David Moresco – Più di duemila nomi nella lista degli atleti operati dal Professor Mariani di Villa Stuart. Da Francesco Totti fino ad Alessandro Florenzi, passando per i vari Tommasi, Strootman, Rudiger e così via. Il noto Chirurgo Ortopedico romano ha parlato del legame che ha con il capitano giallorosso e degli infortuni che hanno colpito la Roma negli ultimi anni. Ecco le sue parole:
Roma-Genoa ultima partita di Francesco Totti…
Come romano e romanista ovviamente mi dispiace. Sia la città che la squadra perdono un simbolo e quando questo avviene rimane sempre un vuoto. Totti ha personificato l’aspetto tipico del romano: l’ironia, il prendersi in giro costantemente, la disponibilità e così via. Rimarrà certamente un vuoto.
Era davvero convinto potesse giocare il Mondiale nel 2006 o lo incoraggiava solamente?
Lì c’era la mia personale convinzione, nonostante lo scetticismo di molti. Ero sicuro di quello che saremmo riusciti a fare lavorando insieme per poter centrare l’obiettivo.
Si è trovato davanti situazioni complesse come quelle di Strootman e Florenzi, quanto conta lavorare sulla testa dei calciatori in questi casi?
E’ facile mettere avanti le mani. Io quando fornisco garanzie le do a ragion veduta. Sono convinto di quello che il giocatore può ottenere. Se fossi pessimista lo direi al giocatore. A Strootman ho detto “tornerai a giocare tranquillamente” e l’ho fatto perché ne ero profondamente convinto.
Che sentimenti prova quando vede un ‘suo’ giocatore tornare in campo?
Sono ultra soddisfatto quando li vedo giocare. E’ come un meccanico che lavora su una Ferrari che torna a vincere. Il merito lì è molteplice, non è tutto ad uno o ad un altro. Il chirurgo fa parte di un ingranaggio estremamente delicato, che basta poco per incepparlo, ma quello che conta è la voglia del giocatore, quanto ama il suo lavoro, è fondamentale. Il successo di Totti, dal Mondiale alla sua longevità, nasce dal fatto che ama profondamente quello che fa.
Florenzi e Totti hanno qualche lato caratteriale simile?
La differenza tra loro due è come si pongono di fronte alla malattia. Florenzi è molto più positivo di Totti. Francesco è più timoroso, ha paura del medico e della chirurgia, però si affida tranquillamente.
Quando deve ‘sistemare’ un intervento sbagliato precedentemente come si pone?
Il lavoro è diverso, ma la finalità è la stessa: dare un’articolazione stabile al giocatore. E’ più difficile ed è una sfida, non è la stessa cosa che operare un ginocchio appena rotto. E’ come un sarto che deve ritagliare un vestito tagliato male precedentemente. Fa parte delle normali conoscenze di un ortopedico e di un chirurgo dello sport.
Quest’anno tra le file della Roma ci sono stati una quantità di infortuni al crociato innumerevoli…
Si, ha pagato in modo notevole.
Ci spiega la situazione di Abdullahi Nura?
Nura ha subito una lesione del tutto particolare, quindi già dall’inizio sapevamo che non poteva fare un percorso alla Rudiger, ma che sarebbe stato molto più lungo. Si è rotto il crociato posteriore ed aveva delle lesioni meniscali particolari. Sapevamo che ci avrebbe messo più tempo. Il ragazzo veniva da una precedente fase di stop per altri motivi e per rimettere in moto la macchina c’è voluto più tempo, ma ora è perfettamente integro e non vedo elementi di allarme.
Il secondo infortunio di Florenzi?
E’ stata una cosa del tutto casuale. Florenzi è stato sfortunato, è come una macchina che tampona appena uscita dal carrozziere. E’ una casualità del tutto fortuita. Lui tornerà in campo nel prossimo campionato, per settembre prossimo.
Parliamo un po’ del passato. Secondo lei Rocca sarebbe tornato a giocare con le nuove tecnologie?
Si, oggi sarebbe stato diverso. Avrebbe avuto un altro tipo di trattamento. Parliamo di un’epoca nettamente diversa e con conoscenze diverse. Rocca ha avuto la sfortuna di avere un infortunio estremamente complesso in tempi in cui era difficile gestire le conoscenze a riguardo. Un insieme di cose che hanno portato a costringere il giocatore ad interrompere la sua carriera.
Sarà allo Stadio Olimpico per l’ultima di Totti?
Ci sto pensando. Non vado spesso allo stadio, però non lo so. Se non vado, avrò modo di salutare Totti in mille altri modi.
David Moresco