Luca Fantoni – Cosa sono 18 minuti in confronto a 38 partite? Niente, eppure quel 16 maggio furono tra i più lunghi di tutta la storia della Roma. Con Ranieri in panchina i giallorossi avevano portato a termine una rimonta leggendariache era culminata con il sorpasso all’Inter alla 33° giornata. La sconfitta con la Sampdoria due partite più tardi fu decisiva per lo scudetto ma i capitolini ci provarono fino all’ultimo, anche nell’ultimo incontro a Verona contro il Chievo dove, però, le loro speranze furono distrutte dalla contemporanea vittoria dell’Inter a Siena. Per l’occasione il tecnico testaccino aveva scelto tutti i titolari. Julio Sergio in porta, Motta e Cassetti sulle fasce, con Burdisso e Juan che giocavano al centro. De Rossi e Pizarro erano i due mediani mentre Taddei, Perrotta ed un Vucinic leggermente più avanzato supportavano Totti in avanti. Il Chievo di Di Carlo, già salvo e senza più obiettivi, si presentava con Squizzi tra i pali. In difesa a destra giocava Sardo, a sinistra Jokic e come centrali Yepes e Scardina. Il centrocampo a 4 era formato da Luciano, Iori, Bentivoglio e Ariatti mentre le uniche due punte erano Pellissier e Granoche.
LA PARTITA – L’atmosfera allo stadio Marcantonio Bentegodi è fantastica. I tifosi romanisti presenti sono quasi 20 mila, tutti con la radiolina connessa sulla partita dell’Inter, a cantare a squarciagola per tutti i 90 minuti. L’ennesima dimostrazione d’amore per questi colori. Il copione del match è chiaro fin da subito, con la Roma che fa gioco e il Chievo che cerca di difendersi. Il più ispirato è sicuramente Totti che prima prende un palo di destro e poi viene fermato un paio di volte da un ottimo Squizzi. Il vantaggio però è nell’aria e al 39° arriva. Vucinic viene pescato in profondità, controlla di petto e al volo batte il portiere sul primo palo. Come al solito i gol difficili erano la sua specialità. Sul finire del primo tempo ci pensa De Rossi a raddoppiare con un tiro da fuori, di esterno, che finisce sotto l’incrocio dei pali. Si va al riposo così, con la Roma momentaneamente campione d’Italia perché l’Inter, a Siena, attacca ma non segna. La ripresa è piuttosto soporifera con i giallorossi che pensano sopratutto alla partita che si sta giocando in Toscana. Le notizie che arrivano non sono buone, con i nerazzurri che sono passati in vantaggio con il solito Milito. Nel finale un tiro-cross finito fuori dell’ex Rosi, l’ultimo a mollare, spegne le poche, residue, speranze dei tifosi romanisti. L’Inter vince lo scudetto.
Archiviata la qualificazione agli ottavi di Champions League, la Roma di Di Francescotorna a concentrarsi sul campionato. La capolista è la stessa di 7 anni fa. L’Inter di Spalletti sta stupendo tutti sopratutto per la continuità di risultati. La Roma andrà a Verona mentre i nerazzurri saranno impegnati, proprio come nel 2010, contro una squadra bianconera ma stavolta sarà la Juventus. Se i capitolini riuscissero ad espugnare il Bentegodi potrebbero recuperare punti a tutte e due le concorrenti per lo scudetto. I giallorossi devono rimanere concentrati e non farsi trascinare dal troppo entusiasmo, per non cadere nei soliti, fatali, errori.
Luca Fantoni