Due partite, due sconfitte. È presto per dire che lo scudetto non è roba per lei, visto che siamo solo alla seconda giornata, ma la Juventus che cade all’Olimpico (2-1) e resta a zero punti fa un gran rumore. Mentre la Roma, che si gode i nuovi acquisti e un Pjanic versione Pirlo, rafforza la sua candidatura per il tricolore. In questo caldo di fine agosto, con le gambe appesantite dal caldo (temperatura oltre i 35 gradi e umidità alle stelle) e dalla preparazione ancora troppo vicina, quello che colpisce è l’arrendevolezza della Juve che si sveglia solo nel finale, quando in dieci (rosso ad Evra) è anche più difficile rimontare. La Roma invece deve meditare sulle occasioni sprecate e suoi rischi corsi nel finale . Partita brutta nel primo tempo che si accende nella ripresa grazie ai tre gol e all’espulsione. La Roma aveva illuso i quasi sessantamila dell’Olimpico con una partenza incalzante, invece sono stati i giallorossi ad adeguarsi all’andamento lento della Juve, che senza gente capace di giocare la palla in mezzo al campo (Padoin ancora al posto di Marchisio) e con Pogba in versione “normal” sceglie di aspettare e ripartire. L’idea è quella di far impostare Bonucci, ma la manovra in realtà è inesistente e i palloni toccati dalle punte si contano sulle dita di una mano. Non a caso non succedeva dal 2004-05 che la Juve non chiudesse il primo tempo con un solo tiro. La Roma reclama un rigore dopo neanche un minuto (fallo di Mandzukic su Florenzi), e cerca di farsi strada soprattutto sulla corsia di sinistra, dove Iago Falque, in coppia con Digne, dà fastidio a Lichtsteiner e Caceres (preferito a Barzagli). Dzeko rientra e fa un gran lavoro per la squadra, Salah è sempre pericoloso quando parte in velocità, ma per arrivare in porta ci vogliono troppi passaggi. Nonostante il dominio nel ritmo e nel palleggio alla fine l’unica vera occasione giallorossa è il palo di Pjanic al 24′ (destro a giro). Quel legno che si mette tra lui e il vantaggio giallorosso non va giù al bosniaco, che al 16′ sblocca su punizione, con un destro morbido che scavalca la barriera: senza Pirlo, ci pensa lui a far vedere a tutti come si fa. Il gol della Roma era nell’aria, poco prima ci avevano provato Dzeko e lo stesso Pjanic. Dybala prova a imitare Pjanic su calcio piazzato dal limite (per fallo di mani De Rossi, che da centrale di difesa non sfigura), ma il suo tiro finisce alto. Il brivido vero ai tifosi della Roma però lo provoca Pogba, che mette a lato di testa. La Juve non reagisce, Allegri butta dentro Pereyra e poi Cuadrado, passando al 4-3-3, ma non cambia granché. L’impressione è che la squadra bianconera abbia perso, oltre a tre giocatori importanti, molto in personalità e grinta. L’espulsione di Evra per doppio giallo è il segnale della resa: Dzeko raddoppia di testa (33′) su assist di Iago Falque e si capisce che la campagna acquisti della Roma ha un suo perché. Quando i bianconeri si svegliano è troppo tardi: il 2-1 di Dybala arriva al 42′, mentre al due minuti dalla fine tocca a Szczesny fare una paratona su Bonucci per evitare la beffa.
Francesco Trinca