore di Porto Alegre, un po’ di carnevale di Rio de Janeiro e un po’ di fantasia carioca. Anche nel 2006, all’inizio dell’”esplosione” dello Shakhtar, di giocatori verdeoro ce ne erano, anche se solamente tre, meno di quanti ce ne siano ora. Matuzalem, che poi andrà alla Lazio, il talento Elano e l’attaccante Brandão. Era la partita d’esordio del girone di Champions. Sulla panchina degli arancioneri sedeva Lucescu e tra gli altri in campo c’erano giocatori come Timoschyuk, Marica e Srna. La Roma di Spalletti quell’anno vivrà forse la stagione migliore dal punto di vista europeo degli ultimi anni. Quel giorno si schierava con Doni in porta, Panucci, Ferrari, Chivu e Tonetto in difesa. Aquilani, preferito a Pizarro, affiancava De Rossi in mediana. Davanti Taddei, Perrotta e Mancini sostenevano Totti.

LA PARTITA – L’attesa per la prima partita europea della stagione è tanta ma la Roma inizia con il freno a mano tirato e rischia di prendere gol in più occasioni. Chi ha visto quel match si ricorderà gli incredibili errori dell’attaccante Brandão che prima mette fuori un pallone che chiedeva solamente di essere toccato in porta, e poi calcia addosso a Doni da buonissima posizione. L’attaccante brasiliano diventa, quindi, il migliore in campo del primo tempo per i giallorossi. L’inizio di ripresa è ancora di marca Shakhtar con Marica che semina il panico nella difesa dei capitolini. Con l’ingresso di Pizarro per Aquilani però, la partita cambia. Il cileno riesce a dare le geometrie giuste e al 67’ i padroni di casa passano con Taddei, che raccoglie un cross sul secondo palo e scarica un destro che si infila sotto la traversa. Passano nove minuti e Totti si inventa una girata di sinistro che si infila sotto al sette. Tempo di rimettere la palla al centro ed è già 3-0 con un colpo di testa di De Rossi. Il sigillo finale dell’escalation di gol romanista, lo mette proprio il “Pek” con un bel tiro da fuori.

DI BRASILIANO NE BASTA UNO – Certo, i brasiliani dello Shakhtar non sono male ma anche quelli della Roma non scherzano. Anzi, ce n’è uno in particolare che questa stagione sta giocando a livelli altissimi. Parliamo di Alisson Becker. Il numero uno giallorosso si è preso il posto da titolare, dopo una stagione da comprimario, e si sta affermando come uno dei migliori al mondo. Martedì la qualificazione passerà anche da lui, dalle sue parate, dalla sua capacità di guidare la difesa e magari anche da qualche rinvio come quello che ha permesso ad El Shaarawy di segnare contro l’Inter. Contro lo Shakhtar servirà segnare, quindi, ma non solo. Sarà fondamentale l’equilibrio che, proprio come ha detto Di Francesco dopo il match contro il Torino, deve essere alla base per migliorarsi, crescere e magari togliersi lo sfizio di entrare nelle migliori 8 d’Europa!

Luca Fantoni

Inter e Roma, pareggio a San Siro

Lavinia Colasanto – La crisi continua. Non è un titolo di un film o di un libro ma la sintesi della partita tra Inter e Roma che si affrontano a viso aperto ma che non riescono a farsi del male. A San Siro finisce per 1-1, un risultato che non serve a nessuno e che non fa uscire dal momento buio le due squadre. La Lazio, in un grande momento di forma, prova ad allungare in quella che sarà una lunga volata per la conquista del terzo e quarto posto.

In una settimana vorticosa, per le voci di mercato, l’ancora di salvezza della Roma rimane Alisson che, con una serie di prodezze, ha tenuto in piedi la sua squadra evitandogli un brutto capitombolo. Il brasiliano è decisivo su Perisic nel primo tempo e su Icardi, due volte, nel secondo, quando l’Inter stava svolgendo il massimo punto di forcing. Non solo difesa per Alisson visto che l’estremo difensore si è reso protagonista dell’assist per il gol di El Shaarawy con un rinvio millimetrico. Tutti si aspettavano un acuto da Dzeko, in ombra anche a Milano e sempre in ottica Chelsea, ma alla fine è spuntato il Faraone che ha sfruttato un liscio clamoroso di Santon. Il tocco morbido davanti ad Handanovic è di pregevole fattura.

Da lì comincia un’altra partita perché nella seconda frazione la Roma sparisce dal campo, i giocatori sono sulle gambe e l’Inter ne approfitta per premere. A fine match saranno 17 i tiri della squadra di Spalletti e soltanto 4 per quella di Eusebio Di Francesco. In una di queste ultime conclusioni arriva il pareggio che lascia tanto amaro in bocca alla Roma, a soli 4 minuti da un risultato che sarebbe stato fondamentale per la lotta alla Champions League. Come la partita d’andata a segnare è Vecino, tutto solo in area di rigore. L’uruguaiano è lesto ad approfittare di un mal posizionamento della difesa giallorossa, soprattutto di Fazio.

Il momento è veramente difficile e il campionato propone subito un’altra partita, quella contro la Sampdoria a Marassi, recupero della terza giornata di campionato. Serve una vittoria per non perdere quella fiducia che ora è ridotta al lumicino e per rilanciarsi verso la conquista di un posto Champions.

Lavinia Colasanto