Infantino: “Il Var è una soluzione per dare un po’ più di giustizia e trasparenza al calcio”

Simone Burioni – Il presidente della Fifa Gianni Infantino, al termine della consegna dei Collari d’Oro al Coni, ha rilasciato alcune dichiarazioni. Queste le sue parole:

Il Var?
E’ una macchina bellissima, è una soluzione per dare più giustizia e trasparenza al calcio. Nel 2017 entro pochi secondi gli spettatori sia da casa che dallo stadio sanno se l’arbitro ha commesso un errore. In questo senso il lavoro che si sta facendo qui in Italia è all’avanguardia ed eccellente. Ovviamente bisogna applicare la Var per i casi chiari e non per tutte le interpretazioni. E in questo senso aiuta a prendere delle decisioni giuste. Vogliamo tutti la giustizia, anche nel calcio.

C’è veramente la possibilità che l’Italia venga ripescata?
Bisogna qualificarsi sul campo (ride, ndr).

Il calcio italiano si deve rimboccare le maniche…
Certo. Il fatto che l’Italia non sia al Mondiale per tutti gli italiani e i tifosi è ovviamente una tragedia sportivamente parlando. Le tragedie nella vita sono ben altro. Questo però deve essere uno stimolo, bisogna imparare dalle sconfitte rimboccandosi le maniche e lavorando come gli italiani sicuramente sanno fare. Bisogna passare dalle parole ai fatti, rinnovare, riformare, andare alla radice dei problemi e cercare di fare sempre meglio.

Bisogna fare meglio anche nella governance? Bisogna ancora eleggere il nuovo presidente…
La governance è importantissima, è ovvio. Bisogna che chi dirige il calcio italiano abbia più possibilità di decidere, di prendere decisioni e di incidere. Lo sappiamo tutti che qui in Italia da anni si parla degli stadi e dei movimenti giovanili, ma come dicevo bisogna passare dalle parole ai fatti. Penso che possiamo trarre spunto da questa sconfitta per tornare ai vertici.

Le Olimpiadi?
Adesso però parliamo di calcio e non del movimento olimpico. Tutte le valutazioni saranno fatte in tempi opportuni, adesso dobbiamo pensare all’organizzazione del Mondiale in Russia. Sarà un Mondiale spettacolare e bellissimo con degli stadi assolutamente fantastici e con tutto un 
paese, dal presidente Putin fino all’ultimo cittadino, che vuole ricevere e accogliere tutto il mondo per festeggiare. Non è una questione di persone, ma una questione di festa popolare.

Lei è un grande rinnovatore e amico di Putin, il quale però sembra essere stato radiato dal movimento olimpico…
Il movimento olimpico ha impiegato 5 anni per prendere una decisione. Per adesso noi ci basiamo sui fatti e non sulle speculazioni. Sono contento di essere un rinnovatore e di fare le cose. Le cose vanno fatte quando vanno fatte con i documenti in mano. Adesso come dicevo prima, la cosa più importante è l’organizzazione del Mondiale.

Simone Burioni

Tommasi: “Alla FIGC serve una squadra che lavori al cambiamento con idee e passione”

Simone Burioni – Damiano Tommasi, presidente dell’AIC e papabile candidato alla presidenza della FIGC, ha parlato al margine della consegna dei Collari d’Oro, massima onorificenza conferita dal CONI per meriti sportivi. Queste le sue parole:

Bellissima cerimonia, uno spot per tutto lo sport italiano…
Un bel riconoscimento per i tanti atleti olimpici e paraolimpici che lo meritano per le loro qualità. Sicuramente vedendo i campioni del mondo dell’82 c’è rammarico nel non poter sognare quest’estate per quanto riguarda la nazionale di calcio che forse è lo sport di squadra più seguito anche per il senso di appartenenza. Per quanto riguarda la Federazione è inevitabile che questo stop imprevisto abbia portato a momenti di riflessione, che arriva dopo tantissimi anni e che certamente ci porta a pensare a medio lungo termine, almeno al periodo di scadenza elettorale. Sicuramente non sarà una sola persona che riuscirà a cambiare la rotta o ad accelerare gli investimenti che sono stati già fatti. Non penso sia il caso di indicare una sola persona, sarà un lavoro di squadra.

In questi momenti si cercano sempre persone nuove e idee nuove. La ricetta Tommasi in questo caso funzionerebbe?
Sicuramente come Assocalciatori ci stiamo confrontando al nostro interno cercando di capire le cose da fare. Chi le dovrà fare dovrà essere propenso al cambiamento, con ragionamenti a medio lungo termine. Ci saranno le elezioni e ci saranno tante risposte da dover fornire. Oltre alle idee e al cambiamento servirà molta passione.

Un parere da uomo di campo sul VAR? 
E’ un test, un anno di transizione. Da atleta dico che ogni strumento che possa ridurre o evitare gli errori è ben accetto. Sicuramente ci sono state le polemiche e ci saranno anche quando si arriverà alla perfezione. Sicuramente questo è un test importante e noi ci crediamo. Speriamo si migliori sempre di più.

Campionato combattuto…
Molto. Ci sono diversi interpreti per la lotta allo Scudetto, ma come ogni anno negli ultimi anni si dovranno fare i conti con la Juve.

Simone Burioni

Malagò: “Nel 2017 il calcio italiano è stato gravemente insufficiente. Adesso aspettiamo le riforme”

Simone Burioni – Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, è intervenuto a margine dell’evento della consegna dei Collari d’Oro, massima onorificenza per meriti sportivi conferita proprio dal comitato olimpico. Queste le sue parole:

Un evento bellissimo, specialmente per i campioni del Mondo dell’82…
Evento importantissimo, soprattutto per il numero di atleti premiati, un record assoluto. Abbiamo vinto dei Mondiali: giustamente si ricordano spesso le cose che vanno male, ma l’invito fatto ai campioni del Mondo dell’82 è stato fatto mesi fa, non c’è nessuna malizia in ciò. Sono felice che fossero qui tutti e 23, compresa la figlia di Bearzot ed il figlio di Gaetano Scirea, insieme a chi ha vinto quest’anno il massimo a livello sportivo, credo che simbolicamente sia stato importantissimo.

C’era il presidente della FIFA che ha parlato moltissimo, partendo dalla VAR fino ad arrivre agli stadi. E’ quella la direzione?
Sì, è stato molto chiaro anche quando ha parlato del calcio italiano, si aspetta dei messaggi di coraggio e di innovazione. Ha fatto i complimenti per la gestione della VAR, e su questo bisogna darne atto: su questo il calcio italiano è stato precursore. Ora si aspetta delle riforme, giustamente. Il sistema sportivo è molto chiaro: UEFA e FIFA sono le istituzioni guida del sistema calcio, non si può non tenerne conto.

Tra gli eroi dell’82 c’era anche il presidente Tavecchio, strideva un po’ la sua presenza lì?
No, sono andato io personalmente a chiedergli di salire sul palco per una foto, perché credo sia corretto. Anche se dimissionario è lui il presidente della Federazione, quindi penso sia stato un gesto doveroso.

A fine 2017, qual è il voto al calcio italiano?
A livello di attività c’è sicuramente una sufficienza, a livello sportivo un’insufficienza pesante.

Per quanto riguarda la corte austriaca che reclama gli atleti altoatesini c’è preoccupazione?
Non mi occupo di politica ma di sport, ma personalmente dico che dovranno passare sul mio cadavere prima che questo accada. A noi impediscono di avere una cittadinanza sportiva per quelli che sono nati e cresciuti qui ed invece quelli italiani, nati da genitori italiani cresciuti nelle nostre scuole sportive devono andare da loro? Mi sembra eccessivo, a tutto c’è un limite.

Questi giorni è finito nel mirino del Movimento 5 Stelle per un emendamento alla finanziaria che le permetterebbe di svolgere un terzo mandato alla presidenza del CONI. E’ stato dichiarato come un emendamento ‘ad personam‘, cosa vuole rispondere al Movimento?
Più che al Movimento rispondo a lei: si è perso qualche puntata negli ultimi giorni. E’ un emendamento che ho sempre disconosciuto e che non ho mai voluto. La mia dichiarazione è pubblica da settimane, se non da mesi. C’è invece una legge, che lei non ha ricordato, che sono 4 anni e mezzo che rimbalza in ogni dove, che riordina tutto il sistema che è una cosa giusta, che equipara a tre mandati – come il CIO richiede – che riguarda tutte le componenti del nostro mondo. Io comunque al posto dei 5 Stelle mi preoccuperei a chiudere quella legge che sono quattro anni e mezzo che rimbalza e che dovrebbe finalmente essere approvata al Senato.

Lei sa benissimo che i tempi non ci sono per quella legge…
Io mi occupo si sport, non di norme. Io non faccio le leggi.

Se questo fosse stato l’anno olimpico nel 2017 il nostro medagliere sarebbe stato pesantissimo…
Questi calcoli lasciano sempre il tempo che trovano, anche se meglio averla questa opportunità di calcolo. Avremmo fatto il record di medaglie d’oro e non, ma poi bisogna vedere se ci ripetiamo e anche tener conto che in alcuni anni ci sono i Mondiali e in altri no, da tener conto che in alcuni anni alcune nazioni si condedono qualche pausa di riflessione e becchiamo l’anno sabatico. Ma i numeri parlano da soli in tute le discipline: dal motociclismo alla pesca sportiva, dalle bocce agli sport tradizionali, dal pattinaggio a rotelle piuttosto che a tanti altri sport, noi siamo leader assoluti del mondo e queste è la forza del nostro movimento. Dobbiamo tener conto che è questo il sistema sportivo Italia, può piacere o no ma siamo l’unico paese al mondo a fare tutte le discipline: in qualcuna siamo i primi della classe, in altre non lo siamo, ma non c’è nessun altro paese che sia competitivo come il nostro.

Gentiloni ha detto di essere tifoso della Juventus, andrete a vedere la partita insieme?
No, in questi giorni sono in totale apnea.

Simone Burioni

Coni, la consegna dei Collari d’Oro

Simone Burioni – Giornata davvero importante per quanto riguarda tutto lo sport italiano. Al CONI va in scena la consegna dei Collari d’Oro al merito sportivo, la massima onorificenza conferita dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Tanti ospiti illustri tra cui l’ex giocatore della Roma e Campione del Mondo con l’Italianel 1982, Bruno Conti. Presenti anche Beppe Bergomi, Alessandro Altobelli, Dino Zoff, Paolo Gentiloni, Gianni Infantino, Carlo Tavecchio e Bebe Vio.

LIVE

Ore 12:50 – Zibì Boniek all’uscita ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla corsa allo scudetto. Queste le sue parole:

Che cosa ne pensa della lotta alo scudetto? Adesso c’è Juve-Roma…
Quest’anno c’è un buon campionato, sono tutti là davanti a lottare. Sabato una vittoria potrebbe dare morale ad entrambe le squadre.

Il Var?
Il Var è perfetto.

Il Mondiale a 48 squadre è una soluzione giusta?
Credo che 34 squadre bastassero, però se hanno deciso di metterne 48 pazienza. Io ritengo che già con 32 squadre fosse la soluzione migliore, vediamo come andrà.

La Polonia che Mondiale farà?
Siamo contenti di esserci qualificati, vogliamo uscire dal girone poi vediamo.

Le mancherà non vedere l’Italia al Mondiale?
Sempre.

Ore 12:45 – Termina la cerimonia.

Ore 12:40 – Sono stati consegnati i Collari d’Oro ai campioni del Mondo del’82.

Ore 12:10 – Gianni Infantino, presidente della Fifa, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso della premiazione sulla Var e sull‘Italia. Queste le sue parole:

Var? 
Sta andando benissimo anche e soprattutto grazie all’Italia.

Il Mondiale senza Italia? 
Da italiano è veramente tragico, però è così, chi c’è ha meritato di esserci. Ora bisogna lavorare, riformare, innovare e riportare l’Italia sul tetto del mondo dove merita di essere anche nel calcio.

Ore 11:30 – Da sottolineare che Bruno Conti, insieme alla Roma, al termine dell’evento, ha invitato tutti i campioni del Mondo del 1982 a pranzare a Trigoria. 

Ore 11:20 – E’ iniziata la cerimonia di premiazione della consegna dei Collari d’Oro al merito sportivo.

Ore 11:10 – Francesco ‘Ciccio’ Graziani, prima che iniziasse la cerimonia, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai cronisti presenti. Queste le sue parole:

Emozionato per il premio di oggi?
Quando ci sono questi premi ci si sente moto orgogliosi. Quando raggiungi un traguardo così importante, rappresentando la tua nazione indossando la maglia azzurra è ancora più bello, perché non abbiamo vinto solo noi, avete vinto anche tutti voi cittadini italiani.

Che effetto fa ricevere un premio come questo nell’anno in cui l’Italia non va ai Mondiali?
C’è grande rammarico e grande tristezza. Ma lo sport è questo: ci sono momenti esaltanti come quello che stiamo celebrando oggi, e momenti di depressione sportiva come quello che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo ancora, perché man mano che si avvicina il Mondiale il rammarico sarà sempre più grande.

C’è una ricetta per far ripartire il calcio italiano?
C’è sicuramente una ricetta. Innanzitutto l’umiltà, perché se è vero che sono stati commessi degli errori, anche i giocatori andati in campo non hanno reso per quelle che sono le loro potenzialità. Credo bisognerebbe investire di più nel calcio italiano: siamo diventati troppo esterofili, vedo squadre in Serie A con uno o due calciatori italiani, davvero troppi stranieri. Il calcio italiano di questo ne soffre perché bisognerebbe investire di più sui vivai e sui calciatori italiani, ci sono tanti talenti che si perdono per strada, questo invece secondo me è un patrimonio che dovremmo andare a recuperare.

Si aspettava un campionato così competitivo?
Il campionato è bellissimo, potenzialmente ci sono quattro o cinque squadre in lotta anche se la Lazio tra queste è quella tecnicamente meno attrezzata anche se sta giocando un buon calcio e sta divertendo. Devo dire che lo Scudetto è un discorso a quattro secondo me.

La favorita?
Io nei pronostici non ci prendo mai, ma dico la Juventus.

Juve-Roma?
Dico 3 a 1 per i bianconeri, tanto non ci indovino mai con i pronostici (ride, ndr).

Ore 11:00 – Beppe Bergomi e Alessandro Altobelli, prima che iniziasse la cerimonia, hanno rilasciato alcune dichiarazioni ai cronisti presenti. Queste le loro parole:

Zoff era visibilmente emozionato, non è facile riunirvi tutti assieme…
Altobelli: “Assolutamente vero, infatti ultimamente abbiamo creato una chat dove ci sentiamo spesso. Purtroppo credo che Zoff non sappia neanche cosa sia internet (ride, ndr), e quindi non lo sentiamo spesso. Tra l’altro oggi abbiamo un bel pranzo organizzato a Trigoria da Bruno Conti, devo dire che c’è tanto entusiasmo perché è molto tempo che non ci vediamo e abbiamo voglia di abbracciarci”.

E’ ora di vedere un ex calciatore ai vertici della Federazione?
Altobelli: “Sarebbe ora, ma gli ex giocatori non sono politici e per questo hanno poche possibilità”.

Oggi è presente anche Infantino, cosa vorreste dirgli in un momento così critico per il calcio italiano?
Bergomi: “Non è facile in poche parole trovare una soluzione al problema. Io recentemente ho parlato di interventi dal basso, a partire dai settori giovanili, per una rifondazione del nostro calcio con una mentalità diversa. Per il resto diventa difficile in questo momento giudicare e dare le giuste ricette”.
Altobelli: “Credo che sia il momento più basso del calcio italiano, almeno per quanto riguarda la Nazionale. Bisogna ripartire da zero”.

Come si chiama la vostra chat?
Altobelli: “L’ho creata io, almeno ho fatto qualcosa (ride, ndr). L’ho creata un anno fa, avevo tutti i numeri e li ho messi tutti insieme. Hanno apprezzato tutti molto, ma specialmente io perché avevo paura che non accettassero: la chat squilla continuamente, di notte e di giorno, e poi passa di tutto lì dentro”.

Quello che passa lì dentro è un segreto dello spogliatoio?
Bergomi: “Spillo (Altobelli, ndr) trova delle foto dell’82 introvabili”.
Altobelli: “Non posso dirgli dove prendo le foto, altrimenti che amministratore della chat sarei?”.

Dell’Inter cosa pensate?
Altobelli: “All’inizio dell’anno, se ci avessero detto che l’Inter a Natale sarebbe stata prima e che avrebbe lottato alla pari con la Juve, con la Roma e il Napoli ci avremmo messo la firma. Penso che le cose stiano andando bene, ha perso una sola partita ed ha una buona difesa – a parte i tre gol presi con l’Udinese-, ha il capocannoniere, Icardi, e perciò bisogna proseguire su questa squadra”.

E’ da scudetto?
Bergomi: “Io mi auguro che l’Inter arrivi tra le prime quattro, sarebbe il massimo”.

Simone Burioni

Male la prima

Margherita Bellecca – Male la prima. Questo è il titolo per l’esordio da titolare per una delle coppie più attese del campionato, quella formata da Dzeko e Schick. I due hanno inciso poco nella vittoria, tanto brutta quanto fondamentale, della Roma sul Cagliari per 1-0. Tre punti che permettono ai giallorossi di rimanere sul treno che conta, quello che porta allo Scudetto.

Se Di Francesco vorrà proseguire su questa strada dovrà lavorare tanto sull’intesa dei due attaccanti che sabato sera hanno dialogato poco. Il numero 9 sembra completamente un altro giocatore rispetto all’inizio del campionato dove svariava su tutto il fronte d’attacco, ma soprattutto, segnava a ripetizione: 7 gol nelle prime 7 partite e soltanto 1 nelle successive 10. Il calcio di rigore guadagnato contro il Cagliari, dove Dzeko ha dimostrato la voglia di aggredire il pallone, è soltanto una piccola luce in un cielo pieno di nuvole.

L’altro, il numero 14, è un lontano parente di quello visto con la maglia della Sampdoria. La condizione fisica scarseggia ed anche l’intesa con il resto dei compagni non è eccelsa. Ci sarà da lavorare come ammesso da Eusebio Di Francesco dopo il match contro il Cagliari

Tra i due c’è anche un terzo che porta il nome di Diego Perotti, spesso decisivo con i suoi calci di rigore. Questa volta proprio la sua arma principale l’ha tradito. La lenta rincorsa e lo sguardo fisso verso il portiere non hanno distratto Cragno a cui è bastato intuire l’angolo per bloccare il pallone. Tanta tensione per la Roma allentata allo scadere da Federico Fazio che, con una pettata, ha messo in ghiaccio la partita. Finale thriller anche per l’utilizzo del VAR che, dopo un paio di minuti, ha convalidato il gol del Comandante facendo gioire i tifosi per due volte. La decisione non è andata giù a Diego Lopez, tecnico del Cagliari.

Per la Roma ora la Coppa Italia contro il Torino e poi un’altra squadra piemontese: la Juventus che sabato sera, alle 20.45, ospiterà i giallorossi all’Allianz Stadium. Sarà una settimana di fuoco per Di Francesco che spera di passare un felice Natale e di farlo trascorrere ai tifosi della Roma. Non sarà facile, ma serve concentrazione massima per continuare a puntare in alto.

Margherita Bellecca