Verona-Roma 0-1: le pagelle. Decide Under dopo appena un minuto, ma non manca la sofferenza. Pellegrini, distrazione poco accettabile

Simone Indovino – Tre punti che sanno di boccata d’ossigeno. La segnatura di Under dopo appena pochi secondi poteva far presagire un pomeriggio più tranquillo ma i ragazzi di Di Francesco continuano a essere poco cinici. Poco importa quest’oggi, era necessario tornare a vincere dopo un mese e mezzo. La discubitile espulsione di Pellegrini a inizio secondo tempo ha prepotentemente condizionato la squadra giallorossa che si è abbassata troppo, facendo tenere il pallino del gioco al Verona che tuttavia non ha mai tirato verso lo specchio.

ROMA

Alisson 6.5 – A conti fatti non compie nessun intervento, ma è da lodare per l’attenzione che applica costantemente alla partita. I cross e le palle lunghe sono tutte preda del brasiliano che ha la capacità di leggere le situazioni con largo anticipo.

Florenzi 6 – Gara ordinata senza particolari spunti da parte del classe ’91, che si è forse dimostrato un po’ a corto di fiato.

Manolas 6 – Gli attaccanti del Verona sono veramente poca roba per impensierire il greco, che con diligenza svolge il suo ordinato compito di pulizia dell’area. Qualcosa da rivedere per quanto riguarda il gioco con i piedi.

Fazio 6.5 – Quest’oggi è finalmente ritornata l’attenzione a cui eravamo abituati. Petkovic non lo mette mai in difficoltà e l’argentino è attento in qualsiasi circostanza. Preziosissimo in fase area, si diletta col pallone tra i piedi in uscita dalla propria area di rigore.

Kolarov 5.5 – Forse in cuor suo spera che il nuovo acquisto Silva si rimetta il prima possibile, perché è palese che il serbo necessiti di riposo. Poco lucido anche in determinate scelte, ma difende con ordine e dalle sue parti non si passa.

Pellegrini 5 – Ancora una volta era stato tra i più propositivi della zona centrale del campo, coniugando fase difensiva e offensiva. Il suo fallaccio punito dal, seppur dubbio, rosso diretto, mette tuttavia in grande apprensione la sua squadra per il resto della partita.

Strootman 6 – Col 4-2-3-1 cambia ancora una volta il suo modo di agire a centrocampo, ma ben si comporta gestendo con sicurezza il possesso. Potrebbe suggellare la sua gara con una rete allo scadere ma arriva al tu per tu con Nicolas totalmente stremato.

Nainggolan 7 – Si carica il peso della squadra sulle spalle. Giocando in posizione più avanzata ha certamente la possibilità di incidere e lo spazio che ritaglia per Under in avvio è la testimonianza. Quando la Roma rimane con l’uomo in meno, è il vero leader e trascina i compagni a suon di scatti verso un’agognata vittoria.

Under 7 – Tre indizi fanno una prova, e alla terza gara da titolare arriva anche il primo gol in maglia giallorossa. Sinistro secco dopo appena 47 secondi che fulmina Nicolas e garantisce il vantaggio. Oltre il gol, un prezioso aiuto in fase di ripiegamento nonostante il vistoso calo nella ripresa che porta alla sua sostituzione.

El Shaarawy 5.5 – Si rivela più prezioso in fase difensiva rispetto a quella offensiva. In particolare nella prima frazione di gioco, potrebbe raddoppiare appoggiando facilmente in porta su un assist di Dzeko ma il Faraone non impatta clamorosamente il pallone. Con l’uomo in meno le sue azioni offensive sono ancora più oscurate.

Dzeko 5.5 – Di tutte le occasioni avute, almeno una avrebbe dovuto realizzarla. Nel primo tempo è molto più dentro la manovra rispetto alla ripresa, a causa dell’abbassamento repentino dei compagni. Peccato che dopo alcune settimane tribolate non abbia messo il suo timbro alla partita.

Gerson 6 – Rileva Under e conferisce alla squadra un buon passo e una buona fisicità volti a difendere il risultato.

Perotti s.v. – Poco tempo a disposizione, vero, ma anche in quello scampolo di gara avrebbe potuto incidere di più.

Defrel 6.5 – Sostituisce uno stanchissimo Dzeko e in quei pochi giri d’orologio che disputa la squadra si alza. Il francese ha un ottimo spunto a pochi secondi dal termina in cui si beve la difesa avversaria e offre a Strootman.

Di Francesco 6.5 – Il mister dopo la crisi di risultati spolvera un nuovo modulo (auspicato da tanti) e dopo appena 47 secondi la Roma va in gol. La pecca è quella di non chiudere la partita nel primo tempo, sprecando troppe occasioni. Con l’uomo in meno la sua squadra raccoglie le giuste forze mentali per portare a casa il risultato.

Simone Indovino

2000, Verona-Roma 1-4. Il Re Leone ruggisce due volte e i giallorossi volano

Luca Fantoni – Gabriel Omar Batistuta. Per molti il centravanti più forte della storia della Roma, per tutti semplicemente il Re Leone. Nell’estate del 2000, Franco Sensi decide di sborsare l’incredibile somma (per l’epoca) di 70 miliardi di lire, per acquistare questo attaccante che tanto bene aveva fatto alla Fiorentina negli anni precedenti. L’argentino lo ripagherà con 20 gol che trascineranno i giallorossi al loro terzo scudetto. Alla 7° giornata la squadra di Capello vola a Verona per giocare contro l’Hellas che arrancava nei bassifondi della classifica. I capitolini sono una macchina perfetta, nelle prime partite segnano raffiche di gol a ripetizione per chiunque ed anche i gialloblu non scampano alle grinfie della Lupa. In porta gioca Antonioli, la difesa a 3 è formata da Zebina, Zago e Samuel. Sulle fasce giocano Candela e Cafù mentre a centrocampo ci sono Zanetti e Tommasi. Totti agisce da rifinitore dietro a Batistuta e Delvecchio. I veneti, guidati da Perotti, solo omonimo dell’attuale numero 8 giallorosso, rispondono con Ferron tra i pali. La linea difensiva a 4 è formata da Oddo, Gonnella, Apolloni e Cvitanovic. Camoranesi, Colucci, Mazzola e Salvati costituiscono il quartetto di centrocampo mentre davanti agiscono Mutu e un giovane Gilardino.

SUBIRE E DILAGARE – Neanche il tempo di prendere confidenza con la partita che il Verona è già in vantaggio. Gilardino viene steso in area di rigore da Antonioli e dal dischetto va Massimo Oddo che spiazza il portiere. La Roma però reagisce subito, aumentando la pressione sugli avversari e trovando il pareggio al 38′ con un tiro da fuori di Candela sul quale Ferron non è perfetto. Negli ultimi secondi del primo tempo è Capitan Totti a realizzare il gol del vantaggio deviando in rete un cross dalla sinistra. Nella ripresa sale in cattedra il Re Leone. Al 58° c’è una punizione per i giallorossi poco fuori l’area. Sul pallone va Batistuta che calcia fortissimo e mette la palla all’incrocio sul palo del portiere. I veneti provano a reagire ma non si rendono mai realmente pericolosi dalle parti di Antonioli. Al 90° è sempre Batigol a chiudere la pratica con un tap in sotto porta. Doppietta e tre punti importanti per lo scudetto.

DA BATISTUTA A DZEKO – Quanto servirebbero i gol di Batistuta alla Roma di oggi. Dzeko non sembra più lo stesso dello scorso anno, anche se la fine delle voci di mercato che lo volevano già a Londra potrebbe fargli acquisire quella serenità che, sopratutto nelle ultime partite, era mancata. I giallorossi devono ricominciare a vincere per uscire dalla crisi. A questo serviranno i gol del bosniaco, che all’andata diede inizio al suo periodo migliore in questa stagione realizzando una doppietta. Verona può essere uno spartiacque della stagione romanista. Se i capitolini dovessero vincere potrebbero tornare ai livelli che gli competono, se dovessero perdere sarebbe un catastrofe totale. Sta ai giocatori dimostrare che sono ancora con Di Francesco.

Luca Fantoni

Finito il calciomercato inizia il rush finale della stagione

Margherita Bellecca – La Roma, domenica alle 12.30 fa visita al Verona al Bentegodi, nel 23esimo turno di campionato. La squadra di Pecchia è in salute avendo demolito la Fiorentina per 4-1, mentre i giallorossi, con la sconfitta contro la Sampdoria, hanno toccato il punto più basso dell’annata calcistica.

La Roma torna in Veneto dopo il pareggio contro il Chievo, partita giocata sempre alle 12.30, per invertire una rotta che nemmeno la miglior bussola riesce ad indirizzare verso lidi meno burrascosi. Di Francesco potrà contare ancora su Dzeko, rimasto nella Capitale per il mancato accordo col Chelsea, ma non su Schick, impantanato per l’ennesimo problema muscolare. Col bosniaco ritorna titolare Perotti, assente dall’11 dalla partita contro l’Atalanta. Completa l’attacco El Shaarawy. A centrocampo è atteso il rientro di De Rossi con Strootman che si giocherà il posto da intermedio con Pellegrini. Sicuro della titolarità Nainggolan che non segna dal derby quando, con un siluro di destro, trafisse Strakosha per la rete del 2 a 0. A proteggere Alisson, che nelle partite contro la Sampdoria ha messo più di una pezza, ci saranno Florenzi, Manolas, Fazio che rileverà Jesus e Kolarov, che vede cambiare la sua riserva, da Emerson a Jonathan Silva.

Pecchia non avrà Pazzini, ceduto al Levante durante l’ultimo giorno di mercato, Cerci, per una lesione muscolare e Kean che dovrà scontare un turno di squalifica rimediato contro la Fiorentina. Il tecnico gialloblù, quindi, in attacco si affiderà a Matos, Petkovic e all’ex di turno Verde. I tre saranno sostenuti dal quartetto di centrocampo composto da Romulo, Buchel, Valoti e Fares, mentre in difesa, a protezione di Nicolas, giocheranno Ferrari, Vukovic e Caracciolo.

Roma e Verona si sono affrontate 63 volte col bilancio nettamente a favore dei giallorossi, avanti per 32 a 10, 21 i pareggi. Al Bentegodi la sfida si fa più equilibrata perché i capitolini comandano soltanto per 10 a 8. L’unico precedente tra Di Francesco e Pecchia è datato 16 settembre 2017 quando, sotto al diluvio dell’Olimpico, la Roma si impose per 3-0 grazie alla rete di Nainggolan e alla doppietta di Dzeko. Proprio da quei due gol spera di ripartire il bosniaco. E’ ora di prendere per mano la sua squadra e trascinarla in Champions League. Il momento non è facile, né per lui né per la Roma ma c’è soltanto un modo per uscire da questa crisi: vincere.

Margherita Bellecca

Emerson Palmieri: un infortunio di troppo e una bella storia da raccontare

Gianluca Notari – Tutto è bene ciò che finisce bene. Così si è soliti dire quando, tutto sommato, i danni non superano i vantaggi. Ed è così che si può dire riguardo al mercato della Roma, conclusosi con una cessione ed un acquisto. Un terzino sinistro per un altro, uno brasiliano e l’altro argentino. Emerson Palmieri si è ufficialmente accasato al Chelsea per una cifra di circa 25 milioni di euro, realizzando una plusvalenza non da poco, visto che era stato acquistato dai giallorossi per 2 milioni – meno di un decimo della cifra a cui è stato rivenduto -. In questa stagione Emerson aveva indossato la maglia porpora solamente due volte, per appena 105 minuti. Complice la rottura del legamento crociato subito il 28 maggio scorso, nella partita contro il Genoa, che però non gli aveva impedito di entrare in campo a fine gara per rendere omaggio a Francesco Totti, alla sua ultima volta con il 10 sulle spalle.

La parabola dell’italobrasiliano nella Capitale ha assunto con il passare dei mesi le sembianze di un miracolo sportivo: arrivato come oggetto misterioso dal Santos – dopo una precedente esperienza in Italia al Palermo -, con Garcia non vede praticamente mai il campo di gioco. Poi l’avvicendamento in panchina tra il francese e Spalletti, il quale intravede in lui subito qualcosa di speciale, su cui lavorare ma soprattutto su cui scommettere. Ma la prima volta sembra dar torto al tecnico di Certaldo. Nella gara di ritorno dei playoff di Champions League contro il Porto, Emerson entra in campo spaesato, nervoso, e la sua prestazione ne risente: dopo aver preso il posto in campo di Paredes, dopo appena 9 minuti rimedia un rosso diretto per un brutto intervento ai danni del messicano Corona. Un altro rosso, per la verità, visto che prima di lui era stato espulso anche De Rossi per un’entrata killer su Maxi Pereira. Roma in 9, 0-3 il risultato finale. Addio Champions. Decisamente non il miglior modo di iniziare una stagione.

Ma il classe ’94 non si lascia abbattere, ed in sinergia con il proprio allenatore confeziona una stagione memorabile, fatta di tante buone partite, diverse ottime prestazioni e qualche gol, di cui uno splendido contro il Villarreal in Europa League. La Roma, anche quell’anno, non vincerà nulla, ma la sensazione che rimane è che la squadra sia forte, fortissima, perché altrimenti non si fanno 87 punti in campionato. Come detto prima, però, l’infortunio complica non poco l’inizio della stagione corrente. Poi l’offerta dei Blues e i conti in rosso: Monchi e colleghi accettano, e tanti saluti.

Su Jonathan Silva, il nuovo acquisto giallorosso arrivato dallo Sporting, si sa poco. Tanta gavetta in Argentina, la prestigiosa maglia del Boca, il salto in Europa, un paio di apparizioni con la Selecciòn. Niente più.
La sensazione di fronte al suo annuncio è stata simile a quella che fu quando venne reso noto l’ingaggio di Emerson.
A ‘sto punto, speriamo anche il seguito.

Gianluca Notari

FIGC, il commissario straordinario è Fabbricini. Malagò quello della Lega di Serie A

Simone Burioni – A causa della mancata elezione del presidente della Figc, la Giunta del Coni si riunirà oggi, in via eccezionale, per commissariare i nuovi componenti della Federcalcio. A presidiare come sempre ci sarà Giovanni Malagò, che sta valutando se agire o meno in prima persona per risollevare la Federazione dallo stallo in cui si trova. Il commissariamento durerà almeno un anno, per permettere ai dirigenti scelti di riorganizzare e far ripartire il mondo del calcio italiano.

LIVE

Ore 17:40 – Termina la conferenza stampa.

Ore 17:15 – Adesso i giornalisti presenti porgono alcune domande:

A Fabbricini: La riforma dei campionati è credibile o è una missione impossibile?
E’ uno dei vassoi sul buffet. Qualche proprietà come quella del tecnico sarà stasera, le altre domani mattina. Decideremo con velocità e ponderatezza.

A Malagò: Temi che la convivenza dei tuoi due ruoli possa crearti problemi?
Quel rischio c’è. Vediamo che cosa riusciamo a fare per evitarlo.

A Costacurta: Quali sono le priorità della base del nostro calcio?
E’ un discorso molto ampio. Si possono fare controlli in Lega Pro. Mi preme tantissimo andare a capire il perché. In una partita che ho visto c’erano in Primavera davvero dei bellissimi giocatori italiani. Devo capire perché la transizione dall’adolescenza all’essere adulto non funziona. Ne voglio parlare con gli altri, è un passaggio fondamentale per far crescere i ragazzi.

A Fabbricini: Coinvolgerà Sibilia, Tommasi e Gravina?
Qualunque discorso passerà anche da loro. Troveremo delle convergenze per superare le divergenze.

A Costacurta: Come dovrà essere il nuovo c.t.?
Serve un selezionatore, dopo il lavoro di Conte agli Europei. Credo che si dovranno valutare le persone, i nomi sono quelli. Siamo i migliori al mondo, come chef, allenatori e ricercatori siamo i migliori.

A Costacurta: Si aspetterà luglio per il c.t.?
Sicuramente i nomi sono quelli e sono persone che con me hanno condiviso partite di club e di nazionali. Con Mancini ho vinto, giusto per fare un nome tra i papabili. Bisogna cominciare a muoversi ed quello che farò nel più breve tempo possibile sarà andare a parlare con loro.

A Malagò: Che c’è al primo punto della sua agenda?
Vediamo a che punto sarà il bando per i diritti televisivi. Poi c’è il tema statuto e governance che si è arenato.

A Malagò: Che cosa ha pensato quando all’Hilton hanno detto “Questa è casa nostra”?
Hanno ragione, nessuno vuole disconoscere questo. Il problema è che se non sei in grado di aprirla o chiuderla non ci posso fare niente, li avevo avvisati. Quella è casa loro e deve tornare ad esserlo.

A Malagò: Come verrà accolto dai Presidenti di Serie A?
Io penso di essere accolto bene, non vedo il motivo per cui non debba accadere. Ho un rapporto di amicizia e d’affetto con la maggior parte di loro. Se la situazione si risolve in breve tempo ne sarei felice. C’è la massima collaborazione, non ho pregiudizi e penso sia giusto questo tipo di impatto.

A Malagò: Anche il suo ruolo in Serie A durerà sei mesi?
Per Statuto non si può fare più di sei mesi. Se fossero pochi si dovrà prorogare con una nuova giunta. Ci sarà un analogo periodo per la Lega. Auguriamoci di non utilizzarlo per lo stesso periodo.

A Fabbricini: Quali sono le prime urgenze per la Nazionale di calcio?
Le priorità sono queste. Già da domani metteremo alcune tematiche, con alcune priorità, tra cui le due amichevoli della Nazionale. Pensiamo di provvedere e ci servirà l’esperienza di Costacurta. Le partite sono un allacciamento dell’opinione pubblica con la Nazionale. E’ una priorità dare una panchina a questa Nazionale, per poi dare un’impalcatura a tutto il settore tecnico.

A Malagò: Perché questa scelta di mettersi nella Lega di Serie A?
E’ un insieme di cose. Non voglio nascondere il Coni dietro questa responsabilità. Non si può risolvere il commissariamento della Figc se non si risolve quello della Lega di A. Le caratteristiche di Roberto sono queste, le mie sono altre.

Ore 17:10Malagò prende la parola dopo essere stato scelto come nuovo commissario della Lega di Serie A:

Ho scelto Corradi perché serviva una persona pulita. E’ un calciatore ed un allenatore, ma Corradi è il numero due della Nazionale Under 17 di calcio. Una persona come lui può raccontare le esigenze dei giovani. C’è da parlare delle seconde squadre ed il suo ingresso è un valore aggiunto“.

Ore 17:00 – Giovanni Malagò sarà il commissario straordinario della Lega di Serie A. Paolo Nicoletti e Bernardo Corradi saranno i due subcomissari.

Ore 16:57 – “Potete capire la mia soddisfazione. E’ un grande onore, voi mi conoscete: essere al servizio dello sport e’ sempre stata la mia peculiarità“. Queste le parole di Roberto Fabbricini, commissario straordinario della Figc. “Devo dire grazie alla Giunta del Coni che mi ha espresso tanta fiducia e tanta stima, che ho sempre avvertito in questi cinque anni al fianco di Giovanni Malagò – ha dichiarato il segretario generale del Coni – Avrò bisogno dell’appoggio e dell’esperienza di tutti. Rinuncio alla Corea, quasi integralmente e questo per me vuol dire qualcosa, ma la fiducia ricevuta dalla Giunta mi aiuta“.

Italpress

Ore 16:55 – “Abbiamo la coscienza a posto“: così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in conferenza stampa, prima di annunciare la nomina di Roberto Fabbricini commissario straordinario della Figc.Non sarebbe stato serio se io avessi cambiato i miei programmi, tra Olimpiadi imminenti, Cio e sponsor, per assumere questo incarico e rappresentare la giuste istanze del calcio“. Il commissariamento, ha fatto sapere Malagò, “durerà sei mesi e al momento non sappiamo se saranno sufficienti o dovremo prorogarliRitengo che questa sia la strada migliore, quella giusta. Il criterio è chiaro: queste persone hanno un connotato, nessuno ha ruoli precedenti con la Figc. C’è una discontinuità con la governance e sui nomi la Giunta ha dato mandato pieno, condiviso e compatto. Dobbiamo evitare – ha aggiunto Malagò – che quando si concluda questo commissariamento, si possa rischiare di far ritrovare Figc in situazioni analoghe a questa“.

Ore 16:50 Il commissariamento della Federcalcio durerà sei mesi. Lo ha deciso la Giunta straordinaria del Coni.

Ore 16:35 – E’ Roberto Fabbricini, segretario generale del Coni, il commissario straordinario della Figc dopo la mancata elezione del presidente federale. Billy Costacurta e Angelo Clarizia sono i due subcomissari della Figc che lo affiancheranno: li ha nominati la giunta esecutiva del Coni.

Ore 16:30 – Inizia la conferenza stampa.

Ore 16:20 – Tra pochi minuti inizierà la conferenza stampa. Presente anche Alessandro Costacurta.

Ore 14.55 – Arriva il Presidente del CONI Giovanni Malagò dopo Franco Carraro e Franco Chimenti vice presidente vicario Coni. Queste le parole di Chimenti:

Tra poco saprete la situazione“.

Le sue sensazioni?
Ottime (ride, ndr).

Il mondo del calcio non ha voluto capire che si doveva trovare una soluzione…
Evidentemente non era facile, ma io penso che si arriverà ad una cosa che sarà definitiva.

Lei conosce il mondo del calcio, si è stupito?
No. Alla fine ci sono valutazioni diverse che si ricomporranno.

Era inevitabile il commissario?
Penso di si, è apparso evidente.

Ore 14.50 – La Giunta Nazionale è l’organo di indirizzo, esecuzione e controllo dell’attività amministrativa del CONI; esercita il controllo sulle Federazioni sportive nazionali e Discipline sportive associate – e, attraverso queste, sulle loro articolazioni interne – e sugli Enti di promozione sportiva.

La Giunta Nazionale è composta:
a) dal Presidente del CONI, che la presiede;
b) da dieci rappresentanti delle Federazioni sportive nazionali e delle Discipline
sportive associate, tre dei quali eletti fra gli atleti e tecnici sportivi, in possesso
dei requisiti previsti dall’art. 35 del presente statuto;
b1) da un rappresentante nazionale degli Enti di promozione sportiva;
b2) da due rappresentanti delle strutture territoriali del CONI, di cui uno regionale e
uno provinciale;
c) dai membri italiani del CIO

Simone Burioni

Tutti i movimenti del calciomercato invernale della Roma

Simone Indovino – Si conclude un’altra finestra di calciomercato. La prima invernale di Monchi, la seconda da quando è a tutti gli effetti il direttore sportivo della Roma. Una sessione tormentata dall’ombra del Fair Play Finanziario, che ha costretto il dirigente a cedere Emerson Palmieri al Chelsea. Anche per Edin Dzeko è esistita la possibilità di accasarsi ai Blues, per una cifra intorno ai 30 milioni di euro che avrebbe dato una sistemata ai conti capitolini. Le richieste ritenute eccessive dell’attaccante hanno fatto naufragare la trattativa e così il club di Pallotta ha ancora il suo attaccante di punta. Per sostituire il brasiliano, l’ex ds del Siviglia ha perfezionato l’acquisto di Jonathan Silva con la formula del prestito con obbligo di riscatto al verificarsi di determinate condizioni a 5.7 milioni totali. Saluta anche Hector Moreno, trasferitosi in extremis alla Real Sociedad di fronte un corrispettivo economico di 6 milioni. Di seguito la tabella completa degli acquisti e delle cessioni della Roma:

TABELLA ACQUISTI ROMA

JONATHAN SILVA dallo Sporting Club de Portugal in prestito con obbligo di riscatto al verificarsi di determinate condizioni a 5.7 milioni totali (0,5+5,2)
ELIO CAPRADOSSI Rientro dal prestito

TABELLA CESSIONI ROMA

EMERSON PALMIERI al Chelsea a titolo definitivo per 20 milioni più 9 di bonus
HECTOR MORENO alla Real Sociedad a titolo definitivo per 6 milioni
LEANDRO CASTAN al Cagliari in prestito
UMAR SADIQ al Nac Breda in prestito per 6 mesi con la possibilità di prolungare l’accordo fino al 30 giugno 2019
MOUSTAPHA SECK al Novara in prestito
ARTURO CALABRESI al Foggia in prestito
EDOARDO SOLERI all’Almeria in prestito
LORENZO DI LIVIO al Matera in prestito
DENIS OMIC al Blau Wess Linz in prestito
JOSÈ MACHIN al Pescara in prestito
RICCARDO CAPPA al Sassuolo a titolo definitivo. Alla Roma il 35% sulla futura rivendita del cartellino
ALESSANDRO PETRUCCELLI al Pisa a titolo definitivo
JACOPO FERRI al Renate in prestito
ABDULLAHI NURA al Perugia in prestito biennale con diritto di opzione e controopzione
FILIPPO FRANCHI alla Reggina in prestito
Simone Indovino

Dal Liverpool al Chievo senza rabbia

Lavinia Colasanto – Reagire e dimenticare la manita presa dal Liverpool. C’è un campionato da giocare ed una qualificazione in Champions da conquistare. Domani pomeriggio allo Stadio Olimpico, alle ore 18, arriverà il Chievo di Maran in disperata ricerca di punti salvezza, soltanto 6 conquistati nelle ultime 9 partite. La Roma, invece, vuole la vittoria per consolidare il terzo posto.

Impossibile non pensare alla partita di mercoledì sera e allora Di Francesco, anche per mantenere la freschezza dei giocatori, si rifugerà nel turnover. Davanti ad Alisson tornerà la difesa a quattro con Peres a destra, Manolas e Jesus al centro, con turno di riposo per Fazio, e Silva, che ha convinto contro la SPAL, a sinistra. Cambiamenti anche a centrocampo con De Rossi apparso molto stanco ad Anfield e Strootman infortunato al costato. Si scaldano Gonalons e Pellegrini per una Roma più aggressiva e dinamica. L’ultimo posto se lo giocano Gerson e Nainggolan anche se pare difficile che il tecnico cambi tutto il tridente in un colpo solo. Davanti fiducia ad Under perché non si può bocciare un ragazzo di 20 anni alla prima partita sbagliata in Champions. Giocherà anche El Shaarawy voglioso di quel gol che a Ferrara non è arrivato per colpa di un palo. Ballottaggio tra Dzeko e Schick per il ruolo da prima punta. Entrambi, però, avranno una maglia da titolare contro il Liverpool. Out Perotti che ha accusato un guaio alla caviglia nel finale del match di Champions.

Tanto da perdere per il Chievo di Maran che si affiderà ad un equilibrato 4-4-2 con le linee molto strette per non consentire un facile palleggio alla Roma. Gli uomini chiamati a fare male sono Inglese e Pucciarelli col primo che ha già timbrato il cartellino contro i giallorossi nello scorso campionato. A supporto delle punte un centrocampo dinamico ma allo stesso tempo tecnico con Castro, Hetemaj, Radovanovic e Giaccherini. Il compito di stoppare le sfuriate giallorosse lo avranno Cacciatore, Tomovic, Bani e Jarozynski. In porta Sorrentino, mattatore della partita d’andata con tante parate decisive.

Nei 33 incontri tra Roma e Chievo il divario è stato imbarazzante visto che i capitolini comandano per 17 a 3 con 13 pareggi, l’ultimo il 10 dicembre del 2017. All’Olimpico 2 soli successi dei clivensi contro gli 11 dei romanisti. Sarà il 13esimo confronto tra Di Francesco e Maran col bilancio in perfetta parità 3 vittorie a testa e 6 pareggi. Inoltre il tecnico dei gialloblù è il più sfidato dall’abruzzese nella sua carriera.

Un obbligo soltanto per la Roma: vincere. L’Inter affronterà la Juventus a San Siro nel posticipo del sabato mentre la Lazio farà visita al Torino domenica sera. L’occasione per guadagnare dei punti è troppo ghiotta e i giallorossi non se la devono far scappare.

 

Lavinia Colasanto