De Silvestri e Muriel affondano la Roma. Secondo posto in pericolo per i giallorossi.

Il cuore biancoceleste di De Silvestri e l’affondo di Muriel, uno dei tanti giocatori trattati in passato da Walter Sabatini. La Sampdoria passa così all’Olimpico per 2-0, si accoda al gruppone che sogna la Champions League, regala la vittoria più dolce al suo presidente Ferrero e acuisce ancora di più la crisi di una Roma che in casa non vince addirittura dal 30 novembre, quasi quattro mesi fa. Ora per i giallorossi c’è anche il fiato della Lazio addosso e l’incubo di un’Europa League dove il passaggio, giovedì prossimo, è fondamentale per tutto: squadra, club ed ambiente.

Stavolta Florenzi non gioca né basso né alto, ma torna all’antico, in mezzo al campo, con conseguente bocciatura per Paredes, alla vigilia atteso tra i titolari (viste le assenze di De Rossi e Nainggolan). Garcia poi recupera Totti in extremis e nonostante il capitano abbia un solo allenamento nelle gambe lo lancia dal via. Mihajlovic, invece, sceglie il tridente con Eder, Okaka ed Eto’o, spedendo in panchina Muriel. E la sua è una squadra corta, elastica, con Soriano spesso trequartista dietro Okaka, lo stesso Eto’o a tratti addirittura terzino in ripiegamento ed Obiang e Palombo che a turno escono dalla mediana per pressare i primi portatori di palla giallorossi. In generale è una Samp che parte meglio, più armonica ed essenziale, anche se strada facendo la Roma trova le misure e comincia a creare gioco, tra le accelerate di Gervinho e le discese di Torosidis. Gli spazi i giallorossi li trovano quasi tutti a destra, dove Mihajlovic chiede ad Eto’o un lavoro di copertura che non gli appartiene. Così arriva il primo tiro in porta di Pjanic (12′) ed il gol annullato al 18′ per fuorigioco (giusto) di Keita, sulla solita punizione di Florenzi. Poi al 28′ prima Gervinho, poi Iturbe portano a spasso orizzontalmente tutta la difesa blucerchiata, scaricando al tiro Totti, sulla cui conclusione è però bravo Viviano. E visto che la Roma non passa, ci prova Regini a suicidarsi in un paio di circostanze: prima al 41′ tocca corto un retropassaggio per lo stesso Viviano che si salva in extremis su Gervinho, poi al 44′ quasi devia in porta una palla bassa di Gervinho. E prima della fine è ancora l’ivoriano ad avere la palla buona su intuizione di Totti, ma Viviano resta perfetto.
  Pronti via e Totti sfiora ancora il gol. Ma è una fiammata, perché con il passare dei minuti la Roma si affloscia, perde ritmo ed equilibrio e permette alla Samp di respirare. Così tanto che al 15′ Eto’o prima brucia il solito inconsistente Iturbe, poi Pjanic e serve un assist in area su cui De Silvestri (dopo un tocco dell’ex Romagnoli) in mischia non sbaglia. Per i giallorossi è una doccia gelata, così Garcia si gioca tutte le carte, mandando dentro prima il giovane Verde, poi l’ivoriano Doumbia (ancora impresentabile) ed infine Ljajic, con una squadra a trazione anteriore. Torosidis ci prova da fuori, ma il problema ora è che gli spazi abbondano e la Samp quando riparte fa male. Così Eder prima spreca alto da buona posizione, poi Muriel brucia un inguardabile Yanga-Mbiwa, punta la porta, colpisce il palo prima di ribadire in rete una serie di carambole. Per la Roma è il buio completo: Viviano si esalta su Verde e Pjanic, l’Olimpico esplode in una contestazione senza fine, Keita si fa cacciare per proteste (36′) e Palombo al 46′ nega anche la gioia del gol della bandiera ad Astori con un salvataggio sulla linea. Finisce con la maledizione dell’Olimpico che si conferma intatta, esattamente come la crisi della Roma. Per la Sampdoria, invece, una vittoria dolcissima, che tiene la squadra di Mihajlovic ancora dentro nella corsa per la Champions.
Francesco Trinca