Gabriele Conflitti – Salah e la Roma: così vicini, così lontani. Il rapporto tra l’egiziano e il club giallorosso ha seguito il più classico dei copioni: un sentimento forte che, come tutte le storie molto passionali, è bruciato troppo in fretta. Prima del fatidico 30 giugno i giallorossi hanno ufficializzato la cessione dell’egiziano al Liverpool mettendo in cassaforte 42 milioni di euro (+ 8 legati ai bonus) e facendo registrare una plusvalenza di 29,5 milioni, la più alta dall’insediamento della gestione americana.
Scalano in seconda posizione e terza posizione le plusvalenze messe a bilancio della vendite di Miralem Pjanic, che proprio dodici mesi fa svuotava l’armadietto di Trigoria per iniziare la sua avventura alla Juventus, e Marquinhos. Nell’estate del 2013 il brasiliano lasciò la Roma, inaridita nel morale e nelle finanze, per trasferirsi al Paris Saint-Germain, il cui sceicco fece recapitare un assegno da 31,7 milioni, che fruttarono alla Roma 27,5 milioni di plusvalenza. Con la cessione del bosniaco il club capitolino registrò ben 28,3 milioni di plusvalenza, cedendo però ai campioni d’Italia uno dei pezzi di maggior pregio nella rosa a disposizione dell’ex tecnico Luciano Spalletti.
Nota curiosa, la Roma ha incassato le cifre più alte per due suoi calciatori vendendoli a due nemiche storiche: Juventus e Liverpool.
La stagione dell’attaccante di Basyoun ha seguito in tutto e per tutto le orme di quella della Roma: qualche partita di rodaggio, l’esplosione fra novembre e gennaio, poi il brusco stop e lo sgretolarsi di tutti i progetti fatti insieme. Salah ha pagato la stanchezza accumulata in Coppa d’Africa (secondo posto anche lì, da buon romanista), i giallorossi quella dei pilastri della squadra. E così, con l’arrivo dell’anno nuovo, uno dopo l’altro sono scivolati via i sogni di gloria dentro e fuori i confini nazionali. Chissà se Salah, visitando il museo di Anfield Road e vedendo la sua nuova squadra alzare la Coppa dei Campioni all’Olimpico nell’84, penserà a mai quanto sarebbe stato bello vincere qualcosa in giallorosso.
Gabriele Conflitti