Luca Fantoni – Spesso si parla di cos’è il destino, se esista o meno. I tifosi della Roma, in quel derby di inizio dicembre, ne hanno avuto la prova evidente. Cassetti era in panchina, non doveva entrare, eppure Mexes si è infortunato. All’epoca il terzino aveva 32 anni, aveva fatto la sua buona carriera in maglia giallorossa ma difficilmente sarebbe rimasto impresso per molto tempo nella memoria dei tifosi. Eppure, il destino, quel giorno, l’ha fatto entrare in campo e gli ha fatto decidere uno dei derby più belli degli ultimi anni. Dietro ad una grande sostituzione c’è sempre però un grande allenatore. In panchina sedeva Claudio Ranieri, in una delle sue prime partite, nella stagione dello scudetto sfiorato. In porta c’era Julio Sergio, protagonista anche lui. In difesa Burdisso e Riise giocavano sulle fasce con Juan e Mexes al centro. Il centrocampo a tre era formato da De Rossi, Pizarro e Perrotta mentre davanti agivano Menez, Vucinic e capitan Totti. La Lazio di Ballardini si schierava invece con un difensivo 5-3-2 con Muslera tra i pali, la difesa era formata da Lichsteiner, Diakitè, Stendardo, Radu e l’ormai romanista Kolarov. Brocchi, Baronio e Matuzalem giocavano alle spalle del duo d’attacco Mauri-Zarate.
LA PARTITA – Il derby è una partita calda per definizione. Quella del 2009 lo è stata forse troppo. Dopo le prime azioni di Juan e Zarate infatti, al 12° l’arbitro Rizzoli è costretto ad interrompere il match per sei minuti per il lancio di petardi in campo. Quando si riprende a vedere il calcio giocato, il primo pericolo è della Lazio. Julio Sergio è bravo a smanacciare un tiro-cross di Matuzalem. Al 43° il destino effettua il suo corso. Mexes accusa un leggero problema al ginocchio e chiede la sostituzione. Fa il suo ingresso in campo Marco Cassetti. Al 60° entra in scena il secondo protagonista di quella fredda ma dolcissima notte. Zarate anticipa Burdisso, rientra sul destro e calcia in porta prendendo il palo. Sulla respinta Mauri tira a botta sicura ma Julio Sergio decide di chiudere la saracinesca ed effettua un intervento degno della “parata del secolo” di Gordon Banks ai mondiali del ’70. Dopo quella prodezza i giallorossi si scuotono. Prima Perrotta impegna Muslera di testa poi, al 79°, Cassetti blocca Kolarov e riparte. Dopo una serie di passaggi la palla arriva a Vucinic che la mette in mezzo e trova lo stinco di quel terzino che da quel giorno diventerà uno dei beniamini della Curva sud. Nel finale viene espulso Pizarro ma alla Roma importa poco, il derby è giallorosso.
Sono passati 8 anni ed ora si parla di una sfida di alta classifica. Di Francesco, come Ranieri al tempo, è al primo derby da allenatore. Roma è una piazza particolare e, se dovesse arrivare un risultato negativo, potrebbe cancellare quanto di buono fatto fino ad ora da Dzeko e compagni. Il mister non deve essere intimorito. Questa è una di quelle partite che si vincono prima con la testa e poi con le gambe. Il destino ci ha già dimostrato che se qualcosa deve andare in un certo modo ci andrà, e tra i giocatori dei giallorossi ce ne sarebbero parecchi che meriterebbero un riscatto. Che sia Defrel, Schick o Bruno Peres, uno di loro deve entrare in campo e dimostrare perché gioca nella Roma. È finito il momento delle scuse, è arrivata l’ora di rimboccarsi le maniche e tirare le somme.
Luca Fantoni