La Roma demolisce l’Inter, stacca il Napoli (ora a -5), si riavvicina alla Juve (+7) e avvisa la Lazio (mercoledì la semifinale d’andata di Coppa Italia). Ma soprattutto Spalletti umilia Pioli. Da allenatore giallorosso lo ha battuto 4 volte su 4 e 2 lo ha fatto esonerare, 10 anni fa dal Parma e l’anno scorso dalla Lazio. Adesso lo allontana dal podio per la prossima Champions. Il 3 a 1 è la sintesi della lezione subita dal tecnico nerazzurro, presuntuoso a schierare solo 2 difensori, Murillo e D’Ambrosio, contro l’attacco che semina gol, in questa stagione, in Italia e in Europa: 84 reti, dopo il tris di San Siro. C’è modo e modo, dunque, di allestire il 3-4-2-1. Se quello dell’Inter risulta eccessivamente sbilanciato, quello della Roma, senza Emerson che si è arreso dopo il provino della mattina, è sicuramente prudente e al tempo stesso efficace. L’assetto è solido con il 4° centrale in campo: Juan Jesus parte a sinistra e blocca Candreva. Dall’altra parte Peres fa lo stesso con Perisic. I giallorossi, ordinati e attenti sui lati, non soffrono il pressing dell’Inter e la schiantano con le ripartenze. De Rossi copre Strootman che spopola in mezzo al campo. Joao Mario, Brozovic e i mediani Gagliardini e Kondogbia si artrendo presto. Anche perché Salah e Nainggolan sfruttano l’altruismo di Dzeko per affondare e colpire. Pioli insomma permette a Spalletti di andare a dama. In contropiede. Nainggolan apre e chiude il match. Destro a giro nel primo tempo, di potenza nella ripresa: 12 gol stagionali (9 in questo torneo). L’Inter sfoglia il suo album delle figurine. Completo, ma inutile. Dentro Eder per per Brozovic, Gabriel Barbosa per Candreva e Banega per Joao Mario. Icardi illude Pioli. Ma Dzeko, steso da Medel, conquista il rigore (il 12° per i giallorossi in campionato) prima di andare a fare la doccia. A trasformarlo, per il 3 a 1, è lo specialista Perotti (8 su 8, compreso quello di Plzen in Europa League).
Francesco Trinca