La Roma società discute di abbattimento delle barriere e del nuovo stadio, la Roma squadra continua a fare ciò che in campionato finora ha sempre fatto: vincere in casa. Quello contro una Fiorentina deludente come non mai, è stato l’11/o successo interno di fila della formazione di Spalletti, che contro la Viola ha sofferto, per modo di dire, soltanto all’inizio. Il tempo di prendere le misure alla rivale e di rischiare di andare in svantaggio per un’occasione concessa a Chiesa dalla difesa giallorossa. Ma Fazio, fortunatamente per il pubblico dell’Olimpico, ha sventato la minaccia salvando sulla linea. Per il resto non c’è stato praticamente match, nonostante un primo tempo non certo esaltante dal punto di vista dello spettacolo, ma in cui l’undici di casa aveva fallito due occasioni con Bruno Peres. Al 20′ il tiro dell’esterno brasiliano era finito fuori d’un soffio, al 29′ invece l’ex del Santos aveva calciato sciaguratamente alto dopo essere stato servito in modo pregevole dall’ottimo Nainggolan. Ma alla Roma tutto questo non poteva bastare, serviva il successo per tornare a -4 dalla Juventus (che però ha una partita in meno, quelle che recupera domani a Crotone), così per rimettere le cose a posto serviva una rete. La otteneva al 39′ Dzeko, con capitan De Rossi nei panni dell’assist man e Dzeko in quelli del realizzatore, bravo a battere Tatarusanu con un tiro di destro. Lo stesso Dzeko falliva di poco il raddoppio appena tre minuti dopo, con l’estremo difensore rivale pronto a chiudergli lo specchio della porta. Tutto ciò mentre da parte viola c’era un’assoluta mancanza di incisività (non spiegabile solo con l’assenza di Kalinic) e qualche bel movimento di Bernardeschi, seguito attentamente dal ct Ventura in tribuna (con lui il ministro dello sport Luca Lotti e il pluriolimpionico del tiro Niccolò Campriani, acceso quanto deluso tifoso della Fiorentina). Ma il numero 10 del team di Firenze, presunto erede di quell’Antognoni anche lui oggi spettatore eccellente, era troppo individualista per poter incidere sulla partita. La ripresa si apriva nel segno della Roma, grazie al gol di testa di Fazio su punizione dalla destra di De Rossi, e continuava così, ovvero un monologo da parte della squadra di casa, contro un avversario ormai groggy. C’era persino una serpentina di Emerson Palmieri, calciatore letteralmente trasformatosi (in meglio) sotto la guida di Spalletti, con successiva conclusione di Rudiger di poco a lato. Seguivano un tiro di Dzeko respinto sulla linea, e le altre due reti romaniste, con l’onnipresente Nainggolan, anche oggi onnipresente e anima dei suoi, e ancora Dzeko, adesso di nuovo capocannoniere ‘in solitario’ e lesto ad approfittare di un pasticcio di Astori. C’era il tempo di regalare ai tifosi anche l’emozione dell’ingresso in campo di Totti e poi si chiudeva questo posticipo del martedì che riaccende i residui sogni di gloria in campionato della Roma. Ora non rimane che sperare in autentico miracolo in terra di Calabria, e ai danni della Juve come successe ai tempi del Catanzaro di Mammì. Ma questo nell’era del calcio moderno sembra veramente troppo.
Francesco Trinca