Roma-Milan 0-2: le pagelle. L’Olimpico è calcato da una squadra con pochi attributi. Gattuso impartisce una lezione tattica a Di Francesco

Simone Indovino – Cala il sipario all’Olimpico, e in 90 minuti sembrano quasi vanificate le tre vittorie consecutive racimolate nelle scorse settimane. Partita degna del miglior film di Dario Argento, in grado di terrorizzare tutti i tifosi della Roma presenti allo stadio. Gattuso mette in campo un Milan ordinato, concreto e con molto fiato che oscura tutti i tentativi delle trame capitoline. Due reti nella ripresa, firmate Cutrone e Calabria, che fanno sprofondare nell’abisso. Nessun segno positivo recuperabile da Di Francesco in questo match, che ha solo da rimproverare ai suoi un atteggiamento senza attributi e poco rispettoso verso tutti i sostenitori giallorossi.

ROMA

Alisson 5.5 – Difficilmente avrebbe potuto negare i due gol avversari, ma appare decisamente meno concentrato rispetto al solito. Si riscatta parzialmente grazie a un intervento tutto riflessi su un destro ravvicinato di Kalinic.

Bruno Peres 5.5 – Dopo un pallone buttato a pochi secondi dall’inizio, alza la qualità della sua partita imprimendo concentrazione sopratutto in fase difensiva. Peccato che quella offensiva sia praticamente nulla.

Manolas 4.5 – Serata da incubo per il difensore greco. Sin dai primi secondi si capisce come Cutrone possa metterlo in difficoltà, e l’attaccante lo beffa a inizio ripresa sfilandogli alle spalle. Gol subito a parte, è in apprensione per tutto il resto della partita.

Fazio 5 – La situazione non è migliore rispetto a quella del compagno di reparto. Anche l’argentino è in totale bambola dei rapidi attaccanti milanisti e ha sulla gobba gran parte della seconda rete incassata, in cui si perde Calabria in maniera troppo ingenua per un calciatore con la sua esperienza.

Kolarov 5 – Per sua fortuna Jonathan Silva ha quest’oggi respirato per la prima volta i prati della Serie A, perché il nuovo acquisto dovrà decisamente far rifiatare il serbo, che non ne ha proprio più. E questo incide in maniera fin troppo negativa sulle sue ultime prestazioni.

Strootman 5 – Non aveva neanche iniziato male l’olandese in cabina di regia. A differenza del collega si è mostrato più abile nel gestire i palloni che gravitavano nella sua zona, ma col passare dei minuti abbandona lentamente il campo.

Pellegrini 4.5 – Brutta, bruttissima serata per il romano. È intraprendente e si vede, ma la sua foga lo porta a compiere una quantità innumerevole di errori, anche banali. Tantissimi gli stop mancati e gli interessanti palloni sprecati.

Nainggolan 5 – Dove sei finito caro Radja, perché manchi tanto. Il rendimento sottotono del belga sta influendo tantissimo nelle prestazioni negative della Roma. Anche quest’oggi, tanta corsa a vuoto e poca lucidità anche in banali passaggi, come il cambio di gioco errato con cui innesta un pericolosissimo contropiede rossonero.

Perotti 5 – Non è in grado di strappare e puntare con decisione Calabria, e questo la dice lunga sulla sua partita.

Under 5.5 – Prova ad accendere la luce in qualche situazione, come nel lampo iniziale con cui impensierisce Donnarumma. Non può e non riesce a trascinare la squadre in modo totalmente isolato, e cala col passare dei minuti.

Schick 4.5 – Rispolverato da titolare, non fa altro che deludere le aspettative. Eccezion fatta per un buon numero con la suola in mezzo a due avversari, è un totale corpo estraneo e non riesce mai a tirare verso la porta. Con l’ingresso in campo di Dzeko la situazione non cambia.

Dzeko 5 – Di Francesco si gioca la carta del bosniaco accanto a Schick per tentare di migliorare la situazione offensiva: esperimento più che fallito.

Defrel 5 – Difficile che potesse essere il francese a dare una svolta alla partita.

Gerson s.v. – Entra in un momento davvero critico per i suoi, di conseguenza non può nulla.

Di Francesco 4.5 – Inaccettabile come il collega Gattuso gli rifili una lezione di tattica. L’allenatore rossonero imbroglia alla perfezione la manovra della Roma e il tecnico giallorosso non trova le capacità per poter contrastare il lavoro del collega. La sua squadra non corre, e questo non può che influire sulla gara dei suoi. In più mancano totalmente le idee, e la frittata è fatta.

Simone Indovino

Prati: “Dzeko? Ha bisogno dei tifosi per tornare quello dell’anno scorso”

Simone Burioni Prati, ex calciatore della Roma, si è raccontato in un’intervista ai nostri microfoni e ha parlato anche del momento giallorosso. Queste le sue parole:

Qualcuno ha detto che Rivera era grande perché giocava insieme a te…
I tagli in area erano la mia specialità avendo vissuto la mia infanzia in campetti dove giocavo ogni pomeriggio a tuffarmi sulla palla. Facevamo esercizi che mi permisero di intraprendere una strada che sognavo da ragazzino. Tutta la mia carriera ho avuto la fortuna di giocare tutte le finali, mi manca solamente il mondiale del 70. Una finale con me non è mai stata persa.

Ti hanno paragonato spesso a Galli, quando si parla di colpi di testa qui a Roma venite in mente tu e Pruzzo…
Tra i giocatori che creavano fastidi agli avversari c’eravamo sicuramente noi.

In nazionale fallisti un gol molto facile…
Sì, contro la Svezia. Fu pazzesco ma può succedere. Quella palla si è alzata sopra la traversa e io sono finito dentro la rete. Il portiere era andato fuori sulla sinistra, il cross era di Facchetti, il problema fu il passaggio di un interista a un milanista (ride, ndr).

Roma-Milan…
Una partita che mi mette sempre in ansia, col Milan ho vinto tutto ma a Roma c’è stato qualcosa che per me vale molto, tanto quanto una coppa. Nel 1973 segnai 22 gol, quell’anno lì ci siamo divertiti tutti tantissimo. La Roma prima pensava soltanto a battere la Lazio, quell’anno meritammo di stare così in alto.

Come valuti Gattuso?
Un grande personaggio, è riuscito lì dove altri non ce l’hanno fatta. E’ entrato nella testa dei giocatori, i giocatori del Milan stanno dimostrando di avere un buonissimo livello, stanno iniziando a far vedere di essere una squadra che gioca. La voglia di aggredire dell’allenatore si vede finalmente anche in campo, devono continuare così e migliorare.

Come giudichi Di Francesco e la Roma?
Mi sembra che anche nei momenti difficili sappia manovrare la barca, ha avuto dei problemi e ci sono dei giocatori che devono essere recuperati. Dzeko è un giocatore fantastico, ha una grande carriera, l’anno scorso ha segnato 39 gol ma quest’anno fa fatica a ripetersi. In Italia non è facile, ma lui può fare molto di più. E’ in un momento particolare, è un grande professionista ma adesso ha bisogno dell’affetto dei tifosi per tornare a quel livello.

Il risultato di questa sera?
Comunque vada, per metà mi sentirò bene, per l’altra soffrirò un po’.

Come vedi il legame di Maldini con il Milan e quello di Totti con la Roma?
Non conosco le condizioni, quindi non posso parlare delle motivazioni. Maldini è stato un grande campione ma se non è ancora entrato nel Milan deve esserci un perché. E’ una grande immagine per il Milan, ma devono esserci cose che non combaciano con la dirigenza, mi auguro che un domani possa aprirsi una via perché è quel tipo di giocatori, come anche Gattuso, che ha vinto tutto con il club a livello mondiale.

Come vedi Totti come dirigente?
Lo vedevo meglio ancora in campo, a livello fisico avrebbe retto. Avrebbe perso qualcosa nella corsa ma aveva un’intelligenza calcistica unica, un grande personaggio. Ma può anche darsi che diventi un grande manager, è nato e cresciuto nella Roma, ha sempre detto che non sarebbe mai andato altrove, non c’era la possibilità che giocasse finali importantissime. Al di fuori della Roma avrebbe giocato in squadre che hanno vinto tutto. E’ rimasto come grande personaggio in società, Totti è la Roma.

Quanti gol avresti segnato in più con Totti?
Lui guarda da un’altra parte ma ti libera sempre, lui è un giocatore fondamentale come Rivera. Ti fa arrivare 9 volte su 10 la palla sul piede.

Quanto è stato difficile riuscire a fare quel passo in avanti rispetto alla Roma degli anni precedenti?
Avevamo un gruppo di ottimi giocatori, si parla di Conti, Di Bartolomei, Cordova e De Sisti. L’allenatore che ho avuto al Milan, Liedholm, sapeva come andava gestito il gruppo e il gioco. Era un vero maestro.

Se giocassi ora chi avresti temuto di più tra Alisson e Donnarumma?
Sono due grandi portieri, uno è avvantaggiato dal fatto di essere più giovane ma saranno tutti e due sempre sotto esame.

Simone Burioni