Margherita Bellecca – La notizia è di quelle struggenti, quella che ti fa pensare, quella che non avresti mai voluto sentire. Nella notte tra sabato e domenica è morto Davide Astori, capitano della Fiorentina, per un arresto cardio circolatorio per cause naturali.
La partita che i Viola avrebbero dovuto giocare contro l’Udinese è stata immediatamente rinviata. Stava per iniziare Genoa-Cagliari ma, appresa la terribile notizia, tutti sono rimasti sconvolti, in particolare Perin. Il portiere, molto amico di Davide, è scoppiato a piangere correndo negli spogliatoi. Un gesto forte da cui è derivata la sospensione del match e del restante turno di campionato. Commoventi, inoltre, i tributi delle squadre estere, su tutte il Barcellona che ha onorato il calciatore con un minuto di silenzio prima di giocare contro l’Atletico Madrid. Astori, che aveva compiuto 31 anni lo scorso 7 gennaio, è cresciuto nelle giovanili del Milan prima di spiccare il volo nel calcio che conta col Cagliari, dove ha militato per sei stagioni, passando per la Roma, nell’annata 2014/2015 e diventando leader indiscusso della difesa della Fiorentina.
Tanti i manifesti di vicinanza alla squadra, ai familiari e agli amici. Tra questi Radja Nainggolan che ha giocato con lui in Sardegna dal 2010 fino al gennaio 2014. I due erano molto amici e si sono ritrovati anche nella Capitale pochi mesi dopo. Il difensore centrale a Roma ha lasciato un bel ricordo. Elegante in impostazione ed in chiusura, buon piede ma soprattutto un ragazzo perbene e mai una parola fuori posto. In giallorosso anche un gol, quello segnato all’Udinese al Friuli. Una rete che fece sognare i tifosi visto che, l’allora squadra di Garcia, era ad un punto dalla vetta.
Alla Fiorentina, però, il vero salto di qualità. In Toscana si è affermato come uno dei difensori centrali più forti e di maggior affidamento in Italia. Un punto di riferimento per i giovani e vecchi compagni. Tre reti in totale con la casacca Viola, poche considerando anche l’ottimo stacco di testa di cui era dotato. 14 partite ed un gol con la Nazionale maggiore dell’Italia con l’ultima apparizione datata 5 settembre 2017 quando gli Azzurri sfidarono Israele vincendo per 1-0.
Astori è l’ultimo di una lista purtroppo lunga. Giuliano Taccola, morto per circostanze misteriose negli spogliatoi, Renato Curi, stroncato da un infarto mentre scattava per rincorrere quel pallone che tanto amava, Marc Vivien Foe, accasciatosi a terra durante una partita di Confederations Cup, Antonio Puerta, che Monchi conosceva bene, Piermario Morosini, morto per una rara malattia ereditaria, fino ad arrivare a Patrik Ekeng, Fran Carles e Miklos Feher. Mancherà il suo sorriso contagioso e genuino, mancherà la sua classe in campo, mancheranno gli scherzi in Nazionale, mancherà lui.
Margherita Bellecca