Serie A – I risultati della 9^ giornata

Sabato
Ore 18.00
Sampdoria – Crotone 5 – 0
Ore 20.45
Napoli – Inter 0 – 0

Domenica
Ore 12.30
Chievo Verona – Hellas Verona 3 – 2
Ore 15.00
Atalanta – Bologna 1 – 0
Benevento – Fiorentina 0 – 3
Milan – Genoa 0 – 0
Spal – Sassuolo 0 – 1
Torino – Roma 0 –  1
Ore 18.00
Udinese – Juventus 2 – 6
Ore 20.45
Lazio – Cagliari 3 – 0

Con il pareggio nello scontro diretto di sabato sera, la distanza in classifica tra Napoli e Inter rimane di due punti, a prescindere dai risultati di Juventus e Lazio.

Classifica Serie A 2017/2018

1. Napoli 25
2. Inter 23
3. Juventus 22
4. Lazio 22
5. Roma 18*
6. Sampdoria 17*
7. Chievo 15
8. Bologna 14
9. Fiorentina 13
10. Torino 13
11. Milan 13
12. Atalanta 12
13. Sassuolo 8
14. Udinese 6
15. Cagliari 6
16. Genoa 6
17. Crotone 6
18. Hellas Verona 6
19. Spal 5
20. Benevento 0

 

Torino-Roma 0-1: le pagelle. DiFra accontentato: successo sporco. Kolarov l’essenziale

Simone Indovino – Tre punti in saccoccia dopo 93 minuti durissimi per la RomaDi Francesco riesce ad agguantare una preziosissima vittoria grazie alla solita giocata di uno straordinario Kolarov. Match bloccato tatticamente grazie alla grande intensità in pressione messa in atto da entrambe le compagini, che tuttavia non riescono ad incidere in fase offensiva. Buonissimo il debutto dall’inizio per Moreno, che si rende protagonista di un salvataggio in extremis su Sadiq che evita un quasi sicuro svantaggio capitolino. I giallorossi continuano in questo modo la loro scalata verso le zone alte della classifica.

ROMA

Alisson 6.5 – Inoperoso con le mani, ma sempre attentissimo allo sviluppo del gioco. Non appena la difesa della Roma si fa scavalcare guadagna immediatamente campo uscendo con tempismi perfetti. Preziosa anche la sua manovra con i piedi, visibilmente migliorata.

Florenzi 6 – Ritorna a giocare da terzino dopo svariato tempo. Partita sufficiente per il romano che tuttavia potrebbe imprimere un po’ più di qualità alle sue giocate.

J.Jesus 6.5 – La posizione nel centrodestra lo penalizza leggermente, e la manovra ne risente un po’. Per quanto riguarda i contrasti con gli avversari, si comporta benissimo risultando puntuale in tutte le chiusure, specialmente sul pericoloso Ljajic.

H.Moreno 6.5 – Ottima la prima per il messicano, che si mostra freddo e lucido in tutte le decisioni. Attento in fase difensiva, dove con un tackle scivolato evita un quasi certo svantaggio. Bene anche in impostazione.

Kolarov 7.5 – Fondamentale, imprescindibile e chi più ne ha più ne metta. Replica la rete personale dopo il gol di Londra ma questa marcatura regala tre punti di vitale importanza alla sua squadra. L’esperienza al servizio dei compagni è un plus in più per l’allenatore.

De Rossi 5.5 – Mihajlovic mette Ljajic a uomo sul centrocampista, che accusa la pressione dell’ex compagno, risultando impreciso in qualche giocata di troppo che fa partire alcuni contropiedi. Risulta comunque il giocatore che recupera più palloni.

Strootman 5.5 – Primo tempo anonimo, in cui vaga in maniera non precisa per il campo. Ripresa in crescendo: nei secondi 45 minuti l’olandese pressa con intelligenza e riesce a recuperare numerosi palloni dai piedi dei calciatori del Torino.

Pellegrini 6.5 – Gara in ombra ma di grande sostanza per il classe ’96. Funge da perfetto raccordo nella fascia destra, scambiando in maniera esatta con Florenzi. Di Francesco gli recapita più volte i complimenti per queste ragioni.

Nainggolan 6.5 – Gravita inizialmente nella fascia destra, accentrandosi tuttavia con frequenza. Nella ripresa modifica leggermente il suo assetto in campo e la qualità della sua prestazione cresce a dismisura. On fire nel finale quando è l’uomo in più nella difesa del risultato.

El Shaarawy 5.5 – Match incolore per il Faraone, che accusa in maniera decisiva i costanti raddoppi di marcatura dei giocatori del Torino, che corrono ad aiutare De Silvestri.

Dzeko 6 – Forse comprensibilmente un po’ scarico mentalmente e fisicamente, non sfoggia sicuramente la sua miglior prestazione. Poco aiutato dai compagni, che lo servono con scarsa frequenza. Sono comunque troppi i duelli fisici in cui esce sconfitto. Da sottolineare il malore allo stomaco accusato in mattinata, ragion per cui è comunque da apprezzare la voglia del bosniaco di scendere in campo.

Under 6 – Qualche buono spunto per il turco che avrebbe anche l’occasione di timbrare per la prima volta il cartellino ma le  conclusioni risultano deboli. Le accelerazioni sono il suo pane: pochi secondi dopo il suo ingresso produce subito un’ammonizione per gli avversari.

Perotti s.v. – Pochi minuti per l’argentino, in cui si sottolinea un ripiegamento difensivo apprezzabile.

Bruno Peres s.v. – Una buona discesa, qualche rinvio importante e una pallaccia persa. Tutto il brasiliano in pochissimi minuti!

Di Francesco 6.5 – Voleva una partita sporca il mister ed è subito stato accontentato. Novanta minuti difficilissimi per la sua Roma che guadagna un successo grazie al carattere, e questo fa sicuramente bene al morale. I suoi continuano a marciare e i risultati continuano a dare ragione al tecnico ex Sassuolo.

Simone Indovino

Kolarov decisivo, di nuovo

Lavinia Colasanto -Voleva una vittoria sporca Di Francesco e la Roma l’ha subito accontentato. I giallorossi espugnano lo Stadio Olimpico Grande Torino, per 1-0, salendo a quota 18 punti in classifica vincendo la quarta partita in trasferta in altrettante giocate in campionato. Inoltre, i capitolini, grazie alla coppia Spalletti-Di Francesco, eguagliano il record di vittorie consecutive fuori casa, 11, segnato dall’Inter di Mancini nella stagione 2006/2007.

A decidere la partita è l’ennesima perla di Kolarov. Come un pittore il serbo disegna una traiettoria perfetta su punizione che termina la sua corsa baciando la rete, costringendo Sirigu a raccogliere il pallone in fondo al sacco. Il gol riscalda i cuori dei tanti romanisti presenti allo Stadio in una giornata di sole ma comunque fredda per il vento presente in Piemonte. Per il terzino si tratta del terzo sigillo stagionale, tra campionato e coppa, il tutto condito anche da 4 assist. Un inizio da favola, come sta diventando la sua storia con la Roma.

Il Torino ha provato a far paura ai giallorossi che sono rimasti solidi e non hanno mai tremato grazie anche all’ottima prestazione di Jesus e Moreno, coppia inedita al centro della difesa. Il messicano, soprattutto, dopo un periodo da UFO era chiamato a rispondere presente alla telefonata del tecnico. Nel complesso la Roma ha tenuto bene il pallino del gioco, non correndo rischi e tenendo il 62% di possesso palla, facendo correre a vuoto gli uomini di Mihajlovic. Nel futuro i ragazzi di Eusebio Di Francesco dovranno però aggiustare la mira perché su 13 tiri, molti dalla distanza, soltanto 5 hanno raggiunto lo specchio difeso da Sirigu, oltre che a costruire una mole di gioco offensiva più corposa.

Questi tre punti per la Roma pesano come un macigno perché consentono ai giallorossi di rimanere in scia al gruppo di testa e di prendere maggior convinzione nei propri mezzi dopo l’eccellente prova contro il Chelsea. Volti felici e distesi al triplice fischio di Damato. Di Francesco e i suoi continuano la loro marcia e il calendario ora presenterà Crotone e Bologna in casa, due occasioni troppo ghiotte per lasciarsele sfuggire e per sognare ancora.

Lavinia Colasanto

1981, Torino-Roma 1-1 (3-5 d.c.r). Nessuna rivincita, i giallorossi vincono la loro 4° Coppa Italia

Luca Fantoni – Estate 1981. La Roma, che ha terminato il campionato al 2° posto dietro la Juventus, si appresta a giocare la finale di ritorno di Coppa Italia contro il Torino. All’ombra della Mole si respira aria di rivincita. È passato un anno infatti, da quando i giallorossi hanno sconfitto i granata ai rigori, aggiudicandosi il trofeo. La partita di andata, all’Olimpico, è terminata 1-1 con il gol di Ancelotti e l’autorete di Santarini. Il clima, sulle tribune dello Stadio Comunale, non è dei migliori. I rapporti tra le due tifoserie non sono mai stati idilliaci. La situazione si era però inasprita ulteriormente dopo il caso dell’accoltellamento del tifoso romanista Corrado Lentini, nei tafferugli occorsi in seguito alla partita di Serie A di tre mesi prima. In campo il match si preannuncia combattuto. Il Toro di Cazzaniga è una squadra forte. Viene dallo scudetto del ’76 e da una serie di ottimi piazzamenti, trascinati, in attacco, dal duo Pulici-Graziani. La Roma di Liedholm è l’embrione di quella che poi vincerà lo scudetto nel 1983. Tancredi difende i pali. Romano, Maggiora, Turone e Bonetti giocano in difesa. Falcao, Di Bartolomei e Ancelotti formano il trio di centrocampo mentre davanti Conti e Scarnecchia supportano bomber Pruzzo.

LA PARTITA – L’incontro inizia sotto una fitta nebbia, a causa dei fumogeni lanciati dai tifosi. A partire meglio sono i capitolini che si rendono pericolosi con gli inserimenti da dietro di Falcao e Ancelotti. Al 37° tuttavia, sono i padroni di casa a passare in vantaggio. Cuttone riceve palla da Pecci sulla destra e lascia partire un siluro che si infila sotto la traversa, con la leggera complicità di Tancredi. Nel secondo tempo la Romaprova a reagire e al 62° trova il pareggio. Falcao batte velocemente una punizione per Scarnecchia che viene steso in area da Zaccarelli. Michelotti fischia il calcio di rigore e Di Bartolomei non sbaglia, calciando forte e centrale. Nonostante un paio di gol salvati sulla linea dai difensori di Cazzaniga, e un possibile rigore per il Torino in area dei giallorossi, il risultato non cambia e la partita si trascina fino ai calci di rigore. Dagli undici metri falliscono prima Pecci e Di Bartolomei, che avevano sbagliato anche l’anno prima. L’errore decisivo lo commette però Graziani perché, dopo la parata di Tancredi, Falcao segna il 5° tiro dal dischetto e regala la Coppa Italia alla squadra di Liedholm.

Da quelle due partite vinte contro il Torino si costruì la Roma che conquistò poi lo scudetto nel 1983. Il match di domenica ha evidentemente meno importanza, anche se tre punti in casa granata potrebbero rilanciare i ragazzi di Di Francesco anche in campionato, dopo l’ottima prestazione con il Chelsea in Champions League.

Luca Fantoni

Contro il Torino con grande fiducia

Margherita Bellecca – Voleva una reazione Eusebio Di Francesco e reazione ha avuto. La Roma esce con un pareggio dalla partita contro il Chelsea sfoderando una grande prestazione e rimanendo seconda nel girone, con l’Atletico Madrid distante sempre 3 punti. Un ottimo modo di approcciarsi al prossimo match, quello contro il Torino, che si giocherà domenica pomeriggio tra le mura granata.

La partita di Londra ha levato molte energie alla Roma soprattutto a centrocampo dove c’è stata grande lotta su tutti i palloni. Di Francesco, dopo aver lanciato Gonalons in Champions, tornerà ad affidarsi a De Rossi. Al fianco del capitano ci sarà l’intoccabile Nainggolan mentre il tecnico dovrà fare le giuste valutazioni per decidere chi completerà il reparto. Il ballottaggio è tra Strootman e Pellegrini, pronto a prendersi un posto da titolare per andare a caccia del suo primo gol con la maglia della Roma. In difesa, con la sicura assenza di Manolas, la coppia centrale sarà composta da Fazio e Jesus mentre sulla corsia di destra si potrebbe rivedere Florenzi al posto di Peres. Confermato Kolarov a sinistra. Per Di Francesco l’abbondanza arriva in attacco. Schick e Defrel dovrebbero andare almeno in panchina dopo un lungo periodo di assenza. Opzioni in più per il tecnico abruzzese che dovrà decidere soltanto il partner di Dzeko, 10 gol nelle prime 10 partite di questa stagione, e Perotti, ancora in cerca del suo primo centro. La maglia da titolare se la giocheranno El Shaarawy e Under.

Se Di Francesco potrà contare sul suo bomber principe, Mihajlovic dovrà ancora rinunciare a Belotti che ne avrà almeno per un altro paio di settimane. Il gallo, che ha trovato la via del gol per tre volte in campionato, potrebbe essere sostituito da una conoscenza romanista, Umar Sadiq. Attenzione alle sorprese. Il tecnico serbo potrebbe decidere di giocare senza una punta di riferimento inserendo Berenguer e consegnando le chiavi dell’attacco all’ex milanista Niang, a Iago Falque e a Ljajic, altri due che conoscono bene Roma e la Roma. Il resto della formazione vedrà agire Rincon e Baselli a centrocampo, Moretti e Nkoulou in difesa, De Silvestri e Molinaro sulle fasce, con Ansaldi pronto e subentrare, e Sirigu in porta.

148 precedenti tra Roma e Torino con i giallorossi usciti vincitori per 60 volte, contro nessun’altra squadra i capitolini hanno vinto di più. I granata, dal canto loro, hanno trionfato per 48 volte, 35 di queste in casa dove la Roma è riuscita a vincere soltanto in 12 incontri su 74 apparizioni. Il confronto tra i due tecnici è a favore di Mihajlovic che ha battuto Di Francesco in tre occasioni. Tre sono anche i pareggi mentre il romanista ha gioito solo una volta.

Sull’onda dell’entusiasmo la Roma vuole continuare a convincere per ripartire in campionato e cominciare l’inseguimento alle posizioni di testa. Il Toro è avvisato, il lupo è affamato.

Margherita Bellecca

Serie A – I risultati dell’ 8^ giornata

Sabato
Ore 18.00
Juventus – Lazio 1 – 2
Ore 20.45
Roma – Napoli 0 – 1
Domenica
Ore 12.30
Fiorentina – Udinese 2 – 1
Ore 15.00
Bologna – Spal 2 – 1
Cagliari – Genoa 2 – 3
Crotone – Torino 2 – 2
Sampdoria – Atalanta 3 – 1
Sassuolo – Chievo Verona 0 – 0
Ore 20.45
Inter – Milan 3 – 2
Lunedì
Ore 20.45
Hellas Verona – Benevento
Classifica Serie A 2017/2018
1. Napoli 24
2. Inter 22
3. Juventus 19
4. Lazio 19
5. Roma 15*
6. Sampdoria 14*
7. Bologna 14
8. Torino 13
9. Milan 12
10. Chievo 12
11. Fiorentina 10
12. Atalanta 9
13. Crotone 6
14. Udinese 6
15. Cagliari 6
16. Genoa 5
17. Spal 5
18. Sassuolo 5
19. Hellas Verona 3*
20. Benevento 0*
* = una partita in meno

Il ruggito del leone

Serena Randazzo – 22 febbraio 2001. La Roma battè per 1 a 0 in trasferta il Liverpool nel ritorno degli ottavi di finale di Coppa Uefa. Questa fu la prima (e unica) vittoria che la squadra italiana, al tempo allenata da Capello, riuscì a portare a casa dall’Inghilterra. Risultato che ricorda bene Eusebio Di Francesco, il quale esultò dalla panchina al gol del suo compagno Gianni Guigou, ma che non bastò a ribaltare lo 0-2 dell’andata. Da lì a poco la Roma si sarebbe laureata campione d’Italia, ma il Liverpool, con un giovanissimo Gerrard, vinse invece la competizione europea. La sfida tra i due club continuò l’anno seguente e fu nuovamente disastrosa per i giallorossi, che furono eliminati dai britannici nella seconda fase a gironi della Champions League. Nella massima competizione europea il bilancio nelle trasferte inglesi è più che negativo: 2 pareggi, contro Arsenal e Manchester City e 5 sconfitte, di cui 3 contro il Manchester United, una contro l’Arsenal e una contro il Chelsea. Un altro dato più che preoccupante sono le tre sole reti realizzate nel sud della Gran Bretagna: una di Cassano nel pareggio ad Highbury, l’altra di De Rossi nella drammatica sconfitta per 7-1 all’Old Trafford e la più recente di Totti contro il Manchester City, che ha reso il capitano il più longevo marcatore nella storia della Champions.

Per Di Francesco sarà invece la prima volta allo Stamford Bridge e ha tutte le buone intenzioni di riuscire a sfatare questo, ormai assodato, tabù. È stato chiaro in conferenza stampa: “Non firmerei per un pareggio. Voglio un approccio feroce”. Il tecnico vuole grinta e Edin Dzeko ne ha da vendere: “Troveremo un avversario arrabbiato, ma lo siamo anche noi”. Sarà il bosniaco a guidare il reparto offensivo, così come in tutte le partite fino ad ora giocate. Accanto troverà ancora una volta Perotti, a secco di gol in questo inizio di stagione, e probabilmente Florenzi, anche se l’allenatore sta valutando Under in alternativa per la fascia destra. A centrocampo rientra Strootman al posto di Pellegrini, uscito affaticato dalla sfida contro il Napoli. Con l’olandese lotteranno Nainggolan e uno tra De Rossi e Gonalons, l’altro ballottaggio in corso. A completare il 4-3-3 ci saranno Kolarov, Juan Jesus, Fazio e Bruno Peres. In porta l’imprescindibile Alisson. Non sarà un lavoro facile per gli uomini di Pallotta, soprattutto dopo la quasi certa conferma del rientro dal primo minuto di Alvaro Morata, che sarà supportato da Pedro e Hazard. Conte schiererà un 3-4-3, con Zappacosta, Bakayoko, Fabregas e Marcos Alonso alle spalle degli attaccanti. In difesa Azpiculeta, David Luiz e il capitano Cahill. Tra i pali Courtois. La formula vincente per provare a battere i campioni della Premier League è quella di giocarsela senza paura, a testa alta. Come 11 leoni in campo i giocatori dovranno rispondere al ruggito del mister, onde evitare di tornare nella Capitale come animali sacrificati.

Serena Randazzo

Il palo ferma la Roma, passa il Napoli

Lavinia Colasanto – La Roma si ferma ancora una volta sul palo, l’ottavo e il nono in 7 partite di campionato, ed esce sconfitta dal big match contro il Napoli, ora distante 9 punti. Per i giallorossi, però, non c’è tempo per disperarsi e per leccarsi le ferite perché tra poche ore si torna di nuovo in campo in Champions League. A Stamford Bridge, la tana del Chelsea, Di Francesco farà visita ai campioni d’Inghilterra di Conte primi nel girone davanti ai capitolini.

I problemi per il tecnico abruzzese non finiscono mai. Sabato sera si è fermato Manolas che contro i Blues non ci sarà lasciando spazio alla coppia Fazio-Jesus, vista già contro il Benevento dove il greco riposò. Nessun cambio sulle fasce visto che giocheranno Peres e Kolarov, col serbo che ha già accumulato 794 minuti con la maglia giallorossa. In mezzo al campo ci sarà il rientro di Strootman, pienamente recuperato dopo lo stop di Milano. A fargli spazio sarà Pellegrini che non è ancora al 100%. A completare il reparto De Rossi e Nainggolan che tornerà nel ruolo di mezzala. Attacco obbligato per l’assenza di Defrel e quella quasi sicura di Schick. El Shaarawy, invece, si è allenato col gruppo ed è pronto a stringere i denti per occupare un posto in panchina. Come contro il Napoli il tridente sarà composto da Florenzi, Perotti e Dzeko con Under pronto a subentrare.

Situazione difficile anche per Conte che in un colpo solo dovrà rinunciare a Kantè, un mese e mezzo di stop per uno strappo alla coscia, a Drinkwater, ancora a secco di presenze in questa stagione, e a Moses uscito per un problema muscolare contro il Crystal Palace. Probabile recupero per Alvaro Morata. Conte non può fare a meno dell’ex juventino che quest’anno ha timbrato il cartellino per 7 volte. Batshuaiy non convince, così al fianco dello spagnolo ci saranno Hazard e Pedro. Fabregas e il gigante Bakayoko comporranno il centrocampo con Marcos Alonso e Zappacosta sulle corsie. In difesa sicura la presenza di Azpilicueta e David Luiz mentre si giocheranno un posto l’ex romanista Rudiger e Cahill. In porta Courtois.

Contro le inglesi il piatto piange soprattutto nella terra della Regina dove la Roma ha vinto soltanto una volta: contro il Liverpool nel 2001. A secco di successi, invece, Di Francesco contro Conte. Il tecnico pugliese si è imposto tre volte su quattro. In parità lo score tra giallorossi e Chelsea grazie al botta e risposta nella Champions del 2008/2009.

Davanti a 2.300 tifosi, e al presidente Pallotta, la Roma cercherà il colpo grosso per prendersi la leadership nel girone e acquisire quella fiducia che potrebbe essere determinante fino alla prossima sosta.

Lavinia Colasanto

2001, Liverpool-Roma 0-1. La prima e unica vittoria in Inghilterra è amara per i giallorossi

Luca Fantoni – Una vittoria. Questo è il misero bottino ottenuto dalla Roma su 16 partite in Inghilterra. È il 2001. I giallorossi si apprestano a vincere il loro terzo scudetto e, a metà febbraio, sono ancora impegnati sul fronte europeo, in Coppa Uefa. L’avversario agli ottavi di finale è il Liverpool allenato da Houllier e che può vantare in squadra giocatori come Heskey, un giovane Gerrard e, sopratutto, Michael Owen, pallone d’oro di quell’anno. All’andata, all’Olimpico, finisce 0-2 per i Reds grazie ad una doppietta proprio del “Wonderboy”. Una settimana dopo, nello storico Anfield, i ragazzi di Capello sono chiamati ad un impresa per ribaltare la qualificazione. L’allenatore friulano schiera il suo solito 3-5-2 con Antonioli in porta, Zebina, Zago e Samuel in difesa. Rinaldi e Candela agiscono sulle fasce, con il terzetto di centrocampo formato da Assunçao, Tommasi e Nakata. Davanti giocano Montella e Delvecchio. Gli inglesi si posizionano con un 4-4-2 con Westerveld tra i pali, Babbel, Carragher, Henchoz e Hyypïa in difesa, Barmby, Hamann, McCallister e Ziege in mezzo al campo, Heskey e Owen in attacco.

LA PARTITA – La Roma inizia subito forte, senza alcun timore riverenziale, conscia di dover recuperare un passivo di due reti. Nel primo tempo c’è un’occasione per parte. Prima Delvecchio calcia a lato, strozzando troppo il sinistro, poi Owen si divora il vantaggio a tu per tu con Antonioli. La seconda frazione si apre nel peggiore dei modi. Zebina trattiene in area Heskey e l’arbitro Aranda fischia, piuttosto generosamente, il calcio di rigore. Sul dischetto si presenta il “Wonderboy” che si fa però ipnotizzare dal portiere. I giallorossi passano dal possibile inferno al paradiso in dieci minuti. Al 69° infatti, Guigou, entrato poco prima al posto di Rinaldi, raccoglie una palla fuori area elascia partire un sinistro che si infila alle spalle di Westerveld. A quel punto Tommasi e compagni iniziano a credere alla rimonta e si buttano in avanti. A dodici dalla fine, il cross di Montella sbatte sul braccio di Babbel. L’arbitro fischia il rigore, per poi ripensarci pochi istanti più tardi ed assegnare soltanto calcio d’angolo, tra le proteste, giustificate, di tutti i romanisti. I Reds riescono a resistere all’assalto finale e si portano a casa una qualificazione che, a prescindere dall’errore arbitrale, si era decisa con la sconfitta per 2-0 all’Olimpico.

Allora si parlò di una vittoria “mutilata”. Un successo Mercoledì contro il Chelsea, al contrario, potrebbe dare uno sprint alla stagione della Roma e facilitare notevolmente il discorso qualificazione. Di Francesco era in panchina sedici anni fa, nella sfida di Anfield, e lo sarà anche a Stamford Bridge, stavolta per guidare i giallorossi, per dimostrare a tutti che, dopo Giulio Cesare e Guigou, qualcun altro è pronto a conquistare l’Inghilterra.

Luca Fantoni

Pali & infortuni, la kryptonite della Roma targata Di Francesco

 (E.Bandini) – Come Superman anche la Roma di Eusebio Di Francesco ha la sua kryptonite. La più grande debolezza dei capitolini è un mix tra guai muscolari e legni colpiti con un pizzico della solita dea bendata, quasi mai a favore dei colori giallorossi. La Roma esce dal k.o. di ieri sera contro il Napoli con delle certezze: quest’anno per vincere gli scontri diretti bisogna essere fortunati o quanto meno avere gli episodi chiavi dei match a favore. Perché la squadra, dopo i problemi di inizio stagione, sta iniziando a seguire quelle che sono le indicazioni del mister e partita dopo partita il livello del gioco cresce. Anche se va sottolineato che il primo tempo di ieri è stato sicuramente un passo indietro rispetto alla convincente prestazione di San Siro di due settimane fa. I giocatori, dopo la ramanzina dell’intervallo nello spogliatoio, hanno reagito tenendo botta ai partenopei sia sotto l’aspetto fisico che su quello mentale. La squadra finalmente sembra essere cresciuta anche di testa. Purtroppo tutto questo non è bastato perché la Τύχη (nella mitologia greca era la personificazione della fortuna, ndr) non ha bussato alla porta di Trigoria.

Direttamente da Krypton l’arma letale della Roma ha attraversato l’universo per arrivare fino all’Olimpico: i giallorossi sono stati fermati ancora una volta dai pali o dalle traverse. Prima sul colpo di testa a botta sicura di Federico Fazio, deviato anche da un Pepe Reina con le sembianze di Lex Luthor, e poi sulla zuccata di uno stremato Edin Dzeko. Con quelli della buia serata di ieri sono già 9 i legni colpiti in campionato. Aspettando il recupero con la Sampdoria (possibile tra dicembre e gennaio) e le altre gare di questa giornata, nessuna squadra di Serie A è stata fermata dai pali quanto la Roma. Nell’altro big match perso in casa contro l’Inter furono Aleksandar Kolarov, Radja Nainggolan e Diego Perotti a non trovare la gioia del gol. L’argentino è rimasto fermo al palo anche contro l’Udinese, mentre Dzeko si è fatto dire di no dai montanti due volte contro il Benevento al Ciro Vigorito. Infine tra i giallorossi sotto l’effetto mortifero della kryptonite vi è anche il neo-acquisto Cengiz Under. Il turchetto contro l’Hellas Verona per pochi centimetri non ha trovato il suo primo gol in maglia giallorossa ed è tornato a casa con un inutile +3 a tedesca, peccato però che collezionare paletti non ti faccia iscrivere alla classifica dei marcatori.

La sfortuna però in casa Roma non si ferma qui: Di Francesco contro il maestro Sarri ha perso a gioco in corso Kostas Manolas. Il guerriero greco ha alzato bandiera bianca al 14′ del secondo tempo per un problema all’adduttore della gamba sinistra dopo uno contrasto con Lorenzo Insigne. Con il forfait del numero 44 salgono a quota 13 gli infortuni muscolari stagionali della Roma. L’infermeria in questi primi mesi dell’era Difra purtroppo è sempre stata piena: dai vari Bruno Peres, Nura, Moreno, passando per El Shaarawy, Pellegrini, Perotti, Defrel, Strootman, fino ad arrivare ai fragili Schick e Karsdorp. Ennesimo record negativo per i capitolini che ieri sera si sono scontrati invece con la squadra meno colpita dagli infortuni. Ad eccezion fatta per lo sfortunatissimo Arkadiusz Milik, i partenopei vantano un eccellente rapporto con gli stop dei propri giocatori: ad esempio il bionico José Maria Callejon da quando è arrivato dal Real Madrid ha saltato soltanto una partita a causa di un attacco febbrile o Dries Mertensche in carriera è stato fermo ai box soltanto in 14 partite.

Probabilmente le strategie di Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri quest’anno stanno finalmente portando i frutti sperati: niente tournée in giro per il mondo e solida preparazione atletica per 20 giorni a Dimaro ai piedi delle Dolomiti di Brenta. I dirigenti della Roma invece hanno optato esattamente per un’estate opposta a quella degli azzurri divisa tra Pinzolo, Stati Uniti e qualche giorno in Spagna. Non si vuol di certo addossare tutta la colpa ad una preparazione atletica sbagliata e confusionaria ma il viaggiare e cambiare spesso sede del ritiro sicuramente ad ora non è stato un punto a favore dei giallorossi, anzi chiedere al povero Di Francesco. Il tecnico abruzzese adesso non ha il tempo per lamentarsi, ma dovrà essere bravo nel gestire questa situazione delicata etrovare una cura alla kryptonite che in questo momento è in pianta stabile dentro Trigoria. Perché alla fine siamo soltanto all’inizio della stagione e la Roma, come Superman, deve ancora mostrare i muscoli per superare gli ostacoli della galassia.