Vecchi ricordi per Eusebio

Lavinia Colasanto – Ultima partita del 2017 con l’obiettivo di rialzare la testa. La Roma, allo Stadio Olimpico sabato alle 15, ospita il Sassuolo in una partita dal forte sentimentalismo per Di Francesco. I giallorossi devono scrollarsi di dosso le scorie del match contro la Juventus, mentre il Sassuolo è reduce da tre vittorie consecutive a dimostrazione che la cura Iachini sta funzionando.

5 anni, una promozione in Serie A, un esonero, una qualificazione in Europa League, poi giocata da grande squadra, e il salto di categoria alla Roma. E’ stato questo il percorso di Eusebio Di Francesco in neroverde, una piazza che l’ha consacrato nel calcio che conta. Per il match che chiude l’anno l’abruzzese dovrà fare a meno soltanto del lungodegente Karsdorp, infortunato al legamento crociato del ginocchio sinistro. La difesa sarà comandata da Alisson che davanti a sé troverà Florenzi, Manolas, Fazio e Kolarov. A centrocampo agiranno Capitan De Rossi, Nainggolan, entrambi diffidati, e Pellegrini che dovrebbe spuntarla su Strootman. Davanti ancora tridente con Dzeko, a fare da punto di riferimento, che sarà sostenuto da Schick, pronto al riscatto dopo l’incredibile errore contro la Juventus, e Perotti. Panchina per El Shaarawy, Gerson, Under e l’ex Defrel che tornerà tra i convocati. Si è parlato molto di un cambio di modulo ma questa soluzione sembra essere ancora prematura.

Iachini, che ha ancora in mano uno scalpo importante, quello dell’Inter, risponde sempre con un 4-3-3 che prevede in attacco l’ex Politano, in grande forma, Berardi, a lungo uno degli obiettivi del mercato della Roma, ed uno tra Matri e Falcinelli, con quest’ultimo in dubbio per la brutta botta subita contro il palo nel momento del gol all’Inter. Centrocampo fisico con Duncan, Magnanelli e Missiroli che aggiunge quella qualità che può innescare gli attaccanti. In difesa Lirola, Goldaniga, Acerbi, alla 102esima partita consecutiva, e Peluso, in porta Consigli.

Roma e Sassuolo si sono incontrate 8 volte, 5 vittorie per i giallorossi, 3 pareggi e nessun successo per i neroverdi. All’Olimpico, però, i capitolini hanno sempre faticato vincendo soltanto una volta a fronte di 3 pari. Sono 4 i precedenti tra i due tecnici con Di Francesco avanti per 2 a 1, il bilancio si completa con un pareggio.

In un giorno di grande emozione per l’abruzzese la Roma cerca quella vittoria scaccia fantasmi dopo una settimana che l’ha vista uscire dalla Coppa Italia e perdere il terzo scontro diretto per lo scudetto, su tre giocati, in campionato. Ci sarà spazio per i ricordi prima e dopo la partita, durante, invece, ci dovranno essere 11 lupi affamati e vogliosi di riprendere quel cammino che ultimamente ha trovato degli ostacoli perché la lotta per vincere sarà lunga e la Roma non deve mollare.

Lavinia Colasanto

Ultima partita del 2017 con l’obiettivo di rialzare la testa

Margherita Bellecca –  La Roma, allo Stadio Olimpico sabato alle 15, ospita il Sassuolo in una partita dal forte sentimentalismo per Di Francesco. I giallorossi devono scrollarsi di dosso le scorie del match contro la Juventus, mentre il Sassuolo è reduce da tre vittorie consecutive a dimostrazione che la cura Iachini sta funzionando.

5 anni, una promozione in Serie A, un esonero, una qualificazione in Europa League, poi giocata da grande squadra, e il salto di categoria alla Roma. E’ stato questo il percorso di Eusebio Di Francesco in neroverde, una piazza che l’ha consacrato nel calcio che conta. Per il match che chiude l’anno l’abruzzese dovrà fare a meno soltanto del lungodegente Karsdorp, infortunato al legamento crociato del ginocchio sinistro. La difesa sarà comandata da Alisson che davanti a sé troverà Florenzi, Manolas, Fazio e Kolarov. A centrocampo agiranno Capitan De Rossi, Nainggolan, entrambi diffidati, e Pellegrini che dovrebbe spuntarla su Strootman. Davanti ancora tridente con Dzeko, a fare da punto di riferimento, che sarà sostenuto da Schick, pronto al riscatto dopo l’incredibile errore contro la Juventus, e Perotti. Panchina per El Shaarawy, Gerson, Under e l’ex Defrel che tornerà tra i convocati. Si è parlato molto di un cambio di modulo ma questa soluzione sembra essere ancora prematura.

Iachini, che ha ancora in mano uno scalpo importante, quello dell’Inter, risponde sempre con un 4-3-3 che prevede in attacco l’ex Politano, in grande forma, Berardi, a lungo uno degli obiettivi del mercato della Roma, ed uno tra Matri e Falcinelli, con quest’ultimo in dubbio per la brutta botta subita contro il palo nel momento del gol all’Inter. Centrocampo fisico con Duncan, Magnanelli e Missiroli che aggiunge quella qualità che può innescare gli attaccanti. In difesa Lirola, Goldaniga, Acerbi, alla 102esima partita consecutiva, e Peluso, in porta Consigli.

Roma e Sassuolo si sono incontrate 8 volte, 5 vittorie per i giallorossi, 3 pareggi e nessun successo per i neroverdi. All’Olimpico, però, i capitolini hanno sempre faticato vincendo soltanto una volta a fronte di 3 pari. Sono 4 i precedenti tra i due tecnici con Di Francesco avanti per 2 a 1, il bilancio si completa con un pareggio.

In un giorno di grande emozione per l’abruzzese la Roma cerca quella vittoria scaccia fantasmi dopo una settimana che l’ha vista uscire dalla Coppa Italia e perdere il terzo scontro diretto per lo scudetto, su tre giocati, in campionato. Ci sarà spazio per i ricordi prima e dopo la partita, durante, invece, ci dovranno essere 11 lupi affamati e vogliosi di riprendere quel cammino che ultimamente ha trovato degli ostacoli perché la lotta per vincere sarà lunga e la Roma non deve mollare.

Margherita Bellecca

Juventus-Roma 1-0: le pagelle. Incubo Stadium, stesso epilogo da 3 anni. Schick non sfrutta il pallone del pari allo scadere

Simone Indovino – Terza sconfitta consecutiva per 1-0 maturata in casa della Juventus. A decidere la gara di questa sera è il solito gol dell’ex, quello di Benatia, che sfrutta un’altra imprecisione difensiva da calcio d’angolo e insacca. Roma che non mostra l’ardore che i propri tifosi avrebbero voluto vedere almeno nei primi 60 minuti, poi viene fuori un po’ di amor proprio e i ragazzi di Di Francesco si riversano in avanti alla ricerca del pari. Tante azioni confuse che portano tuttavia a una traversa di Florenzi e, nel finale, a un’occasione d’oro per Schick. Il ceco spreca tutto sparando in faccia a Szczesny prima del triplice fischio dell’arbitro.

ROMA

Alisson 6.5 – Incolpevole sul tap-in da pochi passi di Benatia; poco prima era stato bravissimo a respingere da vicino due conclusioni avversarie. Sempre pronto e attento quando è chiamato in causa, specialmente nei secondi 45 minuti e nel finale su Pjanic.

Florenzi 6 – Dal suo lato agiscono Alex Sandro e Manduzkic, che sovrastano il romano più fisicamente che tecnicamente. Per il resto fa il suo dovere sulla fascia destra, rischiando di pareggiare la gara: solo la traversa blocca in gola il suo urlo di gioia.

Manolas 6 – Da annoverare una sua “estirada” in cui toglie il pallone dalla disponibilità di Khedira su un assist di Higuain. Fa buona guardia sull’argentino.

Fazio 6 – Discorso simile a quello del compagno di reparto considerato che mette due pezze decisive nel primo tempo. Peccato che su una di queste nasca il gol del vantaggio avversario in cui subisce un blocco decisivo e non può andare a staccare per difendere.

Kolarov 6 – Carattere più che qualità quello messo in mostra oggi dal serbo. Si propone sempre in avanti e prova a dare scossoni decisivi ai suoi compagni ma il suo sinistro è arrugginito: sono infatti imprecisi i cross che mette in mezzo all’area sia durante l’azione che su palla da fermo.

De Rossi 5.5 – Prende un giallo a inizio gara che lo condiziona in maniera non indifferente per tutta la partita, dove spesso è costretto a frenarsi. Lavoro in mezzo al campo così così, qualche pallone perso di troppo regala delle buone chance ai bianconeri.

Strootman 5 – 70 minuti di ombra per l’olandese, che è sempre sopraffatto dai centrocampisti avversari, trovandosi spesso preso nella loro morsa. Poco lucido in determinate situazioni.

Nainggolan 5.5 – Mette il cuore e si vede, ma non riesce a tradurre a pieno questa sua voglia di fare. Sbaglia alcuni appoggi banali non da lui, come nel caso dell’errato passaggio su Florenzi che si sarebbe trovato una prateria davanti in area di rigore della Juve.

El Shaarawy 5.5 – La prima vera occasione per la Roma capita sui suoi piedi, ma il Faraone vede respingersi il suo tentativo di tap-in da pochi passi dall’ex compagno Szczesny. Forse sarebbe potuto essere più cattivo. Nel resto della gara combina poco in fase offensiva, ma è prezioso in retroguardia come aiuto ai terzini.

Perotti 5 – Gara evanescente del numero 8 che larghissimo a sinistra non riesce a mettere in mostra le giocate a lui predilette. Prova qualche accelerazione ma le sue azioni personali si concludono sempre con un nulla di fatto.

Dzeko 5.5 – Più partecipe alla manovra offensiva rispetto le ultime uscite, ma è reo di non aver mai vinto un contrasto aereo con Benatia. Ha sul piede destro una buona occasione per trovare la via del pari ma il suo tiro secco finisce alto.

Schick 5 – La velocità in attacco migliora col suo ingresso in campo e questa è un’indicazione positiva. Potrebbe innalzarsi a beniamino della tifoseria romanista ma a 30 secondi dal termine, a tu per tu con Szczesny, non coglie la rete ma soltanto il corpo immolato del polacco.

Pellegrini 5.5 – Conferisce forze fresche al centrocampo romanista, ma potrebbe fare di più in determinate occasioni.

Under s.v. – Pochi giri d’orologio ma positivi: la sua velocità mette in grande apprensione la difesa di Allegri.

Di Francesco 5.5 – Sembra che quest’oggi la sua squadra abbia perso la partita sotto l’aspetto del carattere. I 95 minuti in campo non hanno messo in mostra divari tecnici ma i suoi ragazzi hanno sofferto la maggiore fisicità e voglia degli opponenti. Un doppio stop con le squadre torinesi che mina leggermente il lavoro generale, per fortuna che arriva subito il Sassuolo.

Simone Indovino

Dal Torino al Torino

Margherita Bellecca –  La settimana della Roma prosegue con una delle sfide più sentite e difficili della storia: quella contro la Juventus. C’è da riscattare l’eliminazione dalla Coppa Italia e per farlo non ci poteva essere avversario peggiore. La classifica parla chiaro, quella che si giocherà sabato sera, alle 20.45, all’Allianz Stadium, è un match che vale una bella fetta di Scudetto.

Di Francesco accantonerà il turnover per far spazio alla “Roma tipo” e cambierà nove undicesimi dei giocatori visti allo Stadio Olimpico contro i granata. Verranno confermati soltanto Strootman ed El Shaarawy. In porta, nonostante le belle parate di Skorupski, tornerà Alisson mentre davanti a lui ci saranno i giganti Manolas e Fazio con Florenzi e Kolarov, a riposo contro il Torino, sulle corsie. A guidare la squadra a centrocampo Capitan De Rossi che sarà protetto da Nainggolan e dall’olandese. Scontato anche l’attacco perché col Faraone cercheranno di scalfire la difesa della Juventus Dzeko e Perotti, due giocatori vogliosi di riscatto dopo i rigori sbagliati contro Torino e Cagliari. Il bosniaco, inoltre, nelle ultime 11 partite di campionato è andato a segno soltanto una volta. Nulla da fare per Schick che, dopo tre partite consecutive da titolare, tornerà a sedersi in panchina.

Se Di Francesco ha le idee chiare, stessa cosa non si può dire per Allegri che fino all’ultimo cercherà di recuperare Mandzukic per farlo giocare dal primo minuto. Se il croato non ce la dovesse fare è pronto Dybala, tornato al gol contro il Genoa in Coppa Italia. I punti fermi dell’attacco juventino sono Higuain e Cuadrado, così come a centrocampo non si muoverà l’ex Pjanic, che giocherà con Khedira ed uno tra Matuidi e Douglas Costa. Altri dubbi in difesa per il tecnico toscano perché si batteranno per un posto Barzagli e Lichtsteiner a destra, Alex Sandro e Asamoah a sinistra, in mezzo ci saranno Chiellini e Benatia. Ancora incerta la presenza di Buffon con Szczesny che scalda i guantoni.

I precedenti sono nettamente a favore della Juventus che nella storia ha battuto la Roma per 85 volte, perdendo in 46 occasioni. A Torino le cose non cambiano con i giallorossi in striscia negativa da 7 partite, quelle giocate allo Stadium. L’ultima vittoria dei capitolini in Piemonte è datata 27 gennaio 2011 quando Vucinic e Taddei decisero il quarto di finale di Coppa Italia. Negativo anche il bilancio di Eusebio Di Francesco contro Allegri. In 8 match l’abruzzese è uscito vincitore soltanto 2 volte, contro le 5 del toscano.

Dal Torino a Torino, con un solo imperativo in testa: riacquisire la fiducia nei propri mezzi per continuare a lottare e, per come detto da Di Francesco, per dare fastidio alle squadre di vertice.

Margherita Bellecca

2010, Juventus-Roma 1-2. Un colpo di testa di Riise nel recupero firma l’ultima vittoria a Torino in Serie A

Luca Fantoni – Juventus-Roma. Alcuni la identificano come un’eterna lotta tra seguire le regole ed essere fuori dagli schemi. Altri come un scontro tra filosofie: vincere e far emozionare. Altri ancora preferiscono che non arrivi mai. Quello che è certo è che non è una partita come tutte le altre. Da quando è arrivata la proprietà americana, e da quando è stato costruito lo Juventus Stadium (ora Allianz), i risultati dei giallorossi in trasferta sono stati a dir poco negativi. Sette partite e sette sconfitte di cui 4 almeno con 3 gol di scarto. Oggi però vogliamo parlare dell’ultima affermazione ai piedi della Mole, in campionato, della squadra all’epoca allenata da Ranieri. Un 2-1 all’ultimo secondo, in rimonta, all’Olimpico di Torino… C’è altro modo per spiegare la felicità? Quella partita fu una rampa di lancio per la grande rimonta che portò quasi allo scudetto dei capitolini. In porta giocava Julio Sergio. In difesa a destra c’era Cassetti, a sinistra Riise e al centro Burdisso e Juan. Il centrocampo era formato da Taddei, De Rossi, Pizarro e Perrotta mentre Toni e Vucinic costituivano il duo d’attacco. Totti era in panchina a causa delle non perfette condizioni fisiche. La Juventus di Ferrararispondeva con Buffon tra i pali. Grygera, Chiellini, Legrottaglie e Grosso in difesa. I tre di centrocampo erano Salihamidzic, Sissoko e Marchisio con Diego che agiva alle spalle di Amauri e Del Piero.

LA PARTITA – Clima glaciale. Quella sera a Torino il termometro segna sei gradi sotto lo zero. Nel primo tempo la Roma sembra accusare questo freddo, tanto che è la Juve a dominare. Dopo 8 minuti Toni è costretto a dare forfait per infortunio e al suo posto entra Totti. Il primo a provarci è Marchisio con un tiro-cross che attraversa pericolosamente tutta l’area. Dieci minuti dopo è il turno di Amauri e Legrottaglie ma i loro colpi di testa si spengono a lato di poco. La partita si sblocca nella ripresa. Diego, sempre sugli scudi quando incontra i capitolini, dopo una percussione centrale cerca di darla in mezzo. Juan prova ad intervenire ma alza un campanile sul quale Del Piero si avvita e di sinistro al volo mette il pallone in porta. Gol da applausi. A questo punto la partita cambia. Al 67° Taddei viene trattenuto in area da Grosso, è rigore. Dal dischetto si presenta Totti che non sbaglia. 13 minuti più tardi Riise si invola da solo contro Buffon. Il portiere lo stende fuori dall’area ma viene espulso per fallo da ultimo uomo. Al 93° l’apoteosi. Pizarro mette un cross dolcissimo sul secondo palo dove Riise, di testa, batte Manninger e fa esplodere di gioia il popolo giallorosso. Fu la definitiva rinascita del “Roscio”, uno dei terzini sinistri più amati degli ultimi anni.

Sicuramente il primo approccio con la città di Torino, questa settimana, non è stato dei migliori. Ora è arrivato il momento del riscatto. Bisogna spezzare la maledizione dello “Stadium e questo, forse, è l’anno buono. Sarà difficile, nessuno lo mette in dubbio, ma i ragazzi di Di Francesco devono scendere in campo con il pensiero che non hanno nulla da perdere e giocare come sanno fare. Niente esperimenti, niente novità di formazione. Pressing alto e corsa per tutti i 90 minuti, questo è l’obiettivo. Uscire da Torino da imbattuti rappresenterebbe un grande passo in avanti per la crescita mentale della squadra e, sopratutto dopo l’eliminazione in Coppa Italia, la città e i tifosi hanno bisogno della dimostrazione che questo club può lottare per qualcosa di importante.

Luca Fantoni

Roma-Torino 1-2: le pagelle. Già finito il sogno stella d’argento, brutto stop in vista della Juve

Simone Indovino – Continuano ad aleggiare gli spettri della Coppa Italia sulla Roma. Ancora una volta i giallorossi sono fuori dalla competizione in maniera più che prematura, estromessi per mano del Torino sul prato dello Stadio Olimpico. La formazione rivoluzionata non favorisce i ragazzi di Di Francesco, che non si trovano mai nella maniera corretta. Due disattenzioni difensive portano alle marcature di De Silvestri e Edera, match winner per gli ospiti. Nel finale i capitolini provano a reagire, ma Dzeko sbaglia un rigore e gli attacchi rimangono confusionari, eccezion fatta per la marcatura di Schick che riaccende momentaneamente le speranze. Anche la Dea Bendata non aiuta: una traversa nel primo tempo e un palo nel secondo, colpiti rispettivamente da El Shaarawy e Schick. 

ROMA

Skorupski 6.5 – Difficile far di più nelle reti subite, ma il polacco si mostra un portiere di buonissima caratura respingendo diverse conclusioni insidiose nella prima frazione di gioco. Decisivo anche nel finale per non rendere il passivo più pesante.

Bruno Peres 6.5 – Nella depressione generale della serata l’ex di turno sfodera una buona partita personale che può far parzialmente sorridere l’allenatore. Buonissima abnegazione in fase difensiva e ottimo passo in avanti. Un plauso anche per le pericolose palle messe in mezzo dal fondo.

Juan Jesus 5.5 – Era chiamato a guidare la retroguardia in assenza di Fazio e Manolas ma il brasiliano non adempie ai suoi doveri. Impreciso spesso in uscita, regala alcuni palloni insidiosissimi agli avversari.

H.Moreno 6 – Nella coppia dei centrali è il messicano quello che si comporta meglio, gestendo bene gli attaccanti granata che gravitano nella sua zona.

Emerson 5 – Dispiace che l’ex Santos debba ricordarsi del ritorno da titolare dopo il lungo stop con questa prestazione. Inizia bene, riversandosi in avanti col passo a cui ci aveva abituato. Ma entrambe le reti subite sono sul suo groppone: nella prima subisce un blocco decisivo perdendosi la marcatura di Belotti, nel secondo fa sfilare inspiegabilmente il pallone venendo sorpreso da Edera.

Gonalons 5 – Ancora una prestazione incolore del francese, che in fase di regia appare troppo lento e macchinoso e spesso impreciso. Il calcio d’angolo da cui nasce il primo gol avversario è una diretta conseguenza di un brutto pallone perso in mezzo al campo.

Strootman 6.5 – Rimane uno dei pochi che prova veramente a metterci il cuore, correndo per tutta la lunghezza del campo e proponendosi spesso in avanti. Pregevoli i crossi che mette al centro dell’area, peccato che i suoi compagni non abbiamo la stessa voglia.

Gerson 6 – 65 minuti circa non da buttare, ma il brasiliano ha dimostrato in questi mesi una qualità non indifferente che dovrebbe mettere più a servizio della squadra. Tende a portare troppo il pallone rallentando la manovra; va vicino al pari poco prima di lasciare il campo.

Under 5 – Parte col giusto piglio, proponendosi sulla fascia destra con costanti accelerazioni e dribbling. Perde la spinta con il passare dei minuti, venendo sempre sovrastato dai difensori avversari e intestardendosi con troppe azioni personali, perdendo sempre il pallone. Di Francesco lo richiama in panchina a 30 minuti dallo scadere.

El Shaarawy 6 – Trova una soluzione balistica da fuori area che coglie l’incrocio dei pali e si stampa sulla linea di porta: il Faraone avrebbe di certo meritato più fortuna. Più vispo nei primi 45 minuti, in cui prova a caricarsi la squadra sulle spalle.

Schick 6.5 – Per lo meno è arrivata la prima gioia per il ceco, seppur tardiva e utile solo a riaprire la partita a pochi minuti dallo scadere. Avulso alla manovra nel primo tempo, migliora col passare dei giri d’orologio. Va anche vicino al pareggio ad appena 10 secondi dal triplice fischio.

Perotti 6 – Conferisce quello sprint che manca alla squadra in avanti, insinuandosi con facilità tra le maglie avversarie. Per motivi da chiarire non va sul dischetto lasciando il pallone a Dzeko.

Pellegrini 5 – Non un buon impatto nella partita per il romano, troppo fievole in determinate situazioni.

Dzeko 5 – Non è nel suo migliore stato fisico e psicologico e si vede. Il tecnico lo butta nella mischia per tentare di riprendere il match in extremis, ma il bosniaco calcia malissimo il rigore che avrebbe potuto riaprire la partita. Fallisce anche una buona occasione di testa nei pressi del novantesimo.

Di Francesco 5 – L’imperativo era non sottovalutare la Coppa Italia, ma sembra proprio essere stato questo l’errore del tecnico. Una formazione con troppi giocatori diversi rispetto al solito penalizza la sua Roma, che viene subito estromessa dal trofeo. Un passo falso che non ci voleva in vista dell’altra importantissima gara di sabato sera con la Juventus.

Simone Indovino

Coppa Italia Primavera, Roma-Bari 5-0. Un super Antonucci asfalta i pugliesi: i giallorossi volano in semifinale contro il Torino

(E.Bandini) – La Roma Primavera annienta 5-0 il Bari nei quarti di finale di Coppa Italia. Decidono la doppietta di un ispiratissimo Mirko Antonucci, le reti di Valeau e Cargnelutti e l’autogol di Lella. I giallorossi così volano in semifinaledove affronteranno il Torino, che ha battuto 2-0 il Genoa.

LE FORMAZIONI UFFICIALI

AS ROMA (4-3-3): Greco; Bouah (69′ Meadows), Kastrati, Cargnelutti, Trusescu; Petruccelli, Pezzella, Valeau; Cappa, Antonucci (66′ Petrungaro), Besuijen (51′ D’Orazio).
A disposizione: Zamarion, Pagliarini, Diallo, Semeraro, Riccardi, Marcucci, Sdaigui, Barbarossa, Cangiano.
Allenatore: Alberto De Rossi.

FC BARI (4-3-3): Zinfollino; Tedone (82′ Dentamaro), Di Cosmo, Viola, Scalera (C); Petruccetti, Cabella, Lella; Manzari, Coratella (44′ Vaccaro), Maffei (82′ Lieggi).
A disposizione: Artal, Lupo, D’Amicis, Tuttisanti, Chinapah, Sgaramella, Afonso Calefe, Pesce.
Allenatore: Stefano De Angelis.

Marcatori: 17′ Valeau (Roma), 20′ Antonucci (Roma), 46′ Antonucci (Roma), 50′ Cargnelutti (Roma), 80′ autogol Lella (Bari).
Ammoniti: 20′ Viola (Bari).
Espulsi: 40′ Scalera (Bari).

Arbitro: Giosuè Mauro D’Apice di Arezzo.
Assistente 1: Lorenzo Li Volsi di Firenze.
Assistente 2: Filippo Bercigli di Valdarno.

LIVE

SECONDO TEMPO

90′ – Termina la gara senza recupero. La Roma vola in semifinale.

83′ – Il Bari vicino al gol della bandiera con Petruccetti. Il suo tiro di destro dal limite dell’area cerca l’angolino basso, ma Greco risponde presente e compie una grande parata. 

82′ – Doppio cambio per il Bari: escono Tedone Maffei, entrano Dentamaro Lieggi.

80′ – GOOOOOOOL! La Roma trova la quinta rete grazie all’autogol di Lella. Cappadalla fascia destra crossa al centro con il destro. Il suggerimento rasoterra del numero 11 giallorosso è involontariamente deviato proprio da Lella, che trafigge Zinfollino sul primo palo.

75′ – Ritorna a farsi vedere in attacco il Bari con Manzari. Il centrocampista barese dal limite dell’area calcia con il destro: il suo tiro però è centrale e Greco para agevolmente.

69′ – Terzo ed ultimo cambio per la Roma: esca proprio l’acciaccato Bouah,entra Meadows.

68′ – Roma vicina al quinto gol. D’Orazio, dopo aver ricevuto palla da Cappa, controlla con il petto e calcia a rete. Il sinistro ad incrociare del numero 18 giallorosso termina di poco a lato alla destra della porta biancorossa.

66′ – Secondo cambio per la Roma: esce Antonucci, entra Petrungaro.

65′ – Problema alla caviglia destra per Bouah. Il terzino giallorosso è rimasto a terra dopo uno scontro di gioco a centrocampo con Cabella. 

55′ – Calcio di punizione dai 20 metri di D’Orazio. Il destro del numero 18 giallorosso si infrange però sulla barriera.

51′ – Primo cambio per la Roma: esce Besuijen, entra D’Orazio.

50′ – GOOOOOOOOOOL! Gioia personale anche per Cargnelutti. Dagli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Valeau Antonucci di testa fa la sponda per il difensore giallorosso, che sul secondo palo realizza il tap in vincente e cala il poker.

46′ – GOOOOOOOOOOOOOOOOL! La Roma trova la terza rete e chiude il match. Mirko Antonucci, dopo un’azione insistita nella quale aveva anche colpito una traversa con un colpo di testa, con un bel destro a giro da dentro l’area di rigore segna il suo secondo gol. 

45′ – Inizia il secondo tempo con la Roma che gioca il primo pallone della ripresa.

PRIMO TEMPO

46′ – Dopo un minuto di recupero termina il primo tempo. Roma in vantaggio 2-0 grazie alle reti di Valeau e Antonucci. Bari in dieci per l’espulsione di Scalera. 

44′ – Primo cambio per il Bari: esce Coratella, entra Vaccaro.

41′ – Sul calcio di punizione Pezzella impegna Zinfollino con una bella parata bassa. Giallorossi ormai padroni della gara.

40′ – Il Bari rimane in dieci! Il capitano biancorosso Scalera atterra Cappa, che era lanciato verso la porta difesa da Zinfollino. Fallo da ultimo uomo, espulsione e punizione dal limite per la Roma.

36′ – Ci prova Cappa. L’esterno giallorosso, ottimamente servito in area di rigore da Petruccelli, dopo essersi liberato dalla marcatura calcia in porta con un il sinistro. Il suo tiro a giro però è murato prontamente da Viola in calcio d’angolo.

30′ – Roma vicinissima alla terza rete. Cappa scappa ancora una volta sulla fascia destra e con un bel cross serve in area Antonucci. Il numero 10 giallorosso fa la sponda al centro per Valeau, che da solo all’altezza del dischetto con il piatto destro tira di poco sopra la traversa.

23′ – Ci prova ancora il Bari con Maffei. Il destro rasoterra ad incrociare dell’attaccante pugliese viene però bloccato agevolmente da Greco.

20′ – GOOOOOOOOOOOOOOL! Dagli undici metri proprio Antonucci non sbaglia, spiazza Zinfollino e trova il raddoppio in pochi minuti.

20′ – Calcio di rigore per la Roma conquistato da Mirko Antonucci. Il capitano giallorosso è stato atterrato da Viola, il quale viene giustamente ammonito.

18′ – Il Bari sfiora subito il pareggio con Maffei. L’attaccante barese dal limite dell’area di rigore con il destro colpisce il palo.

16′  GOOOOOOOOOOOOOOOOOL! Roma in vantaggio grazie a Valeau. Bouah scappa sulla fascia e serve un preciso rasoterra al centro con il destro, sul quale arriva prontamente Valeau che di piatto non sbaglia e porta in vantaggio i giallorossi.

11′ – Ancora Roma. Mirko Antonucci, ottimamente servito in area di rigore, calcia a rete di prima intenzione. Il suo sinistro a mezz’altezza è però respinto ottimamente da Zinfollino.

10′ – Clamorosa chance per la Roma. Petruccelli cambia il gioco per Besuijen, che dopo un bellissimo stop a seguire mette in mezzo per Cappa. L’attaccante giallorosso però sul secondo palo per pochissimo non inquadra lo specchio della porta.

7′ – La Roma prova a rispondere alzando il pressing. Valeau recupera un bel pallone al limite dell’area di rigore e con il sinistro a giro prova a trovare il gol: il tiro del centrocampista giallorosso però esce di poco sopra la traversa. 

4′ – Prima grande occasione da gol della partita per il Bari: Petruccetti scappa sulla fascia e mette in mezzo per Coratella, che di prima con il sinistro prova a trovare la rete sul primo palo. Greco però risponde presente e para in calcio d’angolo.

2′ – Punizione dalla trequarti conquistata da Besuijen e battuta da Pezzella. Dopo una serie di rimpalli in area di rigore la difesa del Bari riesce a rinviare via il pallone.

0′ – Inizia il match al Tre Fontane con il Bari che gioca il primo pallone.

Infantino: “Il Var è una soluzione per dare un po’ più di giustizia e trasparenza al calcio”

Simone Burioni – Il presidente della Fifa Gianni Infantino, al termine della consegna dei Collari d’Oro al Coni, ha rilasciato alcune dichiarazioni. Queste le sue parole:

Il Var?
E’ una macchina bellissima, è una soluzione per dare più giustizia e trasparenza al calcio. Nel 2017 entro pochi secondi gli spettatori sia da casa che dallo stadio sanno se l’arbitro ha commesso un errore. In questo senso il lavoro che si sta facendo qui in Italia è all’avanguardia ed eccellente. Ovviamente bisogna applicare la Var per i casi chiari e non per tutte le interpretazioni. E in questo senso aiuta a prendere delle decisioni giuste. Vogliamo tutti la giustizia, anche nel calcio.

C’è veramente la possibilità che l’Italia venga ripescata?
Bisogna qualificarsi sul campo (ride, ndr).

Il calcio italiano si deve rimboccare le maniche…
Certo. Il fatto che l’Italia non sia al Mondiale per tutti gli italiani e i tifosi è ovviamente una tragedia sportivamente parlando. Le tragedie nella vita sono ben altro. Questo però deve essere uno stimolo, bisogna imparare dalle sconfitte rimboccandosi le maniche e lavorando come gli italiani sicuramente sanno fare. Bisogna passare dalle parole ai fatti, rinnovare, riformare, andare alla radice dei problemi e cercare di fare sempre meglio.

Bisogna fare meglio anche nella governance? Bisogna ancora eleggere il nuovo presidente…
La governance è importantissima, è ovvio. Bisogna che chi dirige il calcio italiano abbia più possibilità di decidere, di prendere decisioni e di incidere. Lo sappiamo tutti che qui in Italia da anni si parla degli stadi e dei movimenti giovanili, ma come dicevo bisogna passare dalle parole ai fatti. Penso che possiamo trarre spunto da questa sconfitta per tornare ai vertici.

Le Olimpiadi?
Adesso però parliamo di calcio e non del movimento olimpico. Tutte le valutazioni saranno fatte in tempi opportuni, adesso dobbiamo pensare all’organizzazione del Mondiale in Russia. Sarà un Mondiale spettacolare e bellissimo con degli stadi assolutamente fantastici e con tutto un 
paese, dal presidente Putin fino all’ultimo cittadino, che vuole ricevere e accogliere tutto il mondo per festeggiare. Non è una questione di persone, ma una questione di festa popolare.

Lei è un grande rinnovatore e amico di Putin, il quale però sembra essere stato radiato dal movimento olimpico…
Il movimento olimpico ha impiegato 5 anni per prendere una decisione. Per adesso noi ci basiamo sui fatti e non sulle speculazioni. Sono contento di essere un rinnovatore e di fare le cose. Le cose vanno fatte quando vanno fatte con i documenti in mano. Adesso come dicevo prima, la cosa più importante è l’organizzazione del Mondiale.

Simone Burioni

Tommasi: “Alla FIGC serve una squadra che lavori al cambiamento con idee e passione”

Simone Burioni – Damiano Tommasi, presidente dell’AIC e papabile candidato alla presidenza della FIGC, ha parlato al margine della consegna dei Collari d’Oro, massima onorificenza conferita dal CONI per meriti sportivi. Queste le sue parole:

Bellissima cerimonia, uno spot per tutto lo sport italiano…
Un bel riconoscimento per i tanti atleti olimpici e paraolimpici che lo meritano per le loro qualità. Sicuramente vedendo i campioni del mondo dell’82 c’è rammarico nel non poter sognare quest’estate per quanto riguarda la nazionale di calcio che forse è lo sport di squadra più seguito anche per il senso di appartenenza. Per quanto riguarda la Federazione è inevitabile che questo stop imprevisto abbia portato a momenti di riflessione, che arriva dopo tantissimi anni e che certamente ci porta a pensare a medio lungo termine, almeno al periodo di scadenza elettorale. Sicuramente non sarà una sola persona che riuscirà a cambiare la rotta o ad accelerare gli investimenti che sono stati già fatti. Non penso sia il caso di indicare una sola persona, sarà un lavoro di squadra.

In questi momenti si cercano sempre persone nuove e idee nuove. La ricetta Tommasi in questo caso funzionerebbe?
Sicuramente come Assocalciatori ci stiamo confrontando al nostro interno cercando di capire le cose da fare. Chi le dovrà fare dovrà essere propenso al cambiamento, con ragionamenti a medio lungo termine. Ci saranno le elezioni e ci saranno tante risposte da dover fornire. Oltre alle idee e al cambiamento servirà molta passione.

Un parere da uomo di campo sul VAR? 
E’ un test, un anno di transizione. Da atleta dico che ogni strumento che possa ridurre o evitare gli errori è ben accetto. Sicuramente ci sono state le polemiche e ci saranno anche quando si arriverà alla perfezione. Sicuramente questo è un test importante e noi ci crediamo. Speriamo si migliori sempre di più.

Campionato combattuto…
Molto. Ci sono diversi interpreti per la lotta allo Scudetto, ma come ogni anno negli ultimi anni si dovranno fare i conti con la Juve.

Simone Burioni

Malagò: “Nel 2017 il calcio italiano è stato gravemente insufficiente. Adesso aspettiamo le riforme”

Simone Burioni – Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, è intervenuto a margine dell’evento della consegna dei Collari d’Oro, massima onorificenza per meriti sportivi conferita proprio dal comitato olimpico. Queste le sue parole:

Un evento bellissimo, specialmente per i campioni del Mondo dell’82…
Evento importantissimo, soprattutto per il numero di atleti premiati, un record assoluto. Abbiamo vinto dei Mondiali: giustamente si ricordano spesso le cose che vanno male, ma l’invito fatto ai campioni del Mondo dell’82 è stato fatto mesi fa, non c’è nessuna malizia in ciò. Sono felice che fossero qui tutti e 23, compresa la figlia di Bearzot ed il figlio di Gaetano Scirea, insieme a chi ha vinto quest’anno il massimo a livello sportivo, credo che simbolicamente sia stato importantissimo.

C’era il presidente della FIFA che ha parlato moltissimo, partendo dalla VAR fino ad arrivre agli stadi. E’ quella la direzione?
Sì, è stato molto chiaro anche quando ha parlato del calcio italiano, si aspetta dei messaggi di coraggio e di innovazione. Ha fatto i complimenti per la gestione della VAR, e su questo bisogna darne atto: su questo il calcio italiano è stato precursore. Ora si aspetta delle riforme, giustamente. Il sistema sportivo è molto chiaro: UEFA e FIFA sono le istituzioni guida del sistema calcio, non si può non tenerne conto.

Tra gli eroi dell’82 c’era anche il presidente Tavecchio, strideva un po’ la sua presenza lì?
No, sono andato io personalmente a chiedergli di salire sul palco per una foto, perché credo sia corretto. Anche se dimissionario è lui il presidente della Federazione, quindi penso sia stato un gesto doveroso.

A fine 2017, qual è il voto al calcio italiano?
A livello di attività c’è sicuramente una sufficienza, a livello sportivo un’insufficienza pesante.

Per quanto riguarda la corte austriaca che reclama gli atleti altoatesini c’è preoccupazione?
Non mi occupo di politica ma di sport, ma personalmente dico che dovranno passare sul mio cadavere prima che questo accada. A noi impediscono di avere una cittadinanza sportiva per quelli che sono nati e cresciuti qui ed invece quelli italiani, nati da genitori italiani cresciuti nelle nostre scuole sportive devono andare da loro? Mi sembra eccessivo, a tutto c’è un limite.

Questi giorni è finito nel mirino del Movimento 5 Stelle per un emendamento alla finanziaria che le permetterebbe di svolgere un terzo mandato alla presidenza del CONI. E’ stato dichiarato come un emendamento ‘ad personam‘, cosa vuole rispondere al Movimento?
Più che al Movimento rispondo a lei: si è perso qualche puntata negli ultimi giorni. E’ un emendamento che ho sempre disconosciuto e che non ho mai voluto. La mia dichiarazione è pubblica da settimane, se non da mesi. C’è invece una legge, che lei non ha ricordato, che sono 4 anni e mezzo che rimbalza in ogni dove, che riordina tutto il sistema che è una cosa giusta, che equipara a tre mandati – come il CIO richiede – che riguarda tutte le componenti del nostro mondo. Io comunque al posto dei 5 Stelle mi preoccuperei a chiudere quella legge che sono quattro anni e mezzo che rimbalza e che dovrebbe finalmente essere approvata al Senato.

Lei sa benissimo che i tempi non ci sono per quella legge…
Io mi occupo si sport, non di norme. Io non faccio le leggi.

Se questo fosse stato l’anno olimpico nel 2017 il nostro medagliere sarebbe stato pesantissimo…
Questi calcoli lasciano sempre il tempo che trovano, anche se meglio averla questa opportunità di calcolo. Avremmo fatto il record di medaglie d’oro e non, ma poi bisogna vedere se ci ripetiamo e anche tener conto che in alcuni anni ci sono i Mondiali e in altri no, da tener conto che in alcuni anni alcune nazioni si condedono qualche pausa di riflessione e becchiamo l’anno sabatico. Ma i numeri parlano da soli in tute le discipline: dal motociclismo alla pesca sportiva, dalle bocce agli sport tradizionali, dal pattinaggio a rotelle piuttosto che a tanti altri sport, noi siamo leader assoluti del mondo e queste è la forza del nostro movimento. Dobbiamo tener conto che è questo il sistema sportivo Italia, può piacere o no ma siamo l’unico paese al mondo a fare tutte le discipline: in qualcuna siamo i primi della classe, in altre non lo siamo, ma non c’è nessun altro paese che sia competitivo come il nostro.

Gentiloni ha detto di essere tifoso della Juventus, andrete a vedere la partita insieme?
No, in questi giorni sono in totale apnea.

Simone Burioni