Simone Indovino – Nel calcio di oggi siamo spesso abituati a vedere divergenze tra giocatori e allenatori a causa dello scarso impiego. Contrasti che, talvolta, si concludono con concreti discorsi di mercato. In pochi sanno aspettare il proprio momento e rendere al meglio, tra questi c’è sicuramente Stephan El Shaarawy, l’attaccante della Roma protagonista di un finale di stagione al di sopra delle aspettative.
“PROBLEMA” DZEKO – Arrivato a Roma nel gennaio del 2016, il Faraone è immediatamente diventato uno dei pilastri portanti della formazione di Luciano Spalletti che, a causa dello scarso ambientamento di Dzeko nel campionato italiano, era costretto a utilizzare il tridente leggero. El Shaarawy, Perotti e Salah garantivano una qualità offensiva non da poco, riuscendo a sopperire all’assenza delle marcature del bosniaco. Sin dalle prime giornate della stagione in corso ci si è subito accorti che la musica sarebbe stata diversa. L’esplosione di Dzeko ha di fatto “obbligato” il tecnico giallorosso a ribaltare le gerarchie in attacco, relegando spesso e volentieri il classe ’92 in panchina per far posto all’ex City.
PERSEVERARE – È forse questa la più grande capacità ascrivibile a El Shaarawy. Lo scarso impiego aveva creato anche delle voci di mercato che lo volevano vicino alla Fiorentina già nella sessione di mercato invernale. Ma il Faraone non ha mai mollato, allenandosi sempre con costanza e motivazione. Questo non è passato inosservato a Spalletti che, in contemporanea con il calo fisiologico di Perotti, ha rispolverato da titolare l’ex Milan in questi ultimi mesi di stagione. Prestazioni alla mano, scelta più che azzeccata da parte del tecnico toscano.
DECISIVO – La fiducia dell’allenatore è stata assolutamente ripagata, come testimonia la costanza di rendimento messa in atto negli ultimi mesi. Le reti consecutive messe a segno nelle ultime due giornate di campionato ai danni di Milan e Juventus potrebbero rivelarsi decisive al fine del raggiungimento dell’obiettivo stagionale, ovvero il secondo posto. «Insieme a quello della settimana scorsa a San Siro è il gol più importante da quando sono a Roma – dice El Shaarawy, autore di 10 reti e 10 assist in tutte e tre le competizioni stagionali -. Mi dà tanta fiducia e ci consente di rimanere secondi che per noi è fondamentale».
“TIGNA” – L’evoluzione tattica messa in atto da Spalletti negli ultimi mesi in concomitanza con i diversi cambi di modulo ha obbligato il Faraone a modificare leggermente le sue caratteristiche di gioco. Meno spazio per le giocate singole e più concretezza, soprattutto dal punto di vista fisico. Non a caso gli ultimi due successi importantissimi della Roma sono avvenuti proprio grazie alla costanza muscolare e atletica messa in atto dai capitolini. «Il mister mi chiede sacrificio, un contrasto in più. Non serve la giocata individuale, ma se si parte dalle cose che riescono meno tutto arriva con facilità». Detto da un ragazzo che ha saputo trasformare una stagione quasi anonima in concreta non ci si può che fidare.
Simone Indovino