Luca Fantoni – Siamo alla fine degli anni 80, precisamente a dicembre del 1988. In discoteca i ragazzi ballavano i Duran Duran e Michael Jackson, ad Anversa un piccolo Nainggolan compiva 8 mesi e a Roma i tifosi giallorossi vivevano uno dei tanti periodi sofferti della loro storia. I “Wild Boys” del Liedholm 3.0 sono solo un ricordo sbiadito della squadra che ha vinto il secondo scudetto. I capitolini alternano buone gare a clamorose debacle, come quella con la Dinamo Dresda in Europa. Se per la Roma quello non fu un periodo da ricordare, non si può dire lo stesso per il movimento calcistico italiano che si apprestava a vivere il suo momento di massimo splendore, iniziato con il mondiale del 90’. Proprio per quella manifestazione vennero rimodernati tutti gli stadi, compreso Marassi. La squadra di Leidholm si trova quindi a giocare in un cantiere a cielo aperto. La porta è difesa da Tancredi. La retroguardia a 5 è composta da Tempestilli, Nela, Manfredonia, Oddi e Collovati. I tre di centrocampo erano Policano, Desideri e Giannini con “il tedesco volante” Rudi Völler e Massaro in avanti. La Sampdoria di Boskov, che al contrario dei romani si apprestava a vivere gli anni migliori della sua storia, schierava negli undici i due ex Vierchwood e Cerezo ed anche i gemelli del gol Vialli e Mancini.
LA PARTITA – Con un ultimatum a Liedholm. Così si presenta la Roma a Marassi. A causa dei risultati deludenti, il presidente Dino Viola aveva dato un termine di 8 giorniall’allenatore per risollevare le sorti della squadra. L’ambiente non era quindi tra i più sereni. L’inizio del match fa presupporre che lo svedese, al panettone, non ci sarebbe mai arrivato. La Sampdoria attacca e va vicinissima al gol più volte con Mancini e Cerezo, ma un Tancredi in grande giornata e un intervento quasi sulla linea di Manfredonia, evitano lo svantaggio. Al 35° i giallorossi, a sorpresa, segnano. Il difensore Antonelli effettua un retropassaggio sciagurato per il proprio portiere Pagliuca che non è deciso nell’uscita e si fa trafiggere da Voeller, un vero rapace d’area di rigore.Nella ripresa il copione non cambia. Ci prova prima Dossena e poi Victor Muñoz ma il colpo di testa dello spagnolo si infrange sul palo. A 13 minuti dalla fine però, i capitolini colpiscono ancora in contropiede. Giannini, con uno splendido passaggio in profondità, chiude un triangolo con Massaro il quale supera Pagliuca in uscita. 2-0 e giallorossi che ottengono la loro 5° vittoria nella storia sul campo della Samp.
Forse non ci saranno ultimatum per Di Francesco ma la situazione è critica. Pareggiare a Milano con l’Inter, di per sé, non è un cattivo risultato ma in un momento come questo serviva solamente la vittoria. A Marassi non sarà facile. 30 anni fa la Roma vinse grazie ai suoi due attaccanti, ora non si sa neanche chi sarà il centravanti titolare. Dzeko sembra già con la valigia pronta per Londra, sponda Chelsea. È una perdita enorme per i capitolini, sopratutto se non dovessero riuscire a sostituirlo a dovere. Schick può rappresentare un’alternativa? Forse, ma con ancora tutta una stagione da giocare, con lo spettro del non ingresso in Champions League l’anno prossimo, vale davvero la pena di rischiare? Le risposte ce le darà il campo. Sempre oscillante tra amore e odio, Dzeko è stato “vittima sai di un bilancio sbagliato” come cantava Julio Iglesias. Ora che i conti però torneranno a posto, è compito e dovere di Monchi cercare di costruire una squadra che sappia riportare un trofeo a Roma dopo 10 anni.
Luca Fantoni