Gianluca Notari – Per chi ama il calcio, domani sera ci sarà una partita imperdibile: Valencia-Barcellona, rispettivamente prima e seconda in classifica del campionato più spettacolare d’Europa, la Liga spagnola. Entrambi gli allenatori hanno adottato nelle settimane scorse un massiccio turnover per arrivare al top a questo appuntamento: nel Valencia hanno riposato Rodrigo, Guedes e Carlos Soler, mentre nel Barcellona, nella sfida di Champions contro la Juventus, a sedersi in panchina è stato sua maestà Messi.
Il Valencia è la vera sorpresa di quest’anno: dopo la scorsa stagione, dove dopo 3 cambi di guida tecnica si è classificato 12°, l’allenatore Marcelino ha riportato gli Xotos nei piani alti del campionato. Il Barcellona, dal canto suo, non ha bisogno di presentazioni. I blaugrana sembrano aver assorbito senza troppi problemi l’addio imprevisto di Neymar e, complice l’infortunio di Dembelé – arrivato proprio per sostituire il brasiliano -, il tecnico Valverde ha reinventato la filosofia del club catalano, abbandonando il 4-3-3 che per un decennio ha fatto le fortune del club, adottando invece un 4-4-2 con un centrocampo a rombo che garantisce più copertura centrale e lascia maggiore spazio ai tezini, Jordi Alba e Nelson Semedo, di percorrere liberamente la fascia senza preoccuparsi più del dovuto della fase difensiva.
Ci sarebbe molto da dire sugli interpreti e sulle caratteristiche di questo Barcellona 2.0, ma leggendo le probabili formazioni del big match di domani c’è un giocatore che balza subito all’occhio. Un giocatore che il club di Bartomeu aveva praticamente ceduto lo scorso anno, ma che è tornato in Catalogna per aver fallito la sua missione a Roma. Questo giocatore è Thomas Vermaelen, e domani sera, complice la squalifica di Piqué, sarà titolare al fianco di Umtiti nella sfida più importante di questo spezzone di stagione.
Vermaelen inizia la sua carriera in Belgio al Germinal Beerschot, squadra con sede ad Anversa, per poi trasferirsi appena quattordicenne nelle giovanili dell’Ajax, in Olanda. Con la squadra di Amsterdam, tra il 2003 ed il 2009 colleziona 143 presenze, guadagnandosi la fascia di capitano prima e le attenzioni di di Arséne Wenger poi. Il tecnico francese riuscì a strapparlo alla feroce concorrenza, e nell’estate del 2009 il belga di trasferisce all’Arsenal. All’ombra del Big Ben, Vermaelen si conferma come uno dei migliori centrali del mondo. Diventa presto un punto fermo della sua nazionale, e dopo appena 2 stagioni in maglia Gunners viene eletto a vice-capitano, scelto personalmente da Wenger per tenere le redini dello spogliatoio insieme a capitan Van Persie, colonna della squadra. Se il racconto continuasse in questo modo, sciorinando magari i diversi trofei vinti dal classe ’85, si sarebbe certi di assistere all’agiografia di un campione universalmente riconosciuto come tale. Invece, la fragilità fisica di Vermaelen lo ha trascinato spesso nel dimenticatoio, quasi mai annoverato tra i centrali migliori del pianeta. Eppure, nella stagione 2013-14 – l’ultima a Londra -, nonostante i problemi al ginocchio riesce a mantenere una certa continuità, collezionando 21 presenze in totale. A fine stagione, arriva la chiamata del Barcellona, e chiaramente Vermaelen coglie l’occasione al volo.
Ma la prima stagione in Spagna è un incubo: subisce uno stiramento alla coscia prima dell’inizio di stagione, e le seguenti ricadute gli permettono di scendere in campo in maglia blaugrana solamente una volta, nell’ultima partita di campionato pareggiata per 2-2 al Camp Nou contro il Deportivo la Coruna. La stagione seguente, invece, le cose vanno piuttosto bene, ma non abbastanza da meritare la riconferma in squadra. Così, nell’estate del 2016, si trasferisce in prestito gratuito alla Roma. L’esordio, come poi sarà l’intera stagione, è terrificante: nel preliminare di Champions League contro il Porto, Vermaelen viene espulso dopo appena 40 minuti. I soliti problemi fisici tempestano la sua stagione: la pubalgia lo tiene fuori dai campi di gioco per i primi tre mesi della stagione, e la conseguente esplosione di Federico Fazio – insieme alla poca propensione di Spalletti nel cambiare gli interpreti – lo relegano per tutto il resto della stagione in panchina. Le presenze, a fine anno, sono appena 9, e il pacco Vermaelen torna a Barcellona.
Quest’anno le cose non sembrano essere cambiate: fino ad ora, nonostante la buona tenuta fisica, Vermaelen ha giocato solamente una gara in Coppa del Re. Ma domani sera, il belga si giocherà un’importante chance per il suo futuro. Contro di lui ci sarà Zaza, già a quota 9 gol in questo campionato: un ottimo test per l’ex Arsenal, che potrà dar prova della sua affidabilità nonostante l’intermittenza con cui è sceso in campo nelle ultime stagioni. Certo, giocarsi il posto con Pique, Umtiti e Mascherano non deve essere la cosa più semplice del mondo ma, infilando qualche buona prestazione consecutiva, Vermaelen potrebbe candidarsi finalmente come valida alternativa per il Barcellona di Valverde. E restituire al mondo del calcio uno dei suoi migliori centrali.
Gianluca Notari